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La Tari del 2024 con la doppia sorpresa

Per i contribuenti baresi che fanno la differenziata c'è anche il rischio (e non è la prima volta) della mancata agevolazione del 25% in meno sulla parte variabile dell'importo da pagare

Una “tassa” sulla tassa è l’altra novità, oltre all’aumento delle tariffe, che il Comune di Bari ha riservato da quest’anno ai contribuenti Tari, ossia della Tassa per la raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Infatti, i contribuenti baresi che hanno già ricevuto l’avviso di pagamento della Tari del 2024, oltre alla sgradita sorpresa di un incremento medio del 13,3% rispetto a quanto versato lo scorso anno per la stessa tassa, hanno scoperto che il modulo precompilato per pagare detto tributo non è più lo stesso degli anni passati, ovvero il modello F24, ma un nuovo bollettino a lettura digitale, il cosiddetto “PagoPA”, con il quale però la somma da corrispondere al Comune subisce un incremento dovuto al costo di commissione del versamento al “soggetto” esattore. Un costo aggiuntivo, quest’ultimo, che fino allo scorso anno non c’era per i contribuenti baresi della Tari, perché il pagamento avveniva con il citato modello F24 e per il quale – come è noto – non sono previsti costi aggiuntivi di incasso, in quanto la spesa del servizio di riscossione della Tari era interamente a carico del beneficiario delle somme da pagare, ovvero del Comune. Invece da quest’anno l’Amministrazione barese ha imposto il pagamento della Tari con una procedura, il sistema “pagoPA” per l’appunto, che prevede necessariamente il pagamento di una ulteriore tassa che, a secondo dell’istituto di riscossone (PT, Banca, tabaccaio, etc.) e della modalità con cui si effettua il versamento (pagamento allo sportello, on-line, etc.), può variare da un minimo di Euro 1,90 ad massimo di Euro 2,50 per bollettino, quale spesa di commissione spettante all’esattore del tributo per il servizio di incasso. In altri termini, da quest’anno i baresi per pagare la Tari sono costretti a pagare una tassa su una tassa, perché il Comune, eliminando il metodo di pagamento con il mod. F24, ha deciso di non farsi più carico dei costi di incasso della Tari. Costi che ora, con questa nuova modalità di pagamento, ricadono interamente sui contribuenti baresi della Tari, facendo così risparmiare all’Amministrazione cittadina qualche centinaio di migliaia di Euro. In tal modo, però, chi non può pagare la Tari in una unica soluzione ed è costretto a dilazionare l’importo in più rate, per pagare l’importo complessivo della predetta tassa comunale, può arrivare a spendere circa 10 Euro complessivi per pagare le commissione su tutti i bollettini delle rate di dilazione dell’importo Tari da corrispondere. Fatto, quest’ultimo, che è ancora più paradossale dell’aver introdotto una modalità di pagamento che comporta un costo aggiuntivo su una tassa per un servizio praticamente inevitabile, poiché chi non può permettersi di versare in un’unica rata l’intero importo della Tari, deve comunque farsi carico di un aggravio di spesa che andrebbe ad incidere del 2 o 3 per cento ed oltre, se la cifra della Tari da pagare si aggira introno ai 300 o 400 Euro. A riguardo della novità (o, forse, sorpresa!) giunta insieme all’ultimo recente aumento della Tari e riscontrata con gli avvisi di pagamento che il Comune sta inviando ai contribuenti baresi già dagli inizi di ottobre, c’è chi sui social si chiede: “Quale è la ragione di tale cambiamento e come è possibile che nessun amministratore (Sic!) comunale o dei sedicenti Municipi di decentramento cittadino non abbia chiesto lumi al Sindaco o all’assessore competente di tale inopinata scelta?” In altro post su Facebook qualcuno invece ha esclamato: “Dell’aumento della Tari lo sapevamo già prima di ricevere gli avvisi di pagamento per il 2024, ma la ‘tassa’ che si è aggiunta per pagare i bollettini con un codice QR o CBILL è una sorpresa che non ci aspettavamo!”. Per poi commentare: “Sarebbe opportuno sapere il perché l’Amministrazione barese ha deciso di non rendere noto contestualmente agli aumenti deliberati anche il motivo di cambiamento della modalità di versamento della Tari”. Ma non è solo questo il “mistero” di cui alcuni contribuenti baresi si lamentano per la Tari. Infatti, molti residenti dei quartieri periferici del capoluogo (vedi Palese, Santo Spirito, Carbonara, Ceglie, Loseto, etc.) in cui si effettua la raccolta differenziata dei rifiuti urbani stanno ricevendo cartelle di pagamento della Tari senza la prevista agevolazione del 25% in meno sulla quota variabile della tariffa. Un’agevolazione, questa, che – come è noto – in alcuni casi comporterebbe un risparmio medio di circa 70-80 euro all’anno per famiglia e che invece in talune cartelle viene ignorata. Perciò, “come mai” – si chiedono taluni cittadini che hanno diritto a detta agevolazione – “al Comune non hanno tenuto conto di tale sgravio sulla somma complessiva di Tari da versare?”. Il dubbio di alcuni contribuenti baresi, che hanno diritto a beneficiare dell’agevolazione, è che non si sia trattato di un semplice strafalcione commesso dell’Ufficio che emette le cartelle di pagamento, perché non la prima volta che dal Comune vengono inviati avvisi di pagamento Tari che presentano tal genere di errore. Infatti, il sospetto di molti è che la faciloneria con cui viene gestita l’emissione di dette cartelle di pagamento Tari, alla fine possa essere una strategia per “fare cassa” con somme che invece non sono dovute. Difatti spesso non tutti quelli che hanno diritto alla tariffa agevolata si accorgono dell’errore, per cui non chiedono la rettifica. Né il Comune ha mai provveduto spontaneamente ad un rimborso o ad una compensazione parziale con la Tari da pagare l’anno successivo da parte del contribuente interessato da tal genere di errore. Accusa fantasiosa contro l’Amministrazione barese? Infatti, è difficile confutare tale sospetto. Ma non è neppure semplice da escludere che possa trattarsi di un modo di operare alquanto disinvolto, per poter “fare ulteriore cassa”, trincerandosi dietro errori apparentemente involontari.  Però, siccome non è la prima volta che a Bari accade detto inconveniente per la Tari, si può di certo affermare che – come saggiamente sostenevano gli antichi romani – “errare humanum est, perseverare autem diabolicum!” e cioè che “errare è umano, ma perseverare nell’errore è diabolico!”.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 3 Dicembre 2024

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