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La tragedia degli ulivi malati, ma nessuno sa quanti e dove sono…

Xilella sì, Xilella no: ogni giorno è uno stillicidio di notizie sulla malattia olivicola pugliese in odore di diffusione anche in terra di Bari. Il procurato allarme stavolta pare interessi uno dei quartieri più degradati di Bari, improvvidamente titolato a San PioTerreni incolti  e abbandonati a se stessi da anni dai proprietari ospitano tronconi (mozziconi) di ulivi che potrebbero essere stati mutilati per evitare il diffondersi di contagio. E gli organi di controllo deputati, non piu’ la Forestale del Ministero dell’Agricoltura ma i Carabinieri forestali, come mai non hanno ritenuto di allargare i propri controlli a quella area, giusto per capire se si trattasse di alberi mutilati da dieci ovvero quindici anni, ovvero da pochi giorni per evitare la Xilella? L’Arif incaricata di eseguire il monitoraggio su ordine della Regione Puglia, per quale motivo se n’e’ andata a eseguire controlli in agro di Conversano, senza sapere che, forse doveva controllare a due passi di distanza dalla sua sede, non lontana da San Pio? Le domande e i dubbi sono veramente tanti e si accavallano  con la unica certezza che l’Europa ha valutato giudiziosamente il piano dell’ex generale Silletti, oramai in quiescenza, considerando follia la ipotesi di abbattere tutti gli alberi confinanti nel raggio di 100 metri da quelli infetti. A conti fatti, senza volare troppo alto e dopo la scadenza dei termini per la rendicontazione degli interventi europei (tramite cospicui contributi) riferiti al Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 senza che sia ancora stato chiarito l’utilizzo dei famosi trenta milioni e passa di contributi residui i quali, secondo il piano stilato sempre dall’ex commissario/generale della Forestale Silletti (fatto approvare direttamente dall’Unione Europea), dovevano servire a erogare tra i 700 e i 900 euro per olivo abbattuto. Sia che fossero malati, come si ricorderà, sia che avessero la sventura di trovarsi nei paraggi dell’olivo in agonia, accreditando dal Ministero competente (DL 51/2015) solo una fetta della torta milionaria per ristorare gli olivicoltori interessati. E giustamente l’on. Rocco Palese aveva sollecitato gli organismi regionali a rifare bene i calcoli, svegliando l’Ente preposto dall’atavico torpore su un argomento che non dovrebbe servire solo a farsi pubblicità, mentre pare evidente che l’ex candidato a occupare la poltrona più alta della Regione Puglia, tra i più stakanovisti in Parlamento, non l‘ha fatto per scopi elettorali, pur trattandosi di risarcimenti che interessano esclusivamente il Salento. Ora però non divaghiamo e restiamo sul concreto, perché ciò che molti si domandano tuttora è: ma quanti cavolo sono questi ulivi malati, malaticci o moribondi in Puglia, a prescindere dalle insondabili cause del male arboreo. Ebbene, non esistendo cifre ufficiali, nonostante l’estate scorsa la neo costituita Sezione Fitosanitaria della Regione Puglia abbia effettuato circa 2mila verifiche sul territorio di Lecce/Brindisi e province, con un quindici/venti per cento di sanzioni elevate per la mancata cura degli uliveti interessati, la domanda rimane senza risposta. Il fatto certo è che in molte zone del Salento siano stati scovati veri paradisi per l’allegra e incontrollata proliferazione di sputacchine e invecchiamenti precoci dei nostri secolari simboli, esportati in tutto il Mondo. Quindi non fa meraviglia sapere che la neosezione fitosanitaria pugliese, i suoi servizi, l’agenzia Arxia, recente invenzione del capo della giunta in cerca di consensi e salamelecchi, non siano stati sufficienti a inquadrare ancora il problema. Tanto che l’altra agenzia Arif irrigui e forestali al servizio della stessa regione Puglia (…sempre alle prese coi problemi di personale) ha dovuto anch’essa assumere altre unità – centosettantadue ispettori fitosanitari per la precisione – adeguatamente preparati. Tutto per incrementare, inutile dirlo, il monitoraggio delle aree interessate al fenomeno dannoso, ma senza mai arrivare a dati definitivi e inconfutabili, dando l’impressione di una colossale montatura che potrebbe essere sfuggita di mano. Ipotesi, congetture? Forse, ma se lo sceriffo della Puglia si dedicasse più ai problemi della sua regione e meno alla gestione del partito, qualche risposta in più su Xylella e altre mali che attanagliano il territorio, si troverebbero. E magari capiremmo come mai non siamo ancora in grado almeno di dire quanti sono gli ulivi malati in Puglia, nonostante le agenzie e le sezioni nuove di zecca piene di esperti, impiegati ed ispettori. Richiamando, infine, l’obbligo di espianto dei soli alberi effettivamente ammalati con la aratura dei suoli ospiti di cui sopra.  Caso strano: nel Salento i casi di terreni abbandonati dai legittimi proprietari da anni con gli alberi secchi, dopo aver incassato i fondi europei e non, sono veramente tanti.  Sul genere: acchiappa la cassa e scappa…

 

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 21 Novembre 2017

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