Cultura e Spettacoli

La verità: il prezzo iniquo

 

Arthur Miller scrisse ‘The Price’ – era il 1968 – guardando all’indietro (la vicenda si svolge negli USA del dopo crack di Wall Street). Ma tornando a quel dramma con gli occhi di oggi vi si scopre un che di profetico. ‘The Price’ racconta l’ansia della perdita improvvisa del benessere e ciò che consegue a questa paura. Ovvero quanto riguarda oggi la Grecia e che potrebbe domani riguardare l’Italia. Tanto basta a rendere l’opera di Miller suscettibile di una di quelle ‘attualizzazioni’ che oggi fanno così tendenza. Operazioni spesso tirate per i capelli e ai limiti del buon gusto e del buon senso (è dura tollerare jeans, tablet e capelli a cresta di gallo ai tempi di Aristofane). Per fortuna  Orsini e Popolizio la pensano diversamente. Perciò consegnano alla platea un allestimento che per il fatto d’essere ‘canonico’ rappresenta quasi una novità in giorni di messinscene deliranti quanto acquose, tuttavia fatte passare per opere d’arte sotto l’effetto di un sapiente esercizio di arroganza culturale. Quanti applausi lunedì scorso al Petruzzelli per Umberto Orsini e Massimo Popolizio (del primo è la direzione artistica della medesima compagnia, del secondo è la regia dello spettacolo) e per i non meno bravi Alvia Reale ed Elia Shilton. Un anziano broker giudeo (un Umberto Orsini straordinariamente pimpante a dispetto dei suoi 82 anni) si reca a visionare uno stock di vecchi arredi di famiglia. Intorno alla sua stima si riaccende, aspro, il contrasto che da lungo tempo separa  due fratelli, proprietari di quei poveri beni. Tutto ha luogo all’interno di un disadorno e desolante magazzino, peraltro prossimo alla demolizione. La condizione ambientale sottolinea il clima di precarietà in cui si svolge una resa dei conti che ha del duello. Ad accentuare tale clima provvedono colpi cupi e potenti che richiamano l’idea di giganteschi colpi di gong. Inizialmente episodici e lontani, questi sordi boati si fanno via via più fitti e vicini a misura che il dramma volge all’epilogo. E’ la rappresentazione di quei sistemi di demolizione anticamente in uso negli States e che prevedevano l’impiego di un’enorme palla di ferro oscillante ? L’odore della fine è ben percepibile nella direzione di Popolizio. ‘Il prezzo’ restituisce dignità a termini come drammaturgo, regista, interprete scenografo, costumista, addetto alle luci… – Prossimo ed ultimo appuntamento stagionale : sabato 23 e domenica 24 aprile con ‘Songs of Lear’  (Songs of the Goat Theatre). Regia di Grzegorz Bral, musiche di Jean –Claude Acquaviva e Maciej Rycly e da quest’ultimo eseguite dal vivo. Con Monika Dryl, Gabriel Gawin, Julianna Bloodgood, Emma Bonnici, Kacper Kuszewski, Rafal Habel, Anu Almagro, Lukasz Wojcik, Jenny Kaatz, Henry McGrath, Adam Clifford. Uno spettacolo in esclusiva nazionale.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 14 Aprile 2016

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