La verità sulla casa cella di Angelo: un ex scantinato, utilizzato come sala lettura
L’appello di Donato Cippone, già consigliere comunale dal 2005 al 2009, a trovare una soluzione al problema per garantire all’ipovedente il suo diritto alla casa, è stato pubblicato da pochi organi di informazione, nei giorni scorsi. Segno, forse, che dell’emarginazione e’ meglio parlarne il meno possibile, per non disturbare i vari manovratori. Ma siamo già alla seconda puntate e torniamo in argomento per dire che sono due adesso le notizie sconvolgenti. Secche, amare, così amare da lasciare un senso di tristezza addosso. La casa di Angelo Capriati, ipovedente, disabile al 100%, quella specie di alloggio che gli è stato assegnato dal Comune di Bari con il decreto num. 5/2014 Prot..n. 33727/II/I, non è un’abitazione. Non è neanche quel monolocale che pure potrebbe sembrare. Stando ad un’analisi effettuata presso il catasto quella “cella”, senza servizi, figura come scantinato. Evidentemente non c’è stato un aggiornamento. Anche perché quello stesso locale-cella si è capito a cosa è servito in tempi passati. Ma Cippone, come detto, è andato a fondo della questione. E così dopo aver parlato con un istruttore tecnico del comune è riuscito a capire che l’immobile sito in Strada Santa Chiara, 15 è stato utilizzato ai suoi piani superiori come residenza per ospitare studenti Erasmus. L’ambiente oggi assegnato al signor Capriati era invece usato come sala lettura e biblioteca. Ecco perché non c’è la cucina ed ecco perché nel bagno manca il bidet. Ecco perché quella dimora per lui è un pericoloso percorso a ostacoli, ricco di barriere architettoniche. La questione però è anche un’altra. Angelo nelle prossime ore potrebbe diventare un senza tetto, un cittadino vagabondo e senza fissa dimora, costretto a vivere in strada, perché la famiglia che in questi anni si è prodigata accogliendolo nella propria casa, per sopravvenute patologie sanitarie non potrà più ospitarlo e occuparsi di lui. <
Francesco De Martino
Pubblicato il 19 Aprile 2014