Cronaca

La vertenza infinita degli ex Ccr alla ‘Sanitaservice’

Tornano a galla problemi che sembrano davvero incancreniti alla Sanitaservice, denunciati nuovamente da Gino Cipriani, Segretario del Sindacato Autonomo GIL-Sanità”. Da tempo, infatti, con proprie note, missive e raccomandate Cipriani ha sollecitato i vertici sanitari e amministrativi dell’Azienda Policlinico Consorziale di Bari al fine di attivare tutte le procedure per l’assunzione da “part-time’ a “full-time’ (…e cioè a tempo pieno) delle ottanta unità che appartenevano alle ex Cliniche Riunite in servizio, appunto, presso la Sanitaservice-Policlinico Bari. Fatto sta che tutti questi solleciti sono rimasti nei cassetti di chissà quale burocrate o pezzo grosso di piazza Giulio Cesare, senza trovare mai riscontro. Una brutta rogna per l’ex consigliere comunale e sindacalista barese che però non s’è mai tirato indietro e adesso ci tiene a precisare che all’Azienda Sanitaria Locale di Bari e alla Asl di Barletta-Andria-Trani da mesi tutti i lavoratori delle vecchie Case di Cura Riunite hanno già sottoscritto il contratto. Passando a lavorare a tempo pieno in corsie e reparti e uffici della Asl/Bat. <<Non si riescono a comprendere le ragioni per cui alla Sanitaservice del Policlinico Bari ad oggi non si intraveda alcuna volontà o iniziativa per procedere alla stabilizzazione dei lavoratori ex C.C.R.>>, sbotta il segretario ‘Gil/Sanità, precisando, altresì, che a differenza dei lavoratori già stabilizzati nelle altre ASL, quelli in servizio presso la Sanitaservice Policlinico sono i primi nella graduatoria degli ex C.C.R. Insomma, una vera e propria discriminazione senza motivazioni apparenti. Ma non è finita. Tutti questi lavoratori –in tutto un ottantina, come detto – non hanno beneficiato di alcun privilegio in quanto occupano posti vacanti in organico e stessi furono formati prima dell’assunzione. Alla fine Cipriani lancia il suo ‘anatema’, pronto a scendere in campo con motivi più convincenti per superare ostacoli e fossati che dividono i vecchi dipendenti dell’impero una volta di Cavallari dal raggiungere obiettivi e diritti sacrosanti. <Ove entro tempi ragionevoli non dovesse pervenire alcun concreto riscontro alle ultime denunce, questa Organizzazione Sindacale intraprenderà ogni iniziativa di protesta al fine di salvaguardare i diritti dei lavoratori, ivi compreso le iniziative legali giuridiche>. Una questione che si trascina da troppo tempo, quella della stabilizzazione dei lavoratori Sanitaservice. Correva la primavera 2015 quando sul Lungomare Starita i circa ottocento dipendenti della società di supporto al servizio sanitario della Regione Puglia chiedevano all’allora direttore generale, Vito Montanaro, garanzie occupazionali. E già quattro anni fa sembrava l’anno per risolvere la vertenza, dopo l’ennesimo incontro tra lavoratori, rappresentanti sindacali e dell’amministrazione sanitaria. Ma procediamo per ordine. Già la legge di stabilità 2015 prevedeva la razionalizzazione e il contenimento dei costi – con possibile smantellamento delle società in house in quanto le strutture pubbliche entro il 31 marzo- con un piano operativo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute, ma anche modalità e tempi di attuazione. Soprattutto l’esposizione in dettaglio dei risparmi da conseguire. Questo piano, corredato di un’apposita relazione tecnica, era stato trasmesso alla competente sezione regionale di controllo della Corte dei Conti e pareva segnato in positivo il destino delle Sanitaservice in Puglia, cercando già da quattro anni fa di dare ai lavoratori certezze per il futuro senza “false illusioni” alla società ‘in house’ denominate Sanitaservice della Puglia. Certo, nessuno dipendente ha perduto il posto di lavoro, ma sui contratti pende ancora una pesante spada di Damocle che bisogna spezzare. Al più presto…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 4 Luglio 2019

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