Cronaca

“La vigilanza dinamica? Serve solo a peggiorare la situazione…”

Continua frenetico il lavoro dei Provveditori regionali dell’amministrazione penitenziaria, impegnati coi preparativi per rendere esecutivo  il progetto per rendere più sicura la vigilanza negli istituti di pena, mentre in prima linea in Puglia si schierano il Capo del DAP Tamburino e il suo Vice Pagano, attraverso un progetto riguardante la “Vigilanza Dinamica”. Ma non tutti sembrano in linea. Il Sappe, sindacato autonomo polizia penitenziaria, ritiene che questo modo di fare  sia  un po’ <…furbetto poiché nato per  aggirare il grave problema del sovraffollamento delle carceri, la grave carenza di poliziotti penitenziari e, magari, anche gli obblighi dell’Europa che ha intimato all’Italia di rispettare i diritti dei detenuti lasciando loro lo spazio vitale di almeno 7 mq>. In pratica, si vuole cercare di tenere tutta la giornata aperti i detenuti per farli rientrare nelle loro stanze solo per dormire, lasciando ad alcune telecamere il controllo della situazione. Da parte sua, invece, gli operatori e loro rappresentanti si stanno battendo contro questo provvedimento, ritenendolo addirittura <…assolutamente destabilizzante per le carceri italiane>. Motivo? Beh, lasciando le sezioni detentive all’autogestione dei detenuti, si potrebbero ricostituire quei rapporti  di gerarchia tra detenuti per cui i più potenti e forti potrebbero spadroneggiare sui più deboli. In secondo luogo, sempre ad avviso del Sappe,  si sta ignorando l’articolo 387 del codice penale per il quale potrebbe essere comunque l’agente, anche se  esiliato davanti a un monitor, a rispondere penalmente di qualsiasi cosa accada nelle sezioni detentive. <. E per essere certi di non sbagliare, si consideri che, solo nel 2012, sono stati più di mille i detenuti che hanno tentato il suicidio ma che sono stati salvati all’ultimo minuto grazie proprio all’intervento dei poliziotti penitenziari che attuano un controllo visivo e concreto delle sezioni detentive. Insomma, cosa sarebbe accaduto se queste persone, grazie alle trovate del CAPO DAP e del suo VICE,  fossero rimaste da sole, possibile che le due eminenze grigie dell’amministrazione penitenziaria non abbiano pensato a ciò? Forse ora potremmo stare a contare molti più morti per la geniale trovata di questi signori che pure sono pagati profumatamente centinaia di migliaia di euro l’anno. Insomma, la cosiddetta ‘vigilanza dinamica’ potrebbe avere un senso nel momento in cui ai detenuti venissero offerte concrete situazioni di lavoro, attività trattamentali serie   ma non certamente se vengono lasciati a bighellonare tutta la giornata nelle sezioni detentive. Anche se il sovraffollamento in questo momento è il più grave problema delle carceri italiane, non si può non tener conto che negli ultimi venti anni sono stati diciassettemila (!) i tentativi di suicidio sventati dalla polizia penitenziaria. , la conclusione di chi opera in prima linea nelle carceri.

 

Antonio De Luigi 


Pubblicato il 5 Giugno 2013

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