“La vigilanza dinamica? Serve solo a peggiorare la situazione…”
Continua frenetico il lavoro dei Provveditori regionali dell’amministrazione penitenziaria, impegnati coi preparativi per rendere esecutivo il progetto per rendere più sicura la vigilanza negli istituti di pena, mentre in prima linea in Puglia si schierano il Capo del DAP Tamburino e il suo Vice Pagano, attraverso un progetto riguardante la “Vigilanza Dinamica”. Ma non tutti sembrano in linea. Il Sappe, sindacato autonomo polizia penitenziaria, ritiene che questo modo di fare sia un po’ <…furbetto poiché nato per aggirare il grave problema del sovraffollamento delle carceri, la grave carenza di poliziotti penitenziari e, magari, anche gli obblighi dell’Europa che ha intimato all’Italia di rispettare i diritti dei detenuti lasciando loro lo spazio vitale di almeno 7 mq>. In pratica, si vuole cercare di tenere tutta la giornata aperti i detenuti per farli rientrare nelle loro stanze solo per dormire, lasciando ad alcune telecamere il controllo della situazione. Da parte sua, invece, gli operatori e loro rappresentanti si stanno battendo contro questo provvedimento, ritenendolo addirittura <…assolutamente destabilizzante per le carceri italiane>. Motivo? Beh, lasciando le sezioni detentive all’autogestione dei detenuti, si potrebbero ricostituire quei rapporti di gerarchia tra detenuti per cui i più potenti e forti potrebbero spadroneggiare sui più deboli. In secondo luogo, sempre ad avviso del Sappe, si sta ignorando l’articolo 387 del codice penale per il quale potrebbe essere comunque l’agente, anche se esiliato davanti a un monitor, a rispondere penalmente di qualsiasi cosa accada nelle sezioni detentive. <
Antonio De Luigi
Pubblicato il 5 Giugno 2013