La vita felice non dura a lungo
Nel Parco Archeologico e Naturalistico di Santa Maria D’Agnano a Ostuni andrà in scena una produzione Teatro Folletti e Folli
La difficoltà che i teatranti incontrano nel reperire spazi dove esibirsi, combinata con l’urgenza di avvicinare il pubblico in generale a siti di valore culturale o ambientale non abbastanza promossi, sta dando vita a rappresentazioni all’interno dei ‘contenitori’ più inattesi : riserve naturali, chiese, castelli, saloni nobiliari, siti archeologici… L’ultima novità viene da Ostuni, nel cui territorio si allarga il Parco Archeologico e Naturalistico di Santa Maria D’Agnano. In quei tredici ettari a un due chilometri dalla città bianca, domani, mercoledì 30 agosto, alle 20:30 andrà in scena una produzione Teatro Folletti e Folli, ‘La vita felice’, con Onofrio Fortunato, Dario Lacitignola e Giuseppe Nacci, diretti da Antonella Colucci. ‘La vita felice’ racconta la storia di Aldo, Bruno e Ivan, tre amici di lunga data, il cui storico rapporto viene improvvisamente incrinato dall’avvento di una grossa novità. Dalle note di regia : “I personaggi ritraggono la società contemporanea, oggi più che mai rappresentazione di un individualismo estremo che si identifica in modelli stereotipati, visto anche il complesso momento storico che ha quasi costretto gli esseri umani a rinchiudersi in uno spazio domestico dominato esclusivamente dai media e dai social; uno spazio protetto, ma altrettanto pericoloso, senza via di fuga. In teatro le situazioni però, come nella vita reale, possono ribaltarsi da un momento all’altro, le nevrosi quotidiane e la fragilità dei sentimenti possono mutare forma e trasformarsi…”. Ingresso gratuito senza prenotazione sino ad esaurimento posti. Veniamo ora al Parco d’Agnano. Era il 1987 quando il sito divenne oggetto di una campagna di scavi condotta dal paleontologo Donato Coppola con la collaborazione di numerosi studiosi provenienti da università e centri di ricerca italiani e stranieri. L’eccezionalità delle scoperte (un grande riparo sottoroccia impiegato per 30mila anni come santuario) determinò quattro anni dopo l’istituzione del Museo di civiltà preclassiche della Murgia meridionale, sito a Ostuni al civico 15 di via Cattedrale. Il reperto più prezioso che vi si conserva, e proveniente dagli scavi di Santa Maria d’Agnano, è la Donna di Ostuni. Si tratta dei resti di una donna vissuta circa 28mila anni fa e sepolta con un bimbo ancora in grembo. Il corpo della giovane donna (si suppone avesse una ventina d’anni quando spirò) si presentava in posizione rannicchiata, con la mano sinistra sotto una guancia e la destra appoggiata sul ventre in un gesto protettivo. La sconosciuta aveva ai polsi bracciali di conchiglie e un copricapo ancora di conchiglie. Nella stessa grotta sono stati rinvenuti pure i resti di uno scheletro, denominato “Ostuni 2”; il pessimo stato di conservazione del reperto non ha consentito di determinare il sesso.Non si esclude che ulteriori scavi possano riportare alla luce altri resti umani del Paleolitico.
Italo Interesse
Pubblicato il 29 Agosto 2023