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Laboratori privati sempre più in guerra con la Regione

 

Continua lo stato di agitazione dei titolari di laboratori d’analisi privati ed accreditati dalla Regione Puglia, che da dieci giorni hanno sospeso tutte le prestazioni in convenzione, a seguito della decisione unilaterale del Governo regionale di introdurre dall’inizio di giugno un tariffario ridotto del 60% per pagare le prestazioni a carico del Servizio sanitario regionale. La vicenda, oltre ad aver causato malumori e proteste tra gli operatori sanitari privati, sta provocando disagi a tanti pugliesi che non possono permettersi di accollarsi l’intero costo di esami sanitari presso laboratori privati e, quindi, sono costretti dal 11 giugno scorso, per tali prestazioni, a rivolgersi soltanto ai laboratori pubblici delle Asl, che spesso richiedono all’inizio una prenotazione e, poi, tempi d’attesa più lunghi per gli esiti, risultando oberati di lavoro, quando le domande di prestazioni sono di gran lunga superiori alle effettive capacità tecniche di risposta, in tempi ragionevoli, per l’utenza. Il problema tra i centri privati d’analisi convenzionati e la Regione è sorto dopo che quest’ultima, con la deliberazione di giunta n.951 del 13 maggio scorso, ha deciso di recepire un Decreto ministeriale di ottobre 2012 dell’ex ministro della sanità, Balduzzi, che ha introdotto un nuovo tariffario nazionale tuttora oggetto di contestazione, attraverso un procedimento impugnativo davanti al Tar Lazio del decreto, poiché le nuove tariffe, secondo gli operatori del settore, sarebbero in molti casi addirittura al di sotto dei necessari costi di produzione. Circostanza, questa, che pur essendo stata fatta presente all’assessore pugliese alla Sanità, Elena Gentile, dalle 4 organizzazioni di categoria (Anisap, Federbiologi, Federlab e Lanap) che in Puglia rappresentano i 282 centri privati d’analisi convenzionati, non ha sortito alcun ripensamento del Governo regionale sulla questione, le cui conseguenze negative sono state di fatto scaricate unicamente sui cittadini pugliesi, che al momento non possono usufruire del servizio sanitario offerto dai privati in convenzione e, quindi, della libertà di scegliere nella propria regione il centro d’analisi di propria fiducia. Infatti, in un comunicato congiunto, le 4 sigle di rappresentanza della categoria, accusano il Governo regionale di insensibilità al problema, poiché l’unica risposta ai disagi causati ai pugliesi dalla mancata possibilità di avvalersi, senza costi sanitari aggiuntivi, anche di un servizio d’analisi privato è quella di aver promesso un potenziamento del servizio d’analisi presso i centri Asl. Una promessa che è paradossale, secondo il segretario dell’Anisap-Puglia, Francesco Facchini, che si chiede: “Perché i pugliesi dovrebbero credere a tale promessa?” E, soprattutto, rileva Facchini: “Perché se bastava così poco, per potenziare il servizio d’analisi offerto nelle strutture pubbliche, non è stato fatto in questi anni in cui le liste d’attesa sono cresciute vergognosamente? Anzi – prosegue il segretario regionale dell’Anisap – grazie ai laboratori privati convenzionati la Puglia è riuscita in questi anni a dotarsi di un moderno ed efficiente progetto di Medicina sul territorio in grado di eliminare gli inconvenienti di un sovraffollamento dei laboratori pubblici”. Ed allora “Perché – rilevano nella nota le rappresentanze pugliesi dei laboratori privati – il Governo pugliese ignora il grido d’allarme di una categoria che ha l’unica colpa di far parte di una ‘Regione non virtuosa’ come, viceversa, virtuose sono altre regioni settentrionali indicate nel D.M. di Balduzzi che impone il Nuovo  Tariffario?” Ed ancora, ci si domanda nella nota: “Chi ha le colpe di questo mancato virtuosismo?” Una colpa i cui effetti si stanno già ripercuotendo sui cittadini utenti dei laboratori privati accreditati che, da qualche settimana, sono costretti a lunghe code presso i centri Asl, ma che investirà sicuramente gli operatori dei centri privati d’analisi che si vedranno costretti a chiudere o, nella migliore delle ipotesi, licenziare i dipendenti. Infatti, si legge nel comunicato sindacale della categoria: “Dove sta la grande difesa del Sud tanto sbandierata dai politici che governano la Puglia? E’ possibile mai che ad una categoria in difficoltà economica, per gli sconsiderati ed irrazionali tagli tariffari, la Regione voglia staccare la spina,non rendendosi perfettamente conto dei danni che ciò provocherebbe al settore e, soprattutto, agli utenti?” Utenti che, come si fa notare nello stesso comunicato, quando sono residenti in zone della Puglia vicine alla Basilicata o al Molise, si possono tranquillamente rivolgere, per tutte le analisi a carico del Ssn, presso i centri Asl di quelle regioni, dove non c’è il problema delle liste d’attesa, e dove però saranno remunerate dalla Regione Puglia a prezzo pieno, perché non decurtato dal Decreto di Balduzzi. E questo rappresenta un ulteriore paradosso alle decisioni assunte recentemente dal Governo regionale pugliese che, con la sua latitanza sul problema dei costi di produzione sollevati dagli operatori dei centri d’analisi accreditati, sta dimostrando di smentire clamorosamente se stesso e tutto ciò che di buono, in precedenza, aveva dichiaratori voler fare nel sistema sanitario regionale.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 21 Giugno 2013

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