L’accademia delle corna
Si dice di noi italiani a proposito della nostra gestualità che quando apriamo bocca è come se sventolassimo il tricolore. E’ una simpatica esagerazione che però qui a sud trova un fondo di verità. Noi baresi, per esempio, ci distinguiamo in quest’arte di enfatizzare parole e toni. Ma i veri maestri sono i napoletani. Il primo a studiare questo primato fu Andrea De Jorio, un canonico-archeologo nato a Procida il 16 febbraio del 1789 e del quale, quindi, ricorre oggi il suo 227esimo anniversario. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche, De Jorio deve la sua fama a ‘La mimica degli antichi investigata nel gestire napoletano’, un libro pubblicato nel 1832. L’originalità di questo studio sta nell’aver individuato una continuità tra passato e presente con particolare riferimento alla comunicazione non verbale in uso presso gli antichi Greci e ricavata dalle raffigurazioni presenti sui reperti archeologici. Questo tema secondo alcuni studiosi farebbe del De Jorio il primo entografo della mimica. ‘La mimica degli antichi’ è infatti corredato da molte e preziose tavole a china che illustrano come si impone il silenzio, come si fa marameo, come si invita a fare attenzione… Un’intera sezione è dedicata al gesto delle corna. Esistono più di cento modi di fare le corna : Non è mai casuale l’uso della mano sinistra, della destra o di entrambe. E il gesto accompagnato da una veloce rotazione ritmica del polso oppure da un movimento ondulatorio del palmo segnalano intenzioni diverse. E il modo di protendere il braccio, l’allargare il pollice piuttosto di tenerlo aderente all’indice, l’accavallare o meno anulare e medio sono modi differenti di respingere il malocchio, scacciare l’invidia, alludere a un coniuge fedifrago… Inizialmente salutato dal successo, il libro finì col rivelarsi un boomerang a causa della sezione dedicata alle corna. Quando per invidia o stupidità qualcuno mise in giro la voce che il suo autore era iettatore, per De Jorio fu la fine. A parlarne è Alexandre Dumas in ‘Le corricolo’, antologia di racconti ispirati alla vita del popolino partenopeo e scritti dal romanziere francese quando venne a visitare Napoli e l’Italia meridionale (tanto che nell’edizione inglese il libro fu pubblicato con altro titolo : ‘Sketches of Naples’). In un capitolo si legge che “il canonico Orioni” (sicuro anagramma di De Jorio, osserva il Croce), dopo aver lungamente chiesto un’udienza a Ferdinando I, riuscì ad ottenerla solo il giorno in cui il Borbone morì… Chissà se la Pellegrini, coma la foto mostra, usò ‘correttamente’ il segno delle corna per allontanare l’invidia il giorno in cui si laureò campione del mondo sui duecento stile libero.
Italo Interesse
Pubblicato il 16 Febbraio 2016