Cultura e Spettacoli

L’aerostato, la rivincita del gioco fai-da-te

Dopodomani a Rutigliano, in piazza XX settembre, si festeggerà la quarta edizione della Notte Bianca dei Piccoli. Nell’occasione verranno lanciate piccole mongolfiere costruite da bambini nell’ambito di un laboratorio ad hoc. ‘La fabbrica degli aerostati’ è stata una delle più simpatiche novità dell’estate rutiglianese. Condotto da maestri artigiani, il breve corso ha fornito ai suoi giovanissimi partecipanti i mezzi e le conoscenze necessarie alla costruzione di minuscoli prototipi, in materiale povero, di questo antichissimo mezzo di trasporto e osservazione. Abbiamo detto antichissimo non tanto per il fatto che la sua invenzione è attribuita ai soliti cinesi tra il II e il III secolo d.C., quanto per una teoria seducente che rimanda al mistero del deserto di Nazca. E’ noto che questo arido altopiano peruviano è solcato da ‘geoglifici’, linee tracciate sul terreno con straordinario senso della geometria e il cui imponente complesso riproduce più di 800 animali stilizzati. Le enormi dimensioni di queste riproduzioni (quella della lucertola arriva a 180 m.) hanno indotto gli studiosi più audaci a ritenere possibili tali disegni solo a condizione che qualcuno li dirigesse dall’alto. Non esistendo l’elicottero tra il 500 e il 300 a.C., periodo in cui vissero i Nazca (gli indigeni che avrebbero solcato quegli straordinari geoglifici), viene da pensare all’uso di rudimentali aerostati. Per dimostrarlo, Julian Nott, un aeronauta statunitense, utilizzano materiali non sconosciuti ai Nazca (tessuto di cotone per il pallone e canne di bambù per la ‘gondola’), alcuni anni fa costruì una mongolfiera alimentata da fuoco a legna. Volando nel cielo di Nazca, Nott dimostrò che, pur non essendovi alcuna evidenza che un simile volo fosse stato realizzato da quelle popolazioni precolombiane, era tuttavia evidente che la tecnologia per farlo fosse alla loro portata. La mongolfiera, dunque, vanta origini lontanissime ed ‘elevate’. I suoi discendenti sono palloni destinati a scopi metereologici, sportivi, pubblicitari, turistici e persino militari. Ma i piccoli aerostati destinati dopodomani, al primo buio, a colorare di gioioso stupore il cielo di Rutigliano nulla avranno di questa raffinatissima tecnologia. Parliamo infatti di giocattoli usa-e-getta (quando il lumino che alimenta l’aria calda si consuma, queste mongolfiere precipitano disintegrandosi), giocattoli assemblati con materiali poveri come carta velina e strisce di cartoncino, poi decorati con immagini di fantasia e scritte augurali, nastri colorati e svolazzanti. Un divertimento sano, poeticamente alternativo all’aridità di giochi virtuali da telefono cellulare.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 4 Settembre 2013

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