Laforgia contrario alle primarie per sottrarre la città ai compratori e portatori di voti
Il candidato in pectore ha reagito con durezza a chi nel centrosinistra invoca le primarie definendole "esercizio di democrazia", ma con il solo scopo di metterlo fuori gioco
Il presidente dell’associazione politico-culturale barese “La Giusta causa”, Michele Laforgia, ha replicato con durezza all’affermazione del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che recentemente, commentando il “No” secco alle primarie del M5S e delle forze progressiste (tra le quali figurano Socialisti, Verdi e Sinistra italiana) che sostengono la candidatura a sindaco del noto penalista barese, aveva dichiarato che le primarie sono un esercizio di democrazia. Infatti Laforgia, intervenendo alla Convenzione dei partiti e associazioni che sostengono la sua candidatura a Primo cittadino ha replicato a quanto sostenuto da Emiliano dichiarando che “a Bari le primarie non sono un esercizio di democrazia”. E con tale risposta unitaria il gruppo di forse aderenti alla “Convenzione per Bari 2024”, sorta – come si ricorderà – lo scorso luglio intorno alla proposta di candidatura a sindaco di Laforgia per il dopo Decaro, ha rinsaldato la propria posizione unitaria e contraria alle primarie per la scelta del nome da mettere a capo della coalizione di centrosinistra ed M5S per le prossime amministrative baresi. Il gruppo di partiti ed associazioni riuniti intorno alla candidatura di Laforgia ha inoltre chiesto al partito barese di Elly Schlein (che però in Puglia è ritenuto, invece, di Emiliano e della sua “appendice” barese, Antonio Decaro) Pd di riportare al più presto la discussione al tavolo del centro sinistra, per fare sintesi sul programma e sul nome da scegliere come prossimo candidato sindaco, ma senza primarie. Infatti, nel corso dell’incontro di Laforgia con le forze che, insieme a “La Giusta causa”, hanno costituito la “Convenzione per Bari 2024, la presa di posizione di Emiliano contro chi si oppone alle primarie è stata definita un’uscita “violenta e rozza”, finalizzata a delegittimare la candidatura a sindaco dello stesso Laforgia che, in tale percorso, troverebbe l’ostilità non solo del governatore pugliese, ma anche di una parte del Pd barese e, più in particolare, di quella parte dei Dem che vorrebbe invece il deputato Marco Lacarra come eventuale successore di Decaro. All’incontro con Laforgia erano presenti i socialisti Onofrio Introna e Alberto Tedesco, il Verde Mimmo Lomelo, l’assessora barese al Welfare, Francesca Bottalico, nella sua qualità di rappresentante della lista civica “Bari bene Comune”, il rettore dell’Università barese “Aldo Moro”, Stefano Bronzini, Sinistra Italiana, Progetto Bari, il neo presidente cittadino di Italia Viva e il sindaco pentastellato di Noicattaro, Raimondo Innamorato, in quanto responsabile provinciale del M5S, che ha evidenziato la disponibilità del Movimento a dare il suo contributo al centrosinistra barese per le prossime amministrative, dopo aver fatto finora opposizione. Disponibilità – ha sottolineato Innamorato – che parte dalla valutazione dei nomi e dei profili che saranno portati sul tavolo del centrosinistra cittadino alla luce del programma da definire unitariamente e con la scelta del candidato sindaco da effettuare in base a quest’ultimo. Scelta che, anche per i pentastellati, non può essere affidata ai “gazebo”. Poi, tutti hanno ringraziato Laforgia per la sua generosa disponibilità ed a lui, poi, è stata affidata la conclusione dell’incontro. Laforgia ha ribadito nuovamente il suo “No” alle primarie a Bari e, quindi, di non essere disponibile a cimentarsi in tal genere di corsa, chiarendo che tale sua decisione non è per paura, ma per togliere alla città l’ipoteca dei portatori e compratori di voti. Per poi terminare il suo discorso con un avvertimento che, in questo caso, è stata anche una precisazione che rende forse anche l’idea di quale possa essere stata finora la situazione politica barese all’intero di un certo fronte politico. “Io non prendo ordini” – ha esclamato Laforgia, per in fine precisare: “Possiamo discutere con chiunque e fare tutti gli accordi politici di questo mondo, ma non si governa una grande città facendo accordi ai tavolini dei bar, e sottoscrivendo cambiali”. “Bisogna restituire un po’ di questa discussione alla democrazia vera – ha evidenziato in ultimo Laforgia – non a quella truccata”. Come dire, forse, che a Bari il campo dei progressisti ha bisogno di “aria nuova” per una democrazia che sia sostanziale e non solo di facciata. Più chiaro di così Laforgia, forse, non poteva essere nella rappresentazione politica e di governo della nostra odierna realtà locale.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 9 Novembre 2023