Cultura e Spettacoli

L’agenda che ustiona

E’ difficile che in Italia una strage sia indipendente dall’altra. Esiste un filo che le lega tutte, da Piazza Fontana a via d’Amelio : ventitré anni di sangue, dal 1969 al 1992 (con la ‘prolunga’ nel ’93 degli eccidi  di via dei Georgofili a Firenze e  di via Palestro a Milano). E’ lo stesso funesto filo, lungi dall’essere stato troncato, si mantiene come in agguato, proteso verso gli inevitabili (dal punto di vista del Sistema) massacri del futuro. Che diremo delle stragi di Stato o di mafia di domani? Forse le stesse cose che si ripetono a proposito del caso Ustica, del delitto Moro, della bomba alla stazione di Bologna….. Anche quando si arriva a mandanti e esecutori (e ce ne vuole), la verità nel Belpaese non appaga, perché puntualmente si presenta incompleta, contraddittoria, persino controproducente. Ma che fare, arrendersi e rassegnarsi a chiudere fascicoli e a non aprirne più di nuovi? Impensabile. L’Italia non è marcia del tutto. Ciò suona per i ‘resistenti’ come una chiamata alle armi. Rientra in tale spirito un allestimento di Collettivo Teatro Prisma in cartellone questa settimana al Piccolo Teatro di Bari Eugenio D’Attoma. Scritto e diretto da Giovanni Gentile e interpretato da Barbara Grilli, ‘L’agenda – 19 luglio 1992’  andrà in scena venerdì 18. L’agenda in questione era quella su cui Borsellino vergava verità tanto segrete quanto determinanti e da cui egli non si separava mai. Il giorno della strage di Palermo gli inquirenti cercarono inutilmente quel documento sul teatro della tragedia… Si trattò di “uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana. Sarebbe lecito interrogarsi sulle finalità realmente perseguite dai soggetti, inseriti negli apparati dello Stato, che si resero protagonisti di tale disegno criminoso” (dalla sentenza Borsellino-quater). Logico allora domandarsi quale sia il filo comune alla strage di via D’Amelio e a quella avvenuta, solo cinquantasette giorni prima a Capaci, in cui perse la vita il Giudice Falcone. E’questa la prima di una serie di domande da cui trae linfa il lavoro di Gentile, già reduce da spettacoli-inchiesta di questo genere (ricordiamo ‘Chi ha paura di Aldo Moro’, andato in scena al Duse a giugno di due anni fa). Un lavoro che cerca di gettare luce su una delle pagine meno gloriose della moderna storia d’Italia (fa male vedere uno Stato che muove un passo e poi ne fa due all’indietro, intanto che svia indagini e inquina prove. ‘L’agenda’ – ci tengono a far saper Giovanni e Barbara – è dedicato a Lucia, Manfredi, Fiammetta e Salvatore Borsellino e al Movimento delle Agende Rosse.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 15 Ottobre 2019

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