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L’Agricoltura è un’emergenza nell’emergenza che necessità di un assessore regionale a tempo pieno

In Puglia, una emergenza nella emergenza determinata dal Coronavirus è quella del comparto agricolo regionale. Infatti, con la Xylella fastidiosa degli ulivi che inesorabilmente continua ad avanzare, con le recenti gelate di inizio primavera rischiano di compromettere i nuovi raccolti, a cominciare dalle primizie, con il latte rimasto in venduto nelle stalle e poi versato nei terreni dai titolari di allevamenti bovini, bufalini e ovi-caprini  perché è diminuita notevolmente la domanda, a causa delle necessarie chiusure di bar ed alte attività di somministrazione alimentare, però continua ad arrivare in Italia il latte straniero, con gli aiuti comunitari del Psr derogati ma comunque in scadenza, con i cinghiali ormai nei centri abitati e l’elenco delle criticità potrebbe ancora continuare, il settore primario nella nostra regione rischia il collasso se, in tempi rapidi, non ci sarà chi nella nostra regione si occuperà a tempo pieno di tali problemi. Situazione, questa, che – secondo il Gruppo dei sei consiglieri regionali di Fratelli d’Italia (Erio Congedo, Giannicola De Leonardis, Luigi Manca, Renato Perrini, Francesco Ventola e Ignazio Zullo) – necessiterebbe di un assessore all’Agricoltura a tempo pieno e non impegnato nell’emergenza Covid 19, come è attualmente in Puglia, dove – come è noto – sia la delega alla Sanità che quella all’Agricoltura sono accentrate nelle mani del presidente della giunta, Michele Emiliano. Ma non solo questo, fanno inoltre notare i rappresentanti del partito della Meloni, che in una nota hanno esclamato: “sempre lui coordina tutti gli Assessori Regionali all’Agricoltura nella Conferenza Stato-Regione. Insomma troppi ruoli accentrati solo sulla sua persona!” Ed al termine della nota gli stessi consiglieri di Fdi affermano: “Abbiamo sempre sostenuto che la Puglia avesse bisogno di un assessore alla Sanità, ma ci rendiamo conto che non lo ha nemmeno nell’agricoltura. Ma ora sicuramente non si può fare a meno di un assessore all’Agricoltura, la situazione è drammatica anche in questo settore. In questo momento nel quale lui è impegnato sul fronte della Sanità lasci la poltrona e nomini subito un Assessore che coordini le politiche agricole a tempo pieno. I danni sono considerevoli, ma limitiamoli e in questo momento salviamo il salvabile”. E la situazione per gli agricoltori pugliesi è davvero drammatica se si pensa che, oltre a patire le tante criticità del settore innanzi accennate contestualmente all’emergenza sanitaria mondiale in atto, sono costretti anche a preoccuparsi di come evitare multe ingiuste e sanzioni verosimilmente illegittime. Ed al riguardo la denuncia è del, presidente  di Cia-Puglia (Confederazione agricoltori italiani), Raffaele Carrabba, che con una nota ha evidenziato che nella nostra regione ci sono possessori e conduttori di terreni agricoli multati mentre si recavano sui propri fondi, per svolgere quelle operazioni colturali necessarie ed improrogabili in questo periodo, pena il rischio di compromettere l’intera annata agricola, anche se l’attività è a sostegno solo del fabbisogno alimentare familiare. E ciò è quanto accaduto – secondo Cia-Puglia in diverse località della regione, nonostante sia il Dpcm dell’11 marzo che tutti quelli più recenti garantiscano le attività del settore agricolo e zootecnico con le relative produzioni, al preciso scopo di assicurare le forniture alimentari dell’intera collettività e, con essa, naturalmente anche al produttore agricolo e alla sua famiglia. E questo, ovviamente, indipendentemente dal fatto che quanto ottenuto dallo svolgimento dell’attività agricola sia destinato in tutto o in parte al proprio fabbisogno. “Il fastidioso e costoso equivoco, – ha rivelato Carrabba –  viste le multe salate che sono state comminate, si è ripetuto e si sta ripetendo molto spesso in tutta la Puglia, con episodi e segnalazioni in ogni provincia”, facendo pure presente che a Taranto e Brindisi, sono già state inviate due lettere ufficiali indirizzate ai rispettivi Prefetti. Mentre, nei prossimi giorni, uguali segnalazioni potranno essere inviate alle Prefetture di Bari, Bat, Foggia e Lecce. E poiché tale condotta “appare incomprensibile” per il presidente di Cia-Puglia, quest’ultimo rivolgendosi aiPrefetti ha  dunque affermato: “chiediamo di adoperarsi  affinché gli spostamenti ‘da’ e ‘verso’ i fondi rustici, anche per ottemperare agli obblighi di soggetti che si dedicano allo svolgimento delle attività agricole e zootecniche, vengano sempre ed in ogni caso annoverati, ai fini autorizzativi, tra le situazioni di necessità e urgenza, anche per coloro i quali devono ottemperare agli obblighi imposti dalla Regione Puglia relativi alla lotta e contenimento del batterio Xylella fastidiosa per la manutenzione dei fondi rustici, operazioni che comprendendono, oltre che le arature, anche le operazioni di potaturae le pratiche colturali previste dalle norme” anche quando tra coloro che devono ottemperare a tali attività “non possedendo in alcuni casi partita Iva eiscrizione alla Camera di Commercio”. In merito alle multe e sanzioni emesse in violazione agli obblighi anti-Coronavirus varati con i decreti governativi, c’è anche un lungo comunicato dell’Aduc (Associazione degli utenti e consumatori) che al riguardo ritiene che “errori da parte di chi deve rispettare e chi deve far rispettare la legge sono sì fisiologici, ma qui stiamo andando oltre. Quindi e intanto, è bene che chi si sente ingiustamente colpito faccia ricorso contro queste multe”. Infatti, secondo l’Aduc, sarebbe forse bene capire e far capire ai singoli come si trasmette il virus rispettando i canoni scientifici e non sforzandosi di regolamentare ogni singolo segmento di vita dell’individuo E, quindi, responsabilizzandolo come membro di una comunità il più possibile coesa, anziché procedere soltanto con l’attività repressiva. “Forse, – sottolinea l’Associazione degli utenti e consumatori al termine della sua nota – con efficaci campagne informative, si potrebbe far capire che oltre alle sanzioni amministrative e penali esistono le pene del Coronavirus che possono colpire tutti e che vanno dai pochi giorni di detenzione a letto, fino alle quattro settimane di terapia intensiva, intubati e a pancia in giù. Mentre per il 10% circa dei ricoverati è prevista ed applicata la pena capitale”. Concludendo con un’evidente ironia: “Forse, capendo questo, sarebbe più lieve la detenzione domiciliare”.Peccato, però, che non sempre e non tutti, in situazioni rischiose e drammatiche come quella attualmente in atto a causa della pandemia, sono responsabilizzati al punto da attenersi alle regole per il bene di ciascuno, a cominciare dal proprio e dei propri cari.

 

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 3 Aprile 2020

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