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L’agricoltura in Puglia tra piani milionari, agenzie, studi e istituti internazionali

 

Un vero sistema di potere che sembra coinvolgere parti di tutto il mondo agricolo pugliese, ma anche istituzionale, professionale e sindacale per ottenere consenso nelle cicliche campagne elettorali che si trascinano da anni in Puglia, cercando di dipingere il fantastico mondo bucolico ancora legato a fiere e mercati da esportare da Berlino a Milano una, due anche cinque volte all’anno. Centro di questo sistema, tutto da dimostrare, ma sul quale ha acceso i fari anche la magistratura contabile, un’amministrazione regionale che, sempre più avvitata su stessa, si avvale senza distinzione di agenzie interne e istituti di fama internazionale per spendere le ingentissime risorse ancora disponibili sotto forma di milioni e milioni di euro in fondi europei per lo sviluppo regionale (FESR) con le paroline magiche ‘urgenza’ ed ‘emergenza’. Che, unite allo spauracchio di perdere i finanziamenti, servono a mettere in moto meccanismi ben oliati nell’assessorato all’Agricoltura del lungomare Nazario Sauro. Ma anche di questo ci siamo occupati spesso su queste colonne, con le stesse identiche parole, cercando di far emergere, invece, come nelle nostre campagne la situazione non sia stata mai così drammatica: una montagna di aziende fallite o vicine alla chiusura, senza più credito presso le banche e piene di debiti. Tutto questo mentre i contributi europei arrivano non solo agli agricoltori, ma vengono impiegati in maniera consistente per finanziare consulenze, incarichi, prestazioni professionali e assunzioni clientelari, come si legge nelle informative anonime – ma bene informate  – che circolano disegnando alla perfezione quel mellifluo sistema di potere di cui sopra. Al centro del sistema, oltre ai titolari di grossi studi professionali e personale di enti e società che ruotano attorno all’ente regionale con il compito di pilotare e realizzare le scelte dei responsabili, anche alcuni impiegati che, dopo l’orario di ufficio, lavorano in quegli studi assai accorsati. Un impianto che tutti conoscono, ma di cui nessuno osa parlare, basato su quei conflitti di interesse di burocrati legati a filo doppio con istituti, associazioni di categoria e studi professionali ben agganciati. Studi privati, tutt’uno con politica e organizzazioni professionali degli agricoltori, come quello gestito dal parente stretto di un ex ministro che ha ancora importanti interessi economici nella zona dove gravita l’assessorato all’Agricoltura pugliese. Da capire bene, ad esempio, anche il ruolo dell’Istituto Agronomico Mediterraneo e della Coldiretti, specie dopo che la Corte dei Conti europea ha sonoramente bocciato i contratti senza gare d’appalti. Come accaduto, appunto, nell’Istituto che vantava proprio l’assessore al ramo Dario Stefano in consiglio d’amministrazione. Nel mirino dei giudici contabili, infatti, è finito il contratto di assistenza tecnica tra Regione e Istituto Agronomico Mediterraneo per tre milioni di euro. Naturalmente, senza una gara aperta a tutti, il che sarebbe stato doveroso secondo la legge in quanto l’istituto guidato dal barese Lacirtignola e dal tarantino Stefano non è un soggetto pubblico. E come se tutto ciò non bastasse, appunto, c’è proprio l’addetta stampa del senatore e membro CdA Stefano, che ha incassato un contratto da 30 mila euro. <

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 30 Giugno 2015

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