L’agricoltura pugliese soffre ma resiste alla crisi
Resilienza: parola d’ ordine sullo stato dell’agricoltura pugliese nell’ analisi 2020 fatta di Coldiretti Puglia ieri a Bari, in occasione della presentazione del bilancio dell’annata agraria 2020. Certamente, il 2020 è risultato annus horribilis da tutti i punti di vista, ma è l’agricoltura il settore che ha tenuto maggiormente, soffrendo, meno degli altri, i colpi della pandemia. In sintesi l’ agricoltura pugliese finisce il 2020 con un calo dell’ 8 per cento, ma tiene e limita i danni grazie all’ aumento delle esportazioni dei prodotti pari al 26,5 ( segno che il made in Italy è apprezzato) e crescita dell’ occupazione. Il 2020 è un anno che avrebbe potuto essere straordinario, sia per la quantità che per la qualità dei prodotti ed invece sarà da archiviare a causa del Covid. Il Presidente della Coldiretti Puglia, Savino Muraglia ha dichiarato: ” Viviamo una situazione emergenziale straordinaria, sia sul fronte sanitario che economico con l’intera filiera alimentare impegnata in prima linea a garantire il cibo necessario alle famiglie pugliesi”. I settori maggiormente colpiti risultano: quello dei fiori specie nel Salento, lattiero caseario, agriturismo e marineria. Hanno risentito i colpi della pandemia sotto il profilo delle vendite, prodotti come birra, vino, olio extravergine, formaggi di alta qualità anche per la chiusura di ristoranti, sale ricevimento e alberghi. La seconda ondata della pandemia inoltre ha causato il crollo delle attività di 20 mila bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e 876 agriturismi, con un effetto negativo a valanga sull’ agroalimentare. Pietro Piccioni, direttore regionale Coldiretti, dal canto suo, ha invocato da parte del governo nazionale e regionale, maggiori investimenti e nuovi progetti per l’agricoltura, l’ agriturismo e l’agroalimentare al fine di “Rilanciare le eccellenze italiane”.
Presentato un progetto di solidarietà Coldiretti a favore dei degenti dell’Ospedale Giovanni XXIII di Bari. Coldiretti ha infatti donato 18.000 kg di pasta, 18.000 kg di prodotti alimentari vari in 600 pacchi da trenta chili l’uno. ” Abbiamo donato roba di grande qualità enogastronomica, eccellenze affinché queste persone possano godere di un Natale all’ altezza della situazione con cibo di prima qualità”.
Bruno Volpe
Pubblicato il 24 Dicembre 2020