Cultura e Spettacoli

L’albero genealogico, fonte di storia

Si vive per essere felici, il che significa sapere cosa si vuole. Obiettivo, quest’ultimo, irraggiungibile se non sappiamo chi siamo. Ebbene, noi siamo (anche) ciò che siamo stati. Di qui il vantaggio, per non dire l’imprescindibilità di ritrovare sé stessi risalendo il ‘delta’ delle ascendenze. L’albero genealogico, una volta capriccio esclusivo delle famiglie aristocratiche, è oggi alla portata dell’uomo della strada. L’immagazzinamento virtuale dei dati contenuti nei registri degli uffici anagrafici e dei registri parrocchiali consente di risalire senza sforzo a dieci generazioni e anche più se tra gli antenati trovano posto personaggi passati alla Storia (le – salate – tariffe dei siti che offrono questo servizio crescono in ragione del numero di generazioni a cui si riesce a risalire). La ricerca genealogica si coniuga bene con la curiosità. Scoprire tra gli antenati un domatore di belve feroci, un’indovina, una persona morta in odore di santità oppure un galeotto procurano sempre una fertile vertigine. Il creativo può trarne spunto per espressioni artistiche. Muove da queste premesse ‘Monol(u)oghi – azioni di Teatro Diffuso’, un progetto di Raffaele Braia, teatrante gravinese. Il progetto – vincitore del bando ‘Custodiamo la cultura in Puglia’ – parte da un percorso laboratoriale (L’Arte di narrare) che si apre a chiunque abbia desiderio di dare voce attraverso la musica, la narrazione o il gesto coreutico al recupero di storie legate al territorio e che traggono ispirazione dal passato genealogico. Le relative messinscene daranno vita ad una forma di teatro diffuso che tra il 10 e l’11 luglio impegnerà quattro luoghi del centro storico di Gravina: il Bastione Medioevale, il Cavato di Sant’Andrea, il Chiostro di Santa Sofia e il Chiostro del Museo Civico. Il laboratorio si tiene nel centro culturale della Fondazione Pomarici Santomasi tutti i venerdì dalle 17,00 alle 20,00.Info: https://monoluoghi.skeneproduzioni.it. La fondazione ha sede nell’omonimo palazzo nobiliare, che rientra tra le maggiori attrazioni di Gravina. Lo storico edificio ospita al pian terreno sale destinate a una collezione di abiti d’epoca e di maioliche di famiglia; al primo piano si può visitare l’appartamento di famiglia, disposto in sette sale e arredato con mobilio in stile barocco (vedi immagine) ; al secondo piano trovano posto il Museo, la Pinacoteca, la collezione di armi e cimeli e una sezione numismatica ; il primo raccoglie oltre duemila reperti datati dal VII al III sec. a. C. e rinvenuti nell’area archeologica di Botromagno; la seconda annovera 263 tele, tra le quali emerge il ‘San Sebastiano’ di Ludovico Carracci (notevoli anche gli ovali raffiguranti le “Allegorie dei quattro Continenti”, attribuibili a Saverio Persico).

Italo Interesse

 


Pubblicato il 9 Marzo 2021

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