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L’alternativa a Renzi viaggia sull’asse Bari-Napoli

Ora è certo, l’alternativa politica al segretario premier del Pd, Matteo Renzi, viaggia sull’asse Bari-Napoli. Infatti, a dare conferma dell’esistenza di un asse anti renziano tra la Puglia e la Campania sono stati il governatore pugliese, Michele Emiliano, ed il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che congiuntamente, durante una sorta di conferenza stampa improvvisata, a margine di un incontro nel quartiere fieristico a Bari, dove era ancora in corso l’assemblea nazionale dell’Anci che mercoledì scorso ha eletto il sindaco di Bari, Antonio Decaro, presidente nazionale del sodalizio che rappresenta circa il 90% dei Comuni italiani, hanno dichiarato che intendono “costruire un’alternativa al modo di fare politica del governo Renzi”, non attraverso un movimento o un partito del Sud che tuttavia potrebbe nascere dal basso, ma “con l’azione amministrativa quotidiana” affidata loro nei rispettivi incarichi istituzionali. E, a chi gli ha chiesto se stessero pensando a un movimento per difendere le ragioni del Sud, De Magistris ha risposto definendosi un “senza fissa dimora” dal punto di vista dell’appartenenza politica. Pero, il primo cittadino di Napoli ha pure ammesso di essere impegnato “in qualcosa che é molto grande”. “Michele – ha sottolineato De Magistris – parla per la Regione Puglia, io faccio il sindaco di Napoli”. “Con le complessità di una Città – ha poi aggiunto – non posso pensare alla costruzione di un movimento politico in prima persona. Detto questo, é chiaro che con la nostra azione quotidiana politica, amministrativa, civica, stando tra la gente, noi stiamo creando le fondamenta del nuovo modo di fare politica. Poi se questo troverà gambe, cuori e forze perché possa nascere qualcosa di nuovo, non mettiamo nessun limite”. Inoltre, il sindaco partenopeo ha reso noto che “da Sud, come autonomie locali, con il coinvolgimento dei cittadini” insieme stanno provando “a dimostrare che esiste un altro modo di fare politica” che, ovviamente, non è quello renziano. Emiliano, a sua volta, ha condiviso “totalmente quello che ha detto Luigi”, aggiungendo: “E’ inimmaginabile di guidare movimenti politici per qualcuno che ha la responsabilità che abbiamo noi. Certo, svolgeremo dentro la funzione che ci é stata affidata un lavoro di costruzione di un’alternativa, perché é evidente che in questo modo non si può proseguire”. Ma il governatore pugliese si spinto anche oltre con le dichiarazioni, affermando: “L’alternativa mi auguro ci possa essere dentro il Pd, e immagino che nel prossimo Congresso, al quale io non parteciperò come candidato, ci saranno delle alternative che ci consentano di riaprire un antico dialogo con noi stessi, con il concetto di sinistra, che per noi è ancora molto importante”. Il presidente della Regione Puglia, che – come è noto – è dello stesso partito di Renzi, commentando il discorso del premier all’assemblea nazionale barese dell’Anci, a proposito del referendum costituzionale del 4 dicembre prossimo ha affermato che Renzi “non 
poteva parlare di referendum” ma “ha cercato di farlo in tutti i modi possibili: lui è uno specialista della comunicazione sublminale ma la platea era molto attrezzata. “Purtroppo – ha aggiunto Emiliano – l’idea di fare una manovra finanziaria generosa per ottenere un risultato elettorale positivo come é accaduto alle europee (ndr – nel 2014), l’abbiamo già visto e non credo succederà ancora in questi termini”, facendo presente pure che “chi mette diecimila posti di lavoro sul tavolo in vista del voto, una manovra che ha funzionato alle Europee, però poi non dice che sta tagliando probabilmente un miliardo e mezzo alla Sanità italiana è in una situazione politica di grande difficoltà”. Infatti, ha eccepito il governatore pugliese, “bisognerà avere argomenti più forti dal punto di vista del referendum”.  “Io – ha proseguito Emiliano – sto soffrendo molto perché il mio partito é tutto impegnato sul ‘Sì’. La riforma mi convince pochissimo e molti hanno capito come voterò alla fine”. “Però – ha concluso – non ho alcuna intenzione di fare campagna referendaria perché acuirei le tensioni interne al centrosinistra”. Quindi, il rapporto tra il governatore pugliese e Renzi rimane conflittuale. Anzi, stando a queste ultime dichiarazioni, i due sarebbero addirittura alternativi. E chi vede l’elezione di Decaro alla presidenza nazionale dell’Anci, notoriamente sostenuta da Renzi, come un baluardo voluto dal premier per creare un fronte che argini Emiliano in Puglia, secondo lo stesso governatore pugliese, si sbaglia nel credere che ciò possa accadere. Infatti, ha dichiarato lo stesso Emiliano: “Chi guarda al neopresidente dell’Anci come l’anti-Emiliano o l’anti-De Magistris ha sbagliato completamente i conti. Nel senso che Antonio è un prodotto della nostra storia e non può diventare un’altra cosa, nel senso che andrebbe in contraddizione con se stesso e non ne ha alcuna intenzione. La sua elezione è invece un segno straordinario di fiducia nel Mezzogiorno da parte di tutti i sindaci. E soprattutto della capacità che abbiamo avuto di creare una nuova classe dirigente. Antonio è una di quelle persone nate qui in mezzo alle contraddizioni di questa città. E ha avuto il coraggio di tornare qui quando era stato eletto deputato”. Insomma, come dire che Renzi, se pensa di poter far breccia con il “Sì” al referendum in Puglia, tentando di contrapporgli Decaro, che è stato una  invenzione politica di quando era sindaco di Bari lo stesso Emiliano, ma anche dopo da deputato ed amministratore locale, si sbaglia di grosso Quindi, il premier è avvisato. Inutile illudersi.   

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 15 Ottobre 2016

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