L’alunna l’aveva scansata
A scuola gli alunni possono presentarsi in pantaloncini e canottiera. Tatuaggi e piercing non scandalizzano alcun docente. E teste rasate, creste punk o chiome viola sono ammesse in aula. Ma in passato neanche così lontano tanta libertà era inconcepibile. L’abbigliamento doveva essere consono al comune senso del pudore, al buon senso, al buon gusto, alla morale egemone e ad altri valori piccolo borghesi allora in auge. Tale atteggiamento di chiusura rasentava l’intolleranza più retriva negli Istituti privati di tradizione cattolica. Sintomatico di quel clima è un sapido fatterello che ebbe luogo a Bari. Era la seconda metà degli anni sessanta. Da qualche tempo e per la prima volta nella storia di una Bari sonnacchiosa, pudibonda e provinciale si cominciava a sentire di incredibili novità che venivano da molto, molto lontano, cose sino a quel momento sussurrate con cautele da cospiratori, cose come libertà sessuale, maschi con i capelli lunghi, indisciplina verso genitori, insegnanti messi a tacere, scuole occupate, forze dell’ordine sfidate nel corso di tumultuosi cortei … Era la primavera dei ‘complessini’ e dei capelli ‘alla beat’. In un clima siffatto prima o poi doveva succedere che a qualcuno venisse in capo di sfidare il Cielo. Insomma, ‘un bel giorno’ un’alunna si presenta a scuola in pantaloni. Gesto che mette a soqquadro l’Istituto, una scuola privata retta da suore… Ciò che poteva passare per audacia nella scuola pubblica, lì diventava una provocazione. E tale rimaneva anche indossando il buio grembiulone d’ordinanza. Malgrado i pantaloni castighino quel poco di gambe che la cupa e castigatissima divisa consentiva di vedere, l’attempata Madre Superiora, si manifesta inflessibile : ‘Alle femmine la gonna, ai maschi i pantaloni!’. Sorda ad ogni richiesta di clemenza, concede solo che l’alunna torni subito a casa a levarsi di dosso “quella brutta cosa” e, indossata una gonna, si ripresenti accompagnata dalla madre. Ma la ragazza abita lontano, la madre è la lavoro, in casa c’è nessuno, lei non ha le chiavi… Allora a spasso! Intima la Superiora. Ma ecco che a salvare la ragazza dalla prospettiva di un’assenza di difficile giustificazione interviene un’altra e più giovane suora. Le è venuta un’idea : E se….? Sussurra qualcosa all’orecchio della Superiore. Quella con una smorfia di disappunto acconsente prima d’allontanarsi. La giovane religiosa conduce la ragazza in bagno : Forza, arrotolarsi i pantaloni fino al ginocchio così da far spuntare le gambe nude sotto il grembiule e poi – recitata un’orazione di scusa alla Vergine – di corsa in aula ! L’alunna l’aveva scansata.
Italo Interesse
Pubblicato il 2 Ottobre 2019