Lama Balice: il parco non esiste, ma gli amministratori prendono lo stipendio
Sono passati esattamente cinque mesi da quando è scaduto il contratto dei tredici dipendenti del Parco Naturale Regionale di Lama Balice e ancora tutto tace. Nonostante la nomina del nuovo Direttore Generale, l’Architetto Carlo Latrofa, dirigente del Servizio Ambiente alla Provincia di Bari, non c’è stato niente di nuovo nella vertenza per la riassunzione dei lavoratori, nessuno uno spiraglio. E ora molti si chiedono cosa ci sta a fare un direttore d’un Parco, se non ci sono dipendenti? Che lavoro sta svolgendo e come mai percepisce uno stipendio, un compenso o anche solo un gettone di presenza l’architetto Latrofa, se il Parco non è fruibile? Il parco con i suoi 500 ettari, questo è l’unico dato certo, giace in uno stato di abbandono, la bellissima struttura di Villa Framarino è chiusa, con all’interno tutta l’attrezzatura acquistata mediante l’utilizzo del finanziamento di cui al Programma Triennale di Tutela Ambientale (P.T.T.A.) 1994/96 Area “E” – “Sviluppo Occupazionale Ambientale nel Mezzogiorno”, uno scandalo troppe volte denunciato ma che sembra essere caduto nel silenzio più totale. Ma, quel ch’è peggio, nulla si sa sulla stesura del piano e del Regolamento del Parco, finanziati con 50 mila euro dalla Regione Puglia e tutto tace anche sui 3 milioni di euro a disposizione per il Parco, per i quali la Provincia governata da Francesco Schittulli (a proposito, cosa ha fatto o farà il paladino del lavoro ai giovani a favore di quei tredici lavoratori a spasso da centocinquanta giorni?) non ha mai compilato le schede progettuali per poterne usufruire. E tutto tace anche dalla parte della Presidenza del Parco, occupata dalla sempre pronta, arguta e pungente prof.ssa Maria Maugeri, già assessora e ora consigliera comunale a Bari. Poi ci sarebbe la spesa di 199 mila euro per l’acquisto di elementi botanici , che non essendo stati piantati non si sa che fine hanno fatto, cosi come il fuoristrada acquistato e depositato chissà dove, e l’autobotte? Chi si è impossessato di tutto questo? E tutti i libri della biblioteca del Parco, la strumentazione, il materiale scientifico, i macchinari e le attrezzature agricole, a che destino sono andate incontro? Siamo sicuri che tutto è rimasto integro? “”Tante manifestazioni, tante proteste, denunce ma adesso anche i sindacati al nostro fianco non esistono più, gli Enti si sono fatti da parte, e per strada siamo rimasti noi, tredici dipendenti del parco Lama Balice che lottano per poter trovare una nuova collocazione””, chiosa amara Cecilia Posca. Ma nel cuore di tutti, dei giardinieri, delle guide, degli amministrativi, dei visitatori, dei turisti, delle scolaresche, il Parco continua a vivere con la speranza, che qualcuno intervenga, per evitare che la Regione Puglia, impegnata sul fronte dell’Ambiente e Occupazione, ancora una volta possa essere identificata come una grande fonte di finanziamenti che non scorrono a valle, ma che ritornano in cima.
Antonio De Luigi
Pubblicato il 30 Luglio 2011