Cronaca

Lama Balice: un museo diffuso o scempio preannunciato

Sono davvero in tanti a manifestare preoccupazione e dolore per lo stato in cui versa il parco Lama Balice, il grande polmone verde in degrado da anni alle porte di Bari, a cominciare dal presidente della Prima Circoscrizione, Saverio Di Liso. Il quale condivide la dolente riflessione dell’avvocato Varricchio (pubblicata su queste colonne la settimana passata, NdR) sulla Lama Balice e la necessità di riscrivere il paesaggio urbano circostante “sulle esigenze del parco” e non il contrario. Di Liso fa il punto della situazione: “Fin dall’inizio della consigliatura circoscrizionale (2009) abbiamo cercato (senza successo) interlocutori nell’Amministrazione Comunale affinché la Prima Circoscrizione potesse ottenere un ruolo nella “co-gestione” della Villa Frammarino e, possibilmente, una presenza negli organi direttivi del Parco, quale segno di riconoscimento dell’antica “co-appartenenza” (naturale e antropica) tra la Lama e le comunità di Palese e S. Spirito. Fino ad ora, siamo riusciti solo a “strappare”, con l’aiuto dei tredici operatori – attualmente senza più contratto – e di alcune associazioni locali particolarmente illuminate e attive, un piccolo programma di visite guidate e iniziative culturali e teatrali: un piccolo segno della gratitudine della comunità circoscrizionale per l’ambiente naturale che costituisce il suo “polmone verde” e il “letto” (come ricordava Varricchio) da cui proviene e a cui è, simbolicamente (e forse fisicamente), destinata”. Anche per il regista barese Vito Giuss Potenza Lama Balice è sicuramente il polmone verde di Bari che ha davvero pochissimo verde. Nel giro di pochi chilometri si passa dal frastuono assordante del traffico e dallo smog ad un’oasi di verde e silenzi questa è Lama Balice. “Passeggiando per i suoi stretti sentieri – chiosa ancora Giuss Potenza – si odono solo il cinguettio degli uccelli e il rumore del vento che accarezza l’erba e un sole caldo ti avvolge, regalando serenità e paceNei primi anni ’80 con una cinepresa Canon 8mm ho girato i primi corti della mia vita, approfittando delle grotte naturali e delle pendici scoscese tra cui un ricordo che mi fa ancora sorridere”Gli uomini primitivi”. Ho girato nel 1997  il documentario “Trappetum” a cura del Centro d’Arte ’89 di Pietro Giulio Pantaleo.Nel 2002  ho ambientato alcune scene il mio primo film,”All’alba saliremo il monte e nel 2003 ho ambientato il corto religioso sociale contro la pena capitale dal titolo “Perdono.Nel 2004  ho girato  sui costoni di lama Balice la scena del film “Nicola, lì dove sorge il sole” Nel 2007, sempre nella lama, ho girato con Luca Vessio ed Antonio Garofalo, il corto religioso “Pax Vobis” sulla figura di San Francesco ed infine nel 2010  ho ambientato la favola “Il villaggio dell’amicizia” con i costumi di Francesca Mesto che ha vestito i piccoli attori. Fino a quando Regione Puglia, Comune e Provincia di Bari si rimpalleranno le responsabilità di questo scempio, senza che nulla cambi a Lama Balice, se non i personaggi assetati di poltrone e stipendi nei relativi consigli d’amministrazione?
 
Antonio De Luigi
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 26 Luglio 2011

Articoli Correlati

Back to top button