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L’Amiu con i soldi dei baresi si accinge a rilevare la nettezza urbana a Foggia

L’aumento del 30% della tassa di smaltimento dei rifiuti (Tarsu), che l’amministrazione Emiliano ha applicato di recente ai contribuenti baresi, avvalendosi della facoltà concessa dal governo Monti di incrementare le tariffe a carico degli utenti del servizio, potrebbe essere stato deciso dal Comune non per far fronte ad un fabbisogno dell’Amiu, l’Azienda comunale  d’igiene urbana, per i servizi già effettuati, o da fornire, ai cittadini di Bari, ma solo per dotare l’Amiu delle maggiori risorse economiche necessarie per far acquisire all’Azienda barese anche la gestione del servizio di nettezza urbana a Foggia, dove la locale società del Comune, l’Amica, è fallita e, quindi, dovrà cedere l’attività, attualmente in gestione provvisoria alla curatela. In pratica, secondo alcuni bene informati, il Comune di Bari con la propria Azienda d’igiene, l’Amiu Spa per l’appunto, si appresterebbe da subito a subentrare all’Amica di Foggia nella gestione del servizio nel Capoluogo dauno, prendendo in fitto provvisoriamente attrezzature e strutture della società fallita, oltre ad accollarsi totalmente il personale in forza alla stessa. Successivamente, sarebbe sempre l’Amiu stessa a partecipare all’asta, per acquisire definitivamente dalla curatela fallimentare i beni dell’Amica e, così, subentrare anche nell’affidamento dal Comune di Foggia del servizio locale di nettezza urbana. D’altronde non è difficile ipotizzare che l’Amiu, godendo delle risorse pubbliche messe a disposizione dal Comune di Bari, non avrebbe alcuna difficoltà a fare offerta di acquisto di gran lunga superiore, rispetto a quelle che farebbero altre società private che parteciperanno all’asta dell’Amica. Quindi, la previsione di aggiudicazione a favore dell’Azienda barese potrebbe essere un fatto alquanto semplice da effettuare, al punto che – secondo qualcuno  – sarebbe un fatto quasi scontato.A far sorgere questi dubbi  – sempre secondo qualche bene informato – vi sarebbero alcuni incontestabili dati di fatto che li avallerebbero e, contestualmente, dimostrerebbero come  l’esoso aumento del 30% della Tarsu, deciso da Emiliano a carico dei contribuenti baresi, è del tutto ingiustificato, sia alla luce degli ultimi bilanci dell’Amiu che della assoluta mancanza di richiesta, da parte della stessa, di un incremento di risorse di questa entità per l’espletamento del servizio di spazzatura, raccolta e smaltimento nella sola città di Bari. “Infatti – rilevano i soliti bene informati –  è alquanto strano che l’Amministrazione comunale barese abbia applicato il massimo delle tariffe consentite dalla legge Finanziaria e, quindi, un aumento del 30% del costo del servizio, quando l’Amiu non presenta affatto né una perdita di bilancio da giustificare un tale appesantimento della tassa, né una previsione di spese che necessariamente porterebbe l’Azienda a chiederlo”. E dopo queste considerazioni, la conclusione è una sola: “Allora, l’aumento della Tarsu ai baresi dovrebbe servire per risolvere i problemi in cui è incappato il comune di Foggia con il fallimento della sua Azienda di nettezza urbana”. Se tale ipotesi fosse fondata, i tanti contribuenti baresi, che si stanno lamentando per l’esagerato e sproporzionato aumento della Tarsu, ricevuto con i recenti avvisi di pagamento, avrebbero di certo più di un motivo per protestare contro un’Amministrazione comunale che, per andare in soccorso di quella di Foggia, mette ulteriormente le mani nelle tasche dei propri concittadini. Infatti, il salvataggio che il Comune di Bari si accingerebbe a fare in favore dell’amministrazione Mongelli – secondo qualcuno – sarebbe un’operazione  evidentemente tutta politica, poiché anche la città di Foggia, come Bari, è gestita dal centrosinistra. “Non a caso – rileva chi sostiene tale tesi – la zattera giuridica per tale operazione all’Amiu e, soprattutto, al Comune di Foggia la darà il Presidente della Regione, Nichi Vendola, che si accingerebbe a firmare un’ordinanza contingibile ed urgente, che consentirebbe di derogare ad alcune norme in materia di convenzioni dirette, per l’affidamento di importanti servizi pubblici, come è quello della nettezza urbana”. Un’ordinanza che se da un lato consentirebbe al Comune di Foggia di evitare di mettere a gara l’affidamento del servizio di igiene urbana, dall’altro però non escluderebbe ai contribuenti baresi di tentare, eventualmente, una “class action” contro il Comune di Bari, che avrebbe aumentato la Tarsu non per fronteggiare le esigenze economiche del servizio d’igiene urbana ai propri cittadini, bensì per mettere la propria Azienda nelle necessarie condizioni finanziarie, per affrontare i costi del servizio di un altro Comune. “E questo – sostiene qualche contribuente barese – non credo sia legittimo, né possa essere consentito dalla legge”. Pertanto, se il tentativo di affidare all’Amiu di Bari la gestione della nettezza urbana a Foggia dovesse realizzarsi, alla luce del malcontento che serpeggia tra i cittadini baresi sulle condizioni dell’igiene nella loro città e, soprattutto, per l’esorbitante  tariffa della Tarsu, difficilmente il Comune di Bari  riuscirà ad evitare un’azione giudiziaria collettiva da parte di quei baresi che nutrono forti dubbi sulla liceità dell’impiego dell’ultima stangata. E non mancano neppure  coloro che, sempre lamentandosi dello stato igienico in cui  versa Bari, concludono dicendo: ”Poveri foggiani, con l’Amiu potrebbero cadere dall’Amica… nella brace”.

 

 

Giuseppe Palella              


Pubblicato il 11 Settembre 2012

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