Cronaca

L’Amiu pronta a rilevare la nettezza urbana a Foggia, ma con quali soldi?

Potrebbe partire già dalla seconda metà del prossimo mese di dicembre la gestione del servizio di igiene e raccolta rifiuti urbani a Foggia da parte dell’Amiu, l’Azienda comunale barese per la nettezza urbana, che – secondo quanto riferito dal sindaco del capoluogo dauno, Mongelli –  si appresterebbe a subentrare alla locale società comunale, l’Amica, dichiarata fallita dal Tribunale di Foggia già da alcuni mesi e che, però, sta ancora espletando il servizio in via provvisoria, sotto l’egida della curatela. Una gestione provvisoria che, a settembre scorso, il giudice delegato al fallimento ha autorizzato fino alla fine del 2013 e che, invece, potrebbe terminare entro il prossimo 15 dicembre, poiché il Comune di Foggia, con il sindaco Mongelli, l’Amiu con il suo presidente, Gianfranco Grandaliano, e la curatrice fallimentare, Mirna Rabasco, avrebbero di recente raggiunto un accordo, in base al quale l’Azienda barese non prenderebbe più in fitto un ramo d’azienda dell’Amica, procedura questa più gradita alla Curatela fallimentare, ma si limiterebbe a chiedere la semplice locazione della sede dell’Amica in corso del Mezzogiorno e del deposito in via Marasco. Strutture per le quali  dovrebbe essere corrisposta alla Curatela una somma di 500 mila Euro in via posticipata da parte dell’Amiu, previo una garanzia fideiussoria. I mezzi per la raccolta ed i cassonetti non sarebbero più quelli in dotazione all’Amica perché, trattandosi di attrezzature obsolete, necessiterebbero di una costosa manutenzione e, quindi, il loro utilizzo costerebbe troppo all’Amiu, che dovrebbe invece provvedere in proprio, attraverso la presa in fitto da altro fornitore. Nell’intesa raggiunta dall’Amiu con il Comune di Foggia e la Curatela vi sarebbe anche la condizione di riassumere tutto il personale attualmente in organico all’Amica ed all’altra società fallita, la Daunia Ambiente, che si occupava della raccolta differenziata a Foggia, mantenendo i livelli occupazionali acquisiti, con l’eccezione per i soli dirigenti, che verrebbero o licenziati definitivamente dalla Curatela, oppure riassunti dall’Amiu in altro ruolo inferiore. E ciò avverrebbe al fine di una notevole riduzione dei costi del personale che, secondo quanto emerge dai bilanci dell’azienda fallita, inciderebbero in modo assai elevato, oltre l’80%, delle entrate totali, a fronte di un’incidenza del 60% circa, per l’analoghe voce di bilancio dell’Azienda barese. Infatti, un primo accordo per l’abbattimento dei costi del personale era stato raggiunto dall’Amiu anche con le rappresentanze sindacali il 27 settembre scorso, in Prefettura a Foggia. Accordo che, stante ai si dice, dovrebbe essere confermato tra le parti entro il prossimo 15 novembre, data entro la quale dovrebbero essere espletate anche tutte le altre procedure per la riassunzione dei 355 lavoratori di Amica e Daunia Ambiente da parte dell’Amiu e per la sottoscrizione degli altri contratti necessari all’espletamento del servizio di nettezza urbana nel capoluogo dauno. Tra gli accordi da perfezionare ci sarebbe anche la convenzione tra l’Amiu ed il Comune di Foggia, che dovrebbe impegnarsi a versare all’Azienda barese, per il servizio di pulizia, raccolta e smaltimento dei rifiuti, un corrispettivo di circa venti milioni di Euro l’anno, che sarebbe la cifra ricavata dall’Amministrazione foggiana  con la Tarsu. Sta di fatto, però, che la decisione dell’Amiu di rilevare, sia pur in via transitoria, la gestione del servizio di nettezza urbana a Foggia, crea in molti cittadini baresi, oltre che in alcune rappresentanze sindacali, dubbi e perplessità sulla effettiva convenienza economica dell’operazione per l’Azienda comunale barese. Dubbi e perplessità che, se dovessero rivelarsi fondati, potrebbero creare nei conti dell’Amiu uno squilibrio che, alla fine, potrebbe ripercuotersi unicamente sui contribuenti di Bari. Infatti, sostiene qualche bene informato, in futuro i baresi potrebbero vedersi aumentare ulteriormente le aliquote della Tarsu anche a causa di un’eventuale sovra costo di gestione, per l’attività che l’Azienda si accingerebbe ad effettuare su Foggia. “Un aumento della Tarsu – rileva lo stesso bene informato – che sarebbe forse illegittimo. Come illegittimo, da parte dell’Amiu, appare l’utilizzo di una parte delle risorse economiche ottenute unicamente dalla Tarsu comunale di Bari, per far fronte alle spese necessarie ad avviare l’organizzazione del servizio di nettezza urbana a Foggia”. E proprio a riguardo di tale considerazione, a Bari c’è pure chi si chiede: “Con quali soldi l’Amiu avvierà il servizio a Foggia, visto gli esigui utili conseguiti dall’Azienda barese che, non avendo sufficienti fondi propri per affrontare con  tranquillità l’operazione di subentro all’Amica, attinge necessariamente dai trasferimenti che il Comune di Bari gli da per il locale servizio di nettezza urbana?” E conclude: “Quindi, si tratterebbe comunque di somme a destinazione vincolata, che (a rigor di logica, e forse anche di diritto!) non potrebbero, e non dovrebbero, essere distolte per impieghi su un territorio diverso da quello della comunità che ha corrisposto la Tarsu.” Una considerazione, quest’ultima, che a sua volta crea non pochi sospetti nei cittadini già notevolmente scontenti per il locale servizio d’igiene. Ma anche per i recenti ed esagerati aumenti tariffari, decisi dall’amministrazione Emiliano per la Tarsu a Bari. Come dire, non basta ciò che i baresi sono costretti a pagare per un servizio insoddisfacente ed esoso, ma in futuro rischiano pure di dover farsi carico di un’eventuale perdita che l’Amiu potrebbe subire nella gestione del servizio a Foggia. Ma ciò la legge sulla Tarsu non lo prevede. E, se  accadesse, ai baresi non resterebbe altro che invocare le responsabilità soggettive di amministratori e politici, che da Bari hanno deciso di fare “L’operazione spazzatura” su Foggia.

Giuseppe Palella                                             


Pubblicato il 31 Ottobre 2012

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