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L’amministrazione Decaro rischia di “annegare” nelle fontane monumentali

  Se il giorno di Capodanno il sindaco di Bari, Antonio Decaro (Pd), ed il suo assessore all’Igiene ed Ambiente, Pietro Petruzzelli, anch’egli del Pd, invece che nelle acque di Pane e Pomodoro si fossero immersi nella vasca della fontana monumentale di corso Cavour, o in quella ornamentale di piazza Umberto o di piazza Garibaldi, forse si sarebbero accorti che le predette fontane sono spente e che nelle rispettive vasche c’è solo acqua putrida stagnante, carcasse di animali morti ed altro genere di sporcizia, oltre alle zanzare che trovano in quell’acqua verdastra stagnante da mesi il loro habitat naturale per stazionare e proliferare. E, questa volta, a denunciare lo stato di abbandono e degrado, con tanto di servizio fotografico accluso, sono due rappresentati politici baresi di Forza Italia, Danilo Cancellaro e Dino Tartarino, rispettivamente coordinatore e vice del gruppo cittadino dei giovani del partito di Silvio Berlusconi, che in un’apposita nota di protesta per lo stato in cui versa ormai da mesi la fontana monumentale di corso Cavour, situata di fronte alla sede barese della Banca d’Italia, l’hanno addirittura definita come ridotta a “cimelio di guerra donato ai tanti turisti accorsi a Bari”. Infatti, ha dichiarato Cancellaro: “Bari continua a non fare bella figura da questo punto di vista”, perché “la fontana infatti non fa altro che rappresentare il medesimo scenario di guerra che vive la città, una città che è sporca, una città che è insicura, una città che è ferma da un punto di vista commerciale, una città che è talmente chiusa a riccio che si accontenta di una ruota panoramica per ‘fingere’ che vada tutto bene, sebbene Bari soprattutto per noi giovani offra, purtroppo, ben poco sotto ogni punto di vista”. Rilievo critico, questo di Cancellaro, a cui si è aggiunta una dichiarazione del suo vice in Fi, nonché ex presidente di centrodestra della vecchia VIII Circoscrizione di decentramento amministrativo, ossia dei quartieri Libertà, Fesca e San Girolamo, Tartarino per l’appunto, che sempre con riferimento allo stato di abbandono e degrado della su menzionata fontana monumentale ha dichiarato: “Sindaco e assessore (ndr – il richiamo è verosimilmente all’assessore ai LL.PP. della giunta Decaro, Giuseppe Galasso) non hanno fatto altro che prendere in giro i cittadini promettendo un rapido intervento di ripristino della fontana che ad oggi ancora non è avvenuto”. “È necessario – ha concluso Tartarino – restituire e anche in fretta dignità alla fontana stessa, alla strada e all’intero murattiano”, invitando esplicitamente il Primo cittadino a caratterizzare il nuovo anno con “più fatti e meno false promesse”, perché “non si può più attendere”. E, quindi, “ad intervenire quanto prima affinché la fontana (ndr – di corso Cavour) possa tornare a rifunzionare in tutto il suo splendore”. Per la cronaca ricordiamo che il servizio ordinario di manutenzione fontane monumentali ed ornamentali baresi, unitamente a quello di manutenzione di oltre un centinaio di storiche fontane in ghisa dell’Acquedotto pugliese, datate 1914 ed esistenti in varie zone della città per l’erogazione di acqua potabile, è stato interrotto a fine novembre del 2016 per scadenza dell’appalto e tutt’oggi non ancora ripristinato, tranne una breve parentesi nel mese di marzo dello scorso anno, quando il Comune aveva affidato la ripresa del servizio alla ditta risultata vincitrice della nuovo bando di gara, poi travolto da una sentenza di annullamento del Tar-Puglia che, a seguito del ricorso di uno dei concorrenti, agli inizi di Aprile aveva dichiarato illegittimo il relativo bando, perché affetto da vizi. Successivamente, in occasione del G7 finanziario a Bari, l’amministrazione Decaro aveva affidato, con procedura informale, la rimessa in esercizio delle fontane per una durata temporanea di soli due mesi (Maggio e Giugno), ma evidentemente con scarso successo, considerato che di detto servizio, forse alquanto precario, in tanti in città non si sono neppure accorti, nonostante le casse comunali ne abbiano regolarmente remunerato l’attività alla ditta incaricata in via fiduciaria. Però, la inguardabile “telenovela” del servizio di manutenzione fontane a Bari è tutt’altro che terminata. Anzi, è probabile che riservi ancora ulteriori disservizi e “colpi di scena”. Infatti, a distanza di otto mesi dalla sentenza del Tar-Puglia che ha annullato il bando di gara, per l’individuazione della ditta che avrebbe dovuto proseguire il servizio interrotto a novembre del 2016, il Comune non ha ancora reso ufficiale il nuovo bando di gara, né tanto meno in questo lungo arco di tempo l’amministrazione Decaro si è minimamente e doverosamente preoccupata di effettuare almeno i lavori di manutenzione necessari ad evitare il degrado e l’abbandono, evidenziati da ultimo anche da Cancellaro e Tartarino per la fontana monumentale di corso Cavour, oltre che per evitare verosimili irreversibili danni agli impianti, dovuti all’incuria causata da un così prolungato fermo degli apparati e delle macchine elettriche posizionati all’interno dei noti monumenti. Ma c’è di più. Sull’Amministrazione comunale barese incombe ancora una “spada di Damocle” di un altro ricorso al Tar-Puglia, a suo tempo presentato dalla stessa ditta che aveva impugnato il bando poi annullato, per il successivo incauto affidamento del servizio alla ditta vincitrice, nelle more del giudizio in corso dinanzi al Tar-Puglia e di cui era imminente l’emissione della sentenza, in quanto i giudici amministrativi si erano già riservati per il giudizio. In definitiva, sia nel proscenio di degrado ed abbandono da mesi ormai sotto gli occhi della cittadinanza barese e degli ospiti per l’incresciosa situazione delle fontane monumentali ed ornamentali, sia nel “dietro le quinte”,  non noto ai non addetti ai lavori, qualcosa non quadra. E nelle prossime settimane si saprà l’evoluzione della penosa “soap opera” messa in scena dall’amministrazione Decaro per un banale servizio di manutenzione, che sarebbe dovuto certamente essere di “routine” per il Comune di una grande città, come Bari. Tra l’altro decantata come turistica ed internazionale e, per giunta, guidata da un Sindaco che è addirittura presidente dell’Anci.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 4 Gennaio 2018

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