Cronaca

L’amministrazione di centrosinistra e le contraddizioni di Emiliano

A Bari il Comune con l’amministrazione Emiliano rischia di finire come la nave “Costa Concordia” condotta dal comandante Schettino. Ovvero di infrangersi contro uno dei tanti scogli sommersi che il sindaco stesso ha creato durante gli anni della sua sciagurata gestione. Infatti, è noto che Michele Emiliano da quando fu eletto la prima volta alla carica di Primo cittadino più che preoccuparsi dei problemi di Bari, e quindi di gestire il Comune del capoluogo pugliese, si è prodigato in giro per le diverse regioni italiane, a cominciare dalla Puglia, e molteplici studi televisivi, per costruirsi quella visibilità personale finalizzata ad una repentina scalata politica all’interno del proprio partito, oltre che necessaria alla creazione all’esterno della propria città dell’immagine di un sindaco impegnato a rendere esemplare l’amministrazione barese nell’efficienza dei servizi e nella trasparenza di gestione. Attributi, questi, che in realtà il sindaco Emiliano in quasi dieci anni è stato abile più a propagandare che a realizzare effettivamente con la sua gestione del Comune. “Anzi, – rilevano con ironia molti baresi – proprio durante l’era di Emiliano l’efficienza di certi servizi comunali, come pure la trasparenza nella gestione di talune procedure amministrative, è tutt’altro che migliorata rispetto al passato”. Infatti, le contraddizioni in cui è caduto il sindaco Emiliano nel corso della sua gestione sono numerose, a cominciare da quella iniziale che lo aveva visto proporsi agli elettori nel 2004 come un esponente della cosiddetta società civile, che prometteva di rinnovare la politica barese all’insegna dell’anti politica. “Ed invece – rilevano sempre con ironia quegli stessi cittadini – subito dopo essere stato eletto sindaco, in concreto certi comportamenti di Emiliano sono stati, e sono tutt’ora, di gran lunga peggiori a quelli di taluni politici della Prima repubblica, che nel ruolo di amministratori pubblici dei pregi li avevano pur dimostrati nella gestione dei problemi dei cittadini”. E, continuando, gli stessi baresi critici nei confronti del Primo cittadino aggiungono: “Emiliano, infatti, in questi anni ha dimostrato solo grandi attenzioni per gli interessi delle lobby edilizie cittadine e per i  poteri forti della città, trascurando quelle che dovrebbero essere le priorità che un sindaco dovrebbe avere per il bene comune di tutti i cittadini e non soltanto di quei pochi che ruotano introno alla sua organizzazione elettoralistica e di potere”. Critiche, queste, che sono alquanto severe e pesanti nei confronti di un’Amministrazione prevalentemente formata e sostenuta da partiti di centrosinistra, che in teoria pretendono di essere forze rappresentative per eccellenza dei ceti popolari e disagiati, e quindi garantiste dei loro diritti e bisogni sociali. Ma non sono soltanto accuse di carattere generale quelle che a Bari molti cittadini ora rivolgono all’amministrazione Emiliano ed al sindaco in particolare, perché vi sono anche critiche specifiche che difficilmente non sarebbero confutabili alla responsabilità diretta del Primo cittadino. Infatti, molti baresi ad Emiliano attribuisco la responsabilità politica di aver resuscitato esponenti della vecchia politica cittadina, che già ai tempi della Prima repubblica era figure politiche assai chiacchierate, e quindi impresentabili, per delicati ruoli di governo della città. Come pure al sindaco attribuiscono la colpa di aver fatto in questi ultimi anni dell’Ente barese uno dei Comuni italiani con alto tasso di contenziosità. Per non parlare, poi, dell’elevato numero di consulenze esterne e dei  costi sostenuti dal Comune del capoluogo durante la gestione Emiliano. “Un discorso a se – rilevano sempre alcuni baresi critici verso l’Amministrazione – meriterebbe la politica di Emiliano sulla gestione dei tributi comunali, imposte e tasse, che a Bari sono state sempre elevate al massimo consentito dalle leggi in materia, mentre la qualità dei servizi ai cittadini non giustificherebbe affatto l’esosità dei costi sostenuti dal Comune per tali servizi”. Però, l’accusa più pesante che alcuni cittadini rivolgono al sindaco barese è sicuramente quella di aver badato in questi anni più a fare il politico che l’amministratore della sua città. Da non dimenticare, infatti, che tutt’ora Emiliano è presidente regionale del Pd ed in precedenza, da ottobre del 2007 a novembre del 2009. è stato anche segretario regionale del suo partito. Carica quest’ultima che avrebbe voluto continuare a ricoprire se non fosse stato sconfitto nella corsa dalla candidatura dell’attuale segretario regionale del Pd, Sergio Blasi, nonostante l’impegno pubblico del febbraio 2009, che se fosse stato riconfermato sindaco non si sarebbe riproposto per quel ruolo. E che dire della sua aspirazione ad essere poi candidato nel 2010 a presidente della Regione al posto dell’allora uscente Nichi Vendola. Come non ricordare anche gli slogan di Emiliano per la riconferma a segretario regionale del Pd, che ricordavano un linguaggio tipico e ricorrente della peggiore tradizione partitocratica della Prima repubblica, come “Le nostre tessere” o “La nostra corrente”. Ed ancora ora tutta l’attività di Emiliano sembra più finalizzata alla sua personale carriera politica che alla gestione vera del Comune. E per questo, forse, è giunto alla fine del suo secondo mandato col rischio di naufragare politicamente ed amministrativamente. Peccato però che, come accadde al comandante Schettino, nessuno ordini ad Emiliano di “salire a bordo” in quest’ultimo frangente è di dirigere le operazioni di salvataggio di una nave, quella comunale, che è verosimilmente a rischio affondamento.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 4 Ottobre 2013

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