Cultura e Spettacoli

L’amore a colpi di poesia

Esistono ancora i conquistatori ‘seriali’, quelli che della seduzione hanno fatto un’arte, esercitata scientificamente con l’applicazione di schemi e regole. Tra i molti strali di cui è colma la faretra del tombeur de femmes la più pungente è quella della parola. Parola d’amore, naturalmente. Chi con la poesia non ha dimestichezza può attingere all’inesauribile patrimonio lasciato da Dante, Boccaccio e altri giganti del verso. A dispetto della barbarie dei tempi, il Casanova dell’era globale va ancora avanti a ‘colpi di poesia’. Lo sostengono scherzosamente Vito De Girolamo e Carlo Loiudice, autori e interpreti di ‘I corteggiatori’, uno spettacolo andato in scena sabato scorso al Teatro Comunale di Modugno. Per un’ora l’affiatata coppia scherza con la grande poesia d’amore. Le gustose vicissitudini sentimentali di due perdenti ispirano una comicità leggera e ricca di colpi di scena dove mai si manca di rispetto a Leopardi o Shakespeare. Con modalità che occhieggiano ora al teatro dei clown, ora al cabaret, i simpatici Loiudice e De Girolamo danno vita  a un’overdose di versi ispirati al più antico e nobile tema. E la poesia, quasi un fiume in piena, deborda, sì che l’azione si riversa in platea ed ecco Vito e Carlo con cialtrona invadenza da intrattenitori da villaggio turistico piombare tra le poltrone e ‘molestare’ il pubblico, fino a che – predoni – non schiodano dal suo posto una bella fanciulla e la portano in scena, la coinvolgono nel gioco. La dimensione ludica assicura numerose occasioni per sane risate (e che spasso quando dalle grandi citazioni si passa ai testi della canzone italiana nazional-popolare). Si scherza, insomma, in una sola direzione però. I nostri ‘corteggiatori’, infatti, lanciano esche  solo al gentil sesso. Il calore della risposta è funzionale al successo. Privi di mezzi (appena due sgabelli in scena), De Girolamo e Loiudice non si risparmiano. E un poco tocca il cuore questa inettitudine alla conquista, aggravata dal fatto che, pur piantati da Marisa o Roberta, Carlo e Vito restano succubi delle loro streghe. Ciò li rende teneri. Grazie al buon mestiere degli interpreti lo spettacolo va in crescendo. Il frequente ricorso al ribaltamento dei ruoli (il maestro di corteggiamento torna alunno, il fustigatore si fa vittima…) si sublima in una reciproca ammissione di fallimento. Di qui la scelta di togliersi la vita. Con la gag del suicidio ‘congiunto’ si chiude uno spettacolo originale, portato avanti con mestiere e perciò meritatamente applaudito. – Prossimo appuntamento al Comunale di Modugno : sabato 25 gennaio con ‘Candido’, un testo di Antonio De Mattia liberamente ispirato all’omonima opera di Voltaire e interpretato da Stefano Magrì, Liliana Putino, Mino Profico, Marco Antonio Romano (produzione Motumus).

Italo Interesse

 


Pubblicato il 15 Gennaio 2014

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