Cronaca

Lanciate le primarie del centrosinistra ora si litiga sulle regole

A Bari le primarie per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra sono state lanciate, ma i distinguo all’interno della coalizione uscente di maggioranza, che governa a Palazzo di Città, non ancora. Però, anche quest’altro nodo al pettine dell’attuale coalizione barese di centrosinistra  dovrà essere sciolto entro metà gennaio del prossimo anno, quando scadrà il termine fissato per la presentazione delle candidature alle primarie del successivo 23 febbraio. Infatti, tutti coloro che aspirano ad essere canditati a sindaco per il centrosinistra dovranno affrontare la forca caudina delle primarie, che selezioneranno il nome di quello che dovrà correre alle amministrative della prossima primavera per succedere a Michele Emiliano sulla poltrona di Primo cittadino. Quindi, nelle prossime settimane si svolgerà nel centrosinistra la partita decisiva per individuare l’effettivo candidato sindaco da mettere in pista per le prossime amministrative. Ma prima di questo nodo, che sarà sciolto dall’appuntamento delle primarie baresi del prossimo 23 febbraio, vi sono quelli preliminari che forse sono anche più difficili da dipanare rispetto a quello finale, poiché la rosa dei concorrenti ammessi alle primarie, come pure la loro possibilità di vittoria nelle primarie, dipenderà proprio dalle regole adottate preliminarmente al tavolo delle forze in coalizione.  A dettare la linea su come ammettere i candidati delle primarie e, successivamente, sulle modalità per i cittadini di partecipare al voto pare che sia il sindaco uscente, Emiliano per l’appunto, che probabilmente dice la sua in qualità di presidente regionale del Pd. “Però – obietta qualcuno – non si comprende bene come mai ad occuparsi di tali questioni non sia la segreteria politica del Pd, cittadina o provinciale, ma sia essenzialmente colui che fra qualche mese lascerà la poltrona di sindaco”. E, continuando, lo stesso obiezioni ironicamente aggiunge: “Un sindaco che, tra l’altro, a suo tempo non fu scelto col metodo delle primarie. E, quindi, il proprio apporto non è giustificato neppure in base ad un’esperienza precedente, affrontata in occasione della sua candidatura”. Ma la linea esposta dal sindaco Emiliano per le primarie sembra non gradita a tutti gli aspiranti alla candidatura a sindaco, cominciando dal suo vice, Alfonsino Pisicchio, che sembrerebbe già poco convinto del metodo, ma forse lo è ancor di più sulle regole che il Pd, sotto dettatura del sindaco uscente, vorrebbe adottare. Infatti, il primo rilievo sollevato riguarda il fatto che le regole devono essere concordate da tutte le forze presenti al tavolo della coalizione e non imposte dal Pd a tutte le altre anime della coalizione, come invece sta tentando di fare Emiliano. “Ora resta da stabilire le regole” ha dichiarato il sindaco dopo aver fatto fissare la data delle primarie, aggiungendo però che “Non c’è alcun problema. Per me – ha sottolineato lo stesso Emiliano – il numero di firme da raccogliere per presentare la propria candidatura deve essere consistente, altrimenti rischiamo di avere una moltiplicazione dei candidati” e chiarendo che “Se uno pretende di fare il sindaco di Bari e non raccoglie nemmeno qualche migliaio di firme, è meglio che desiste”. E questo solo per poter essere ammessi alle primarie. Per coloro che, poi, dovrebbero votare ai gazebo uno dei candidati il sindaco Emiliano vorrebbe ripetere il ticket corrisposto alle ultime primarie per la scelta del segretario nazionale del Pd, ossia il pagamento di due Euro. Infatti, per il Primo cittadino barese la cifra dei due Euro “Serve all’esecuzione delle operazioni. L’abbiamo sempre prevista e non vedo perché fare delle eccezioni stavolta”. E, continuando, Emiliano ha spiegato che “Senza il pagamento della quota avremo un inquinamento generalizzato delle primarie che diventerebbero una barzelletta”. Come dire che la democrazia partecipata ha un costo. E per poter partecipare alla scelta del nome da candidare a sindaco del centrosinistra bisogna pagare. Un costo che evidentemente non tutti i cittadini possono permettersi di sostenere con troppa facilità. Soprattutto per i tempi di crisi che corrono, con disoccupati ed inoccupati che abbondano, ma anche con tanti altri lavoratori che, pur non versando in dette condizioni, stentano comunque ad arrivare a fine mese, sembra davvero un paradosso per alcune forze politiche, come Pd e Sel, che da sempre si vantano di rappresentare gran parte delle fasce sociali deboli e disagiate, pensare di poter introdurre il ticket di due Euro per poter esprimere la scelta sul nome del candidato sindaco preferito. “Si tratterebbe probabilmente – dichiara ironicamente qualche addetto ai lavori – di un esercizio di democrazia a pagamento”. Però, tale meccanismo di funzionamento delle primarie nel centrosinistra è già stato sperimentato evidentemente con successo. Infatti, se tra i cittadini che voglio partecipare al voto delle primarie alcuni non possono permetterselo, c’è pure chi sicuramente è ben disposto a stimolare ed a sovvenzionare tale partecipazione. Allora, qualcun altro ingenuamente si chiede: “Cui prodest” le primarie?

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 19 Dicembre 2013

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