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L’annoso e irrisolto problema degli uffici giudiziari baresi

Il definitivo affossamento da parte del Consiglio di Stato della Cittadella della Giustizia in zona stadio “San Nicola”, dell’impresa parmense Pizzarotti, e quindi il conformarsi dei giudici romani di Palazzo Spada alle indicazioni della Corte di Giustizia europea, scaturite da un ricorso del Comune di Bari, ha portato qualche anno fa l’attuale Amministrazione Decaro a proporre come luogo unico dei futuri Uffici giudiziari baresi (attualmente allocati in vari edifici sparsi prevalentemente nel quartiere Libertà: vedi Palazzo di Giustizia di piazza De Nicola, Tribunale dei minorenni di via Tommaso Fiore e Palazzo della Procura ed udienze penali di via Nazariantz), l’area demaniale delle ex Casermette di via Alberotanza, nel quartiere barese di Carrassi. Però, sul punto si sono registrate già le prime prese di posizione negative da parte di molti cittadini di quel quartiere che, essendo già una zona sovraccaricata di Uffici ed altre attività pubbliche (vedi Agenzia delle Entrate, sede Commissioni Tributarie, clinica Mater Dei, Cassa edile, Cassa DD.PP, ecc.) e, quindi, anche di traffico e smog, non vogliono in zona ulteriori attività pubbliche, quali sono per l’appunto quelle di un Polo giudiziario, che possano poi portare ulteriori carichi di traffico. E, quindi, di inquinamento ambientale. Ma a manifestare il proprio dissenso sulla “questione” ci sono soprattutto alcuni settori tecnici ed imprenditoriali baresi, oltre che numerose associazioni culturali cittadine e tantissimi residenti del quartiere Libertà, che non gradiscono affatto lo spostamento dal quartiere Libertà delle sedi giudiziarie ivi allocate ed intorno alle quali – come è noto – si è da anni ormai sviluppato un ragguardevole indotto economico-sociale, che ha evitato ad un’intera parte di questa storica zona della città di Bari di patire un degrado ancor maggiore di quello ivi attualmente esistente. Infatti, fa rilevare qualche bene informato, a Bari l’effettiva riqualificazione del quartiere Libertà passa necessariamente anche attraverso il mantenimento dell’attuale Palazzo di Giustizia di piazza De Nicola e l’ampliamento o sostituzione di quelli di proprietà non comunale, come la sede del Tribunale dei minorenni ed il Palazzo di via Nazariantz (che, per altro, è dell’Inail e, quindi, comunque di proprietà pubblica), con la costruzione di nuovi edifici comunali per quest’uso, ma pur sempre nel quartiere Libertà, visto che le aree libere da espropriare ci sono e sono anche idonee all’uso. Ed al riguardo si richiama alla memoria il progetto degli inizi anni Novanta dell’Arcipelago della Giustizia al quartiere Libertà che, tra i numerosi interventi previsti, comprende anche la costruzione di un secondo Palazzo di Giustizia in corso della Carboneria (prolungamento di corso Mazzini angolo via Brigata Regina). Progetto, quest’ultimo, – ricorda sempre lo stesso bene informato – approvato una prima volta dagli organismi istituzionali preposti (tecnici, amministrativi e giudiziari) già nel 1989. E, poi, confermato e riapprovato a più riprese con modifiche ed aggiornamenti resi necessari dalle evoluzioni normative in materia di appalti ed edilizia giudiziaria. Progetto, tra l’altro, costato già anche diversi milioni di Euro al Comune di Bari, per i compensi corrisposti ai tecnici incaricati di eseguirlo, ma poi accantonato nel 2001 a seguito dell’intervenuta proposta Pizzarotti della Cittadella unica della Giustizia in zona stadio “San Nicola”. Intervento, quest’ultimo, – fa inoltre rilevare il bene informato – che a livello locale, prima ancora che dalla Giustizia europea ed amministrativa, era stato bocciato nel 2007 dalla Conferenza dei servizi di Regione-Comune e Provincia incaricata di esaminare e confrontare le diverse ipotesi di ampliamento ed adeguamento degli Uffici giudiziari baresi e che, alla fine, si espresse unanimemente a favore di un Polo giudiziari al quartiere Libertà. Indicazione, quest’ultima, – ricorda ancora il bene informato – fatta poi propria nel 2008 dall’allora amministrazione Emiliano, con delibera di Giunta n. 1207. Orbene, si fa notare in conclusione di ragionamento, con la recente realizzazione ed apertura al traffico del nuovo “ponte Adriatico”, che collega ancor più rapidamente il quartiere Libertà con la Tangenziale di Bari, ci si sarebbe aspettata per la risoluzione del “problema Uffici giudiziari” la rimessa in moto del procedimento sospeso nel 2001, ossia della realizzazione in corso della Carboneria del secondo Palazzo di Giustizia nell’ambito dell’ipotesi Arcipelago giudiziario al quartiere Libertà. Invece no. Il sindaco Decaro, propendendo per l’ipotesi di una Sede giudiziaria unica sull’area delle ex Casermette al quartiere Carrassi, ricalca in linea di massima un’ipotesi progettuale simile a quella della Cittadella della Giustizia di Pizzarotti, per cui ha affidato, ad apposito gruppo di ricercatori del Politecnico di Bari, l’esecuzione dello studio di fattibilità della sede unica della Giustizia alle ex Casermette. Però, a detta di numerosi tecnici, ma anche di molti baresi sia di Carrassi che del Libertà, lo studio per gli Uffici giudiziari baresi andrebbe svolto sull’ubicazione degli stessi prima ancora che sul sito già indicato dall’amministrazione Decaro. Solo così, infatti, si potrebbe mettere bene a fuoco quale potrebbe essere la soluzione più vantaggiosa per la Città di Bari, sia sotto il profilo urbanistico che economico-sociale. Diversamente verrebbe da pensare che la scelta a priori del sindaco Decaro, di indicare il sito dove realizzare un (forse) poco opportuno Polo unico della Giustizia, risponde ad una logica speculativa analoga ed esattamente contrapposta a quella dell’impresa Pizzarotti. Quest’ultima, infatti, è stata resa vana a seguito di tante peripezie politico-amministrative e per la quale il Comune di Bari si è battuto per oltre dieci anni, per impedirne la realizzazione. Ma questa è una cosa che i baresi non tarderanno a scoprire.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 29 Giugno 2017

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