Cronaca

“L’anziano morto in solitudine è un dramma dell’individualismo del nostro tempo”

“Sono colpito ma non meravigliato. Un dramma dell’individualismo del nostro tempo”: ecco l’affondo del diacono Tommaso Cozzi, responsabile della Pastorale sociale e del lavoro nella diocesi Bari- Bitonto, commentando l’incredibile episodio di Carbonara, dove un anziano signore è stato ritrovato cadavere in casa sua dopo cinque anni dal decesso e nessuno se ne è accorto.

Cozzi, meravigliato?

“Sono certamente colpito in modo negativo ma non meravigliato. Cose simili sono accadute e accadono ovviamente anche da altre parti e persino in organizzazioni sociali più evolute e attente al welfare. Fa parte del nostro tempo”.

Che cosa vuole dire?

“E’ un dramma dell’individualismo e del rifiuto del vivere sociale. Sempre più spesso, per i problemi del quotidiano, siamo chiusi nel nostro particolare e ci dimentichiamo persino di chi vive nel nostro palazzo o affianco alla porta di casa”.

Eppure, con il rispetto che si deve a Carbonara, non si tratta di una metropoli e la mancanza prolungata di una persona non poteva passare inosservata. Possibile che in cinque anni nessuno lo abbia notato?

“Il punto è proprio questo. E’ una grave indifferenza che coinvolge tutto e tutti, persino le cose banali. Mi chiedo: chi erogava i servizi essenziali, bollette di luce e acqua, non ha accertato la morosità? I vicini di casa o l’incaricato della riscossione del condominio non hanno riscontrato qualche cosa di sospetto, magari allertando le Forze dell’ordine? Spesso si ha paura o pigirizia a riferire queste cose alle autorità per timore delle seccature burocatiche e delle complicazioni derivanti. Un altro aspetto dell’individualismo”.

I parenti del morto erano lontani, in Venezuela…

“Un altro tassello da non sottovalutare, quello delle famiglie sgretolate o assenti. Famiglia e società devono camminare assieme, ecco perchè la Pastorale sociale della diocesi lavora di concerto con quella della famiglia. Trovo sbaloriditivo che, nel tempo della piazza virtuale e dei social, quando ci si dice tutto in rete, si possa scomparire per cinque anni. Non voglio certamente accusare nessuno, però mi pare che da questo punto di vista, anche le pubbliche istituzioni sono almeno evanescenti e mostrano verso la persona un interesse relativo”.

Un suo giudizio di sintesi?

“Un fatto molto triste, un dramma della solitudine e del disinteresse, conseguenza, come dicevo, dell’ individualismo che regna sovrano. Sono colpito ma niente affatto sorpreso”.

Bruno Volpe


Pubblicato il 20 Luglio 2017

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