Cronaca

L’arcipelago frangiflutti

Continua l’erosione delle coste pugliesi. Da Manfredonia a Otranto gli arenili arretrano e l’industria della balneazione patisce. Periodicamente le amministrazioni comunali intervengono facendo scaricare dai bulldozer migliaia di metri cubi di sabbia nei tratti più colpiti. Sabbia che viene versata non sul bagnasciuga (sarebbe improduttivo) ma più in fondo, dove la spiaggia ha inizio. Nel frattempo il mare continua a fare il suo lavoro ed ogni volta tocca spingere l’arenile ulteriormente indietro. Un arenile sempre più innaturale e sempre più vicino al limite ‘fisiologico’ (dune costiere, fabbricati, coltivazioni…). Tra l’altro, è il modo migliore di rispettare l’ambiente il togliere sabbia da qualche altra parte per aggiungerla a sabbia di diversa composizione? Contro un fenomeno inarrestabile come l’erosione marina non restano che le barriere frangiflutti. Peccato che  questi sbarramenti, pur preziosi, abbiano dell’innaturale (ne vediamo uno nella foto). Ma esistono anche barriere frangiflutti ‘invisibili’, ovvero sommerse a poche decine di centimetri dal pelo dell’acqua. Possono essere in materiale povero (blocchi rocciosi) o frutto di soluzioni tecnologicamente  avanzate, come grosse tubature in gomma e bucherellate in modo da essere costantemente piene d’acqua e così mantenersi stabili. A Brindisi di recente un team di studiosi ha progettato una barriera invisibile particolarmente innovativa ; si compone di moduli, ciascuno pesante cinque tonnellate, che somigliano a una grande spazzola le cui setole sono pali in calcestruzzo di 40 cm. di diametro. Ma l’azione di contrasto esercitata dai frangiflutti sommersi rimane modesta : più che spegnere la forza delle onde, possono solo mitigarla ; il che significa rallentare l’azione erosiva del mare, non eliminarla. E poi rappresentano un pericolo per la piccola navigazione, salvo allertare i naviganti con boe o segnali luminosi, che è il modo più classico di far rientrare dalla finestra quanto si è cacciato dalla porta (parliamo del danno paesaggistico). Insomma, c’è niente di meglio dei frangiflutti a vista, che resteranno antiestetici sino a quando non si vorrà ‘ripensarli’…. Anziché grezzi allineamenti di macigni intervallati da corridoi proviamo a immaginare un arcipelago stretto e lungo che scorra in parallelo alla costa e che sia composto da isolotti artificiali di differenti dimensioni. Piantando alberi e usando altre accortezze si potrebbe trasformare ciascun isolotto in una piccola riserva naturale per specie protette e stormi di migratori. Costerebbe qualcosa in più, è vero, ma questa volta l’ambiente potrebbe guadagnarvi. E più di una volta.

Italo Interesse


Pubblicato il 11 Luglio 2015

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