Cultura e Spettacoli

L’arco delle masciare

Bari vecchia è ricca di una cinquantina di archi. Alcuni prendono nome dalle caratteristiche architettoniche (Alto, Basso, Delle Meraviglie), altri omaggiano la religione (San Rocco, Sant’Onofrio, Del Crocifisso), altri ancora celebrano cittadini passati alla storia (Notar Morea, Giandomenico Petroni)… Vicino Corte Cavallerizza, però, esiste un arco innominato nella toponomastica ufficiale e che da tutti e da tempo immemorabile è conosciuto come Arco delle Streghe o delle Masciare. Si racconta che là sotto si dessero convegno le fattucchiere. La credenza era ancora così diffusa ai primi del Novecento che là sotto tutti affrettavano il passo, qualcuno segnandosi. Vietato fermarsi, nemmeno se pioveva a dirotto, di notte soprattutto. Il rischio era incappare in qualcuna di quelle cattive fate e farne le spese. Leggende, si capisce. Eppure dietro ogni leggenda un fondo di verità esiste sempre. Donne dedite agli incantesimi (per chi ci crede) esistono dai primordi della Storia e continuano ad esistere. Tuttavia, essendo guardate con sospetto in ogni età, non potevano esporsi facilmente. Perciò per celebrare i loro riti erano nella necessità di darsi convegno lontano dai centri abitati. Le spianate all’interno dei boschi erano i luoghi più indicati. Solo lì c’era spazio per accendere un fuoco e intorno ad esso intonare canti e danzare senza timore di occhi indiscreti. Come potevano, perciò, incontrarsi in una pubblica via ?…  Ipotesi : in un periodo antecedente la fondazione di Bari, o quando il futuro capoluogo pugliese consisteva in un pugno di capanne raccolte sul micro promontorio di Santa Scolastica, là dove oggi si leva l’Arco delle Streghe si allargava una radura avvolta da boscaglie. All’interno di quello spazio erboso i devoti di Dionisio si sfrenavano in orge rituali. Un sito a conoscenza di tutti nel raggio di una  giornata di cammino e nel quale nessuno, tranne gli adepti, osava mettere piede. Quando l’influsso della cultura greca ebbe esaurita la sua spinta, di quel sito rimase memoria via via più confusa. All’avvento del cristianesimo, nell’incertezza della memoria, quella radura venne associata all’idea del Maligno. Poi Bari si estese sino a inglobare anche la radura inquietante senza che ciò ne cancellasse la memoria, ovviamente  sinistra. Per prudenza, nessuno osò citare streghe e masciare nella targhetta della via dell’arco maledetto. Prudenza impotente contro la forza della tradizione orale.- Nell’immagine, una xilografia del ‘Compendium maleficarum’ di Francesco Maria Guaccio del 1608 in cui viene riprodotto il momento dell’osculum obscenum (il bacio vergognoso…), atto di sottomissione dei devoti al Demonio con cui aveva inizio il sabba.

 

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 20 Febbraio 2021

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