Cronaca

L’Arif ingoierà 8 milioni in più, ma cresceranno le spese per cultura, teatri e film

Gli esperti vedono nero: i cittadini pugliesi potrebbero continuare a pagare 338 milioni di euro di tasse regionali aggiuntive fino alla fine dell’anno. Ne sarebbero certi gli economisti che hanno tenuto sotto i riflettori la situazione economica regionale anche dopo l’elezione della nuova amministrazione che ha preso il posto di quella che ha governato per dieci anni. Economisti e tributaristi che fanno i conti con la crisi che imperversa con maggiore virulenza nel Mezzogiorno, pagata a caro prezzo sempre e solo dai soliti noti. Ma torniamo subito ai numeri, quelli che non danno scampo: gli aumenti di Irpef (113,735 milioni: + 0.30 per i redditi fino a 28.000 euro; + 0.50 oltre i 28.000); irap (+ 0,92 – 125,292 milioni); gas metano (22 milioni); deposito rifiuti in discarica (18 milioni) accisa regionale sulla benzina (14 milioni); ticket da 1 euro a ricetta (45 milioni) erano stati introdotti dal Governo Vendola per coprire il deficit sanitario ed il gettito era quindi, finalizzato, alla copertura di quel deficit. A dicembre scorso il Presidente Vendola, all’atto dell’approvazione del Bilancio di Previsione 2014 della Regione, nel confermare gli aumenti delle tasse regionali, garantì che non appena possibile, la Giunta le avrebbe abbassate. Poi anche l’assessore al Bilancio dell’epoca disse che per la struttura tecnica vi erano tutte le condizioni per poter abbassare le tasse regionali e che la scelta politica spettava alla Giunta. E così la prima occasione utile per abbassare le tasse era proprio quella dell’approvazione della variazione al Bilancio, quando invece la Giunta ha assunto la scelta politica di confermare le tasse. Tasse destinate a coprire il deficit sanitario ma che, a questo punto, in presenza di una diminuzione del deficit, bisognerebbe capire dove vanno a finire e quante vanno a finanziare la sanità. Ma non basta. L’ex Presidente nella conferenza stampa di commento all’approvazione della variazione di Bilancio, a proposito della possibilità di abbassare le tasse regionali, ha detto: “Abbiamo l’obbligo di coprire con la coperta della Regione tutti quei ceti sociali e quelle figure socialmente deboli che sono state denudate prima dal Governo Berlusconi e poi dal Governo Monti”, aggiungendo anche: “La tassazione ha avuto sempre per noi una finalizzazione esplicita come è stato per l’Irba, l’imposta sulla benzina con cui abbiamo coperto l’improvvisa scopertura di tutta la geografia della non autosufficienza”. Ebbene, leggendo il Disegno di Legge di variazione al Bilancio, non ci sembra che siano stati incrementati i capitoli di Bilancio destinati ad incrementare servizi ai deboli, ai ceti vulnerabili, alla non autosufficienza. Anzi, quello che salta all’occhio è una incosciente continuità nell’aumentare rispetto al Bilancio di previsione, capitoli di spesa che nulla hanno a che vedere con la geografia dei non autosufficienti, ma che attengono più alla geografia della cattiva politica. Ecco qualche esempio di capitoli incrementati con la variazione di Bilancio: per l’Agenzia Regionale Irrigui e Forestali ci sono 8 milioni di spese (in aggiunta ai 36 mln già stanziati col Bilancio). Ci sarebbe da capire finalizzati a che cosa, posto che in aggiunta ci sono anche 1,8 milioni di euro in più per la Protezione Civile e dall’inizio del mese di giugno sono state sottoscritte dalla Regione tre convenzioni con Vigili del Fuoco (863mila euro); Corpo Forestale dello Stato (900mila euro) e Associazioni di Volontariato (350mila euro) per un totale di 2,1 mln di euro, anch’esse finalizzate all’attività di prevenzione e spegnimento incendi. E che dire dell’Agenzia regionale pugliese alla mobilità, l’Arem? Anche qui più 800mila euro (in aggiunta ai 757mila del Bilancio), mentre per le attività di divulgazione e promozione commerciale: più 3,5 mln di euro per Apulia Film Commission: più 700mila euro (in aggiunta a 1mln del Bilancio) e altri 400mila per attività culturali varie. Il Teatro Petruzzelli pesa sul Bilancio pugliese più 2mln di euro, eppure la Regione Puglia avrebbe dovuto attendere la due ‘diligence’ sulle attività passate della Fondazione e regole certe per garantire trasparenza ed efficienza future. Ai consorzi di bonifica: più 10 milioni di euro (in aggiunta ai 10 mln del Bilancio) dopo che da sette anni si continuino a trasferire somme ai Consorzi senza alcuna riforma strutturale che ne garantisca l’efficienza, con l’aggravante che sono state pure riemesse le cartelle a carico degli agricoltori senza certezza sui servizi erogati dai Consorzi. Società Cartolarizzazione dei beni delle Asl: più 130mila euro. La vendita dei beni delle Asl è stata prevista nel lontano 2006 e finora come unico risultato ha prodotto le spese di funzionamento della società che dovrebbe occuparsi della vendita. Spese varie economato Regione (facchinaggio, acquisto mobili, archivio e funzionamento Regione): più 6,5 mln di euro. La macchina regionale continua a costare troppo alle tasche dei pugliesi, anzi, la Giunta Regionale guidata da Emiliano potrebbe continuare a operare scelte politiche che non andranno nel senso di sostenere famiglie ed aziende pugliesi. Se è vero che con la ultima variazione di Bilancio si sono reperite somme aggiuntive da poter ridistribuire sui vari capitoli di spesa, l’elenco che abbiamo fatto dimostra che la scelta di questo Governo Regionale continua ad essere quella di finanziare interventi destinati a coprire la geografia della cattiva politica, non certo quella della non autosufficienza, dei deboli, della famiglie e delle aziende pugliesi che languono per la crisi e alle quali per dovere politico e morale andavano abbassate le tasse regionali. E invece…avanti così, madama la Marchesa, tanto paga sempre Lord Pantalone.

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 4 Luglio 2015

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