Cultura e Spettacoli

L’arte di Milo (Maurillo) Manara

Uno dei più grandi fumettisti italiani, forse il più grande e geniale, si confida in esclusiva col Quotidiano in questa intervista. Parliamo di Milo (Maurillo) Manara, noto in tutto il mondo per il suo talento e genialità. Lo abbiamo rintracciato nella sua casa in Valpolicella. Una breve sintesi del personaggio per comprenderne la centralità: famoso per le sue tavole sensuali ed anche erotiche, per la satira, e soprattutto Il gioco, la realizzazione più nota e venduta. Ha collaborato con Playmen e col regista Almodovar. Nel 2011, per una vignetta su San Giovanni Paolo II pubblicata su Il Fatto Quotidiano, finì nell’occhio del ciclone persino della Digos. Manara ha parole di elogio sul fumetto nella nostra regione.

Manara, partiamo dalla Puglia, che lei conosce. Quale lo stato del fumetto da noi?

“Intanto amo la vostra terra, avevo anche comperato una casa in Salento a Santa Maria al Bagno, Nardò. Poi me ne sono andato, indispettito dal proliferare scriteriato di costruzioni. Edificarono davanti alla mia e persi la vista al mare. In quanto alla Puglia del fumetto, sicuramente paga lo scotto di essere fuori dai circuiti che contano, tuttavia esistono talenti da non sottovalutare e poi potete vantare quel grande genio di Pazienza. Vedo un futuro tutto sommato roseo. Occorre investire ed aiutare specie i giovani”.

Fumetto fenomeno editoriale. I numeri dicono che è in crescita. Come si spiega?

“I dati esatti non li conosco, tuttavia è vero che il fumetto sia in risalita, anzi è diventato un genere letterario a tutti gli effetti. Condivido quello che dice Pratt: il fumetto è letteratura con disegni. Occorre segnalare che un genere prima riservato alle edicole, adesso si trova in libreria ed cambiato persino il target dei lettori, un fatto impensabile forse sino a qualche tempo addietro”.

Perché il Giappone ha una collocazione quasi inarrivabile in tema di fumetti?

“Il Giappone è un fenomeno mondiale, siamo su un altro pianeta Ci sono i manga. Il fumetto fa parte della cultura nazionale giapponese, hanno sempre avuto questa inclinazione. Noi in Occidente siamo maggiormente portati ad esempio alla pittura ad olio, loro hanno una visione diversa. Probabilmente incide la stessa scrittura fatta di ideogrammi”.

Veniamo ad un fatto curioso della sua vita. Nel 2011 fece sul Fatto Quotidiano una vignetta che ritraeva san Giovanni Paolo II in cielo circondato ad angeli donne in pose provocanti. Per essere buoni diciamo che il mondo cattolico e i polacchi non la presero bene. Come le venne in testa?

“Allora. Io amo la satira e ritengo che debba sempre essere libera e mai condizionata. Oggi al contrario sempre più spesso prevale il politicamente corretto e a me non piace. Preciso che su Giovanni Paolo II il testo non era mio, io feci solo il disegno. In questo momento storico sembra che una satira frizzante e libera dia fastidio”.

Alla luce del vecchio detto, scherza con i fanti ma lascia stare i santi, la rifarebbe quella vignetta?

“Quella di Giovanni Paolo II è stata la canonizzazione più veloce della storia della Chiesa e qualche sospetto l’ha sollevato a suo tempo. Ho disegnato tante vignette satiriche e a dirla tutta non mi pento, sì la rifarei. So che i cattolici e i polacchi si inferocirono. E venni convocato dalla Digos”.

Bruno Volpe

 


Pubblicato il 28 Aprile 2021

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