Cultura e Spettacoli

L’arte di una fotografia che nobilita la dimensione quotidiana delle celebrità

“Ricorderemo il mondo attraverso il cinema” sognava Bernardo Bertolucci. In un’epoca in cui conosciamo la quotidianità dei vip in una maniera decisamente depauperata e superficiale, attraverso reality, social e ogni sorta di materiale su Internet, è quantomai interessante una fotografia che recuperi una dimensione del quotidiano legata al divo, mediata dallo spessore di una catarsi artistica, in una maniera intellettualmente valida. È ciò che avviene nella mostra” Ritratti di Cinema”, inaugurata a Bari al Museo Archeologico di Santa Scolastica, nell’ambito del fuori Bif&st, visitabile fino al 28 Aprile. Esposti in una suggestiva cornice gli scatti della nota fotoreporter Antonietta De Lillo, realizzati alla Mostra di Venezia nel biennio 1981/82, che vedono ritratti Robert Altman, Bernardo Bertolucci, Liliana Cavani, Primo Levi, Jeanne Moreau, Italo Calvino, Harrison Ford, Akira Kurosawa, Mario Monicelli, Nanni Moretti, Leone d’argento con il suo Sogni d’oro, Wim Wenders e molti altri tra i protagonisti più iconici che hanno frequentato la celebre manifestazione. “ La De Lillo ritrae dei divi colti nella loro dimensione umana, quotidiana ,di prossimità ,quindi dei volti autentici. Il suo sguardo è un’archeologia della modernità, poiché ci racconta della relazione tra cinema, divismo e rapporto con il pubblico. Negli anni in cui fotografava il Festival di Venezia vi era un rapporto diverso tra fotoreporter e celebrità, e accadeva che spesso ci si trattenesse insieme fino a notte fonda, dando modo alla stampa di dialogare conoscere e interagire con le celebrità, approfondendo il livello umano. Una dimensione che oggi si è persa ma che ci viene restituita in maniera straordinaria da queste fotografie.” Spiega Oscar Iarussi direttore della Gazzetta del Mezzogiorno.Ad accompagnare la mostra anche un volume fotografico pubblicato dalla casa editrice napoletana Dante & Descartes di Raimondo Di Maio, con il Centro Sperimentale di Cinematografia, che raccoglie gli interventi di Adriano Aprà, Adriano Donaggio, Roberto Escobar, Giorgio Gosetti, Enrico Magrelli, Marcello Mencarini, Paolo Mereghetti, Giovanni Spagnoletti, Enzo Ungari, Cecilia Valmarana e Wanda Zanirato, con prefazione di Andrea Purgatori, Marta Donzelli, Titta Fiore, Roberto Cicutto e una conversazione con l’autrice delle fotografie a cura di Laura Delli Colli.“All’epoca era possibile fotografare i protagonisti del festival nel loro quotidiano, in luoghi anche intimi. Oggi invece queste fotografie non sarebbero possibili, poiché sia noi registi che gli attori veniamo sempre fotografati davanti a pannelli pieni di sponsor o su red carpet tutti uguali tra loro. E questo ci dovrebbe far riflettere sul fatto che siamo diventati come una sorta di film che ha perso il contatto con l’altro, col proprio pubblico.” Racconta Antonietta De Lillo, ricordando quei tempi intrisi di voglia di interazione, dialogo vero e cambiamento. Di sicuro attraverso gli atteggiamenti furtivi i rilassati, in quei mezzi sorrisi dischiusi, e a quelle espressioni che rivelano mondi distanti, ma anche vicinissimi, colti nelle sue bellissime foto, recuperiamo felicemente quel senso tangibile di magia legata ai valori più autentici. Proprio quelli che ci fanno continuare a sognare il cinema.

Rossella Cea


Pubblicato il 1 Aprile 2022

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio