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Lascito Garofalo: “Chi paga per le negligenze dell’amministrazione Decaro?”

La domanda spontanea “Ma chi paga le negligenze ed inefficienze dell’amministrazione Decaro?” è quella che da qualche giorno circola con insistenza nella comunità del V Municipio barese, quello di Palese e Santo Spirito per essere più chiari, dopo aver appreso, da un servizio apparso qualche giorno fa sul maggior quotidiano locale inerente il “Lascito Garofalo” di Palese, che l’assessore al Patrimonio del Comune nonché numero due della giunta Decaro, Vincenzo Brandi, replicando a due consiglieri comunali di maggioranza, Michelangelo Cavone e Massimo Maiorano, entrambi del Pd, che hanno accusato l’Amministrazione barese di aver lasciato per oltre un anno e mezzo detta struttura comunale (ristrutturata e pronta dal 2014) incustodita ed in balia dei vandali, ha dichiarato: “Voglio anche ricordare che i teppisti sono entrati in azione non ieri, ma addirittura già un anno e mezzo fa, poche ore dopo l’inaugurazione”. Un’affermazione, questa dell’assessore Brandi, che soprattutto a Palese sta facendo molto discutere tra gli addetti ai lavori della politica, ma soprattutto tra i tanti cittadini che hanno letto il servizio giornalistico in cui è stata riportata. Infatti, come è noto, le accuse di Cavone e Maiorano all’Amministrazione sono giunte dopo che, qualche settimana fa, il “Lascito Garofalo” è stato oggetto per l’ennesima volta di altri atti di vandalismo da parte di ignoti, che hanno provocato ulteriori ed ingenti danni ai nuovi infissi ed impianti dell’immobile ex Garofalo che già in precedenza erano stati riparati con interventi urgenti del Comune, ma che poi sono stati nuovamente oggetto di danni a causa del grave ritardo con cui l’Amministrazione barese ha stabilito la destinazione dell’immobile ed il successivo espletamento della procedura di individuazione degli assegnatari. E lasciando, tra l’altro, la struttura Garofalo incustodita e priva di qualsiasi sistema di sicurezza, quali avrebbero potuto essere allarmi e video camere. Di fatti le critiche maggiori che alcuni cittadini muovono all’Amministrazione Decaro non sono soltanto quelle di non aver provveduto per tempo a definire l’uso della struttura e ad assegnarla subito dopo la presa in consegna dall’impresa esecutrice dei lavori di restauro, ma ancor più pesanti sono le accuse per la mancata messa in custodia e sicurezza dell’opera. Però, a sconcertare ancor di più i cittadini è ora la citata affermazione dell’assessore Brandi. Infatti, hanno rilevato in molti: “Che ha fatto l’Amministrazione Decaro subito dopo i primi atti di danneggiamento verificatesi nel Lascito Garofalo, visto che – come ha appena ammesso lo stesso Brandi – i teppisti sono entrati in azione già nelle ore successive all’inaugurazione, vale a dire più di un anno e mezzo fa?” E conseguentemente, quindi, il danno erariale provocato alle casse del Comune per l’incuria e le negligenze dell’Amministrazione in carica chi li paga? “Nessun problema” assicura sempre l’assessore Brandi nello stesso servizio giornalistico di qualche giorno fa, precisando pure che “Gli assegnatari  si sono impegnati a provvedere alle riparazioni necessarie che saranno poi scomputate dai canoni di locazione”. E su quest’ultimo punto gli fa eco il consigliere Cavone con un post apparso sulla pagina “Solo news Prima Circoscrizione” di Facebook in cui scrive: “Un anno e mezzo per l’affidamento è un tempo inaccettabile che ha determinato danni ingenti. Chi paga? I cittadini! I lavori saranno fatti dai gestori, dice l’assessore, non pagando poi il canone fino a compensazione dei costi sostenuti…quindi??? Il risultato non cambia, pagano i cittadini. Inaccettabile”. Davvero “inaccettabile” la risposta dell’assessore e vice sindaco Brandi sul danno erariale provocato alla cassa comunale barese, e quindi ai cittadini, per le evidenti inefficienze e negligenze di un’Amministrazione, quella di Decaro per l’appunto, che risulta invece molto attenta quando si tratta di aumentare imposte e tasse, come è accaduto di recente per la Tari, ma anche per altri balzelli, come ad esempio il costo del servizio di illuminazione delle lampade dei defunti, tanto da far balzare Bari nella classifica nazionale tra le città più tartassate d’Italia. Ed a chi invece rinfaccia a Cavone sulla sua stessa pagina di Facebook di essere stato poco attento da consigliere locale di maggioranza alle trascuratezze dell’amministrazione Decaro per il Lascito Garofalo, l’esponente comunale del Pd risponde: “ Io da consigliere comunale posso sollecitare l’amministrazione attraverso interrogazioni in aula (ne ho fatte 5) ,lettere ufficiali e messaggi. il consigliere, ricordo a me stesso, non ha funzione gestionale ( che è in capo all’assessore). Quindi non ho strumenti operativi ma solo la possibilità di denunciare, anche contro l’amministrazione che ho sempre sostenuto fedelmente”. Ma, ha rilevato in privato qualche cittadino, “che differenza c’è tra un consigliere di maggioranza ed uno di opposizione?” Probabilmente “nessuna” per Cavone che probabilmente, dopo dieci anni di esperienza da consigliere circoscrizionale e circa due da comunale, non ha ancora acquisito pienamente le “peculiarità” politiche dei due ruoli. Peccato, infatti, che a Cavone in questo anno e mezzo di “disastri sotto gli occhi di tutti” al Lascito Garofalo di Palese sia anche sfuggito che una delle prerogative dei consiglieri comunali di opposizione, ma anche di maggioranza, è quella di segnalare alla Corte dei Conti presunti danni erariali all’Ente in cui dovrebbero tutelare gli interessi dei cittadini. Ed è per tale “benevolenza” che probabilmente l’assessore Brandi concludeva la sua dichiarazione del 9 marzo scorso con cui annunciava l’esito della gara di assegnazione dei locali del Lascito Garofalo affermando: “Voglio ringraziare il presidente del Municipio Gianni Moretti e i consiglieri comunali e municipali del territorio per aver collaborato attivamente al raggiungimento di questo obiettivo”. Ossia –  in verità, secondo qualcuno – quello di essere riuscito ad assegnare la struttura con “inaccettabile” ritardo e con condizioni “disastrose” per il Comune. E, soprattutto, senza alcuna conseguenze per i responsabili amministrativi dello scempio.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 4 Maggio 2016

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