Cronaca

Lascito Garofalo, emblematico esempio di mala gestione del Comune

Non sono stati ancora dati in possesso agli assegnatari i locali del “Lascito Garofalo” di via Indipendenza a Palese che, nella notte tra giovedì e venerdì della scorsa settimana, altri ingenti danni da vandalismo sono stati arrecati agli infissi della struttura comunale, rimessa interamente a nuovo appena qualche anno fa dall’Amministrazione barese, ma finora mai utilizzata. Infatti, dalla data di ultimazione dei lavori e di consegna al Comune dall’impresa esecutrice sono trascorsi  circa 21 mesi  per stabilire sia che uso fare di detto complesso immobiliare, lasciato in eredità al Comune di Bari da un benefattore palesino, Benedetto Garofalo per l’appunto, scomparso nell’ottobre del 2000, sia per effettuare un semplicissimo “avviso di gara” per l’individuazione dei soggetti a cui affidare la gestione del “Lascito”. Gara il cui iter di assegnazione – come si ricorderà – si è concluso con molte polemiche (soprattutto sui social network) e non pochi dubbi. Assegnazione che, a quanto è dato sapere, è stata ultimata sul piano formale, ma non ancora sotto l’aspetto materiale, perché gli assegnatari non sono stati ancora immessi nel possesso effettivo della struttura affidatagli in locazione dal Comune di Bari. Ma ciò che è oggetto di scandalo, soprattutto indignazione da parte di molti palesini che sono venuti a conoscenza degli episodi di vandalismo che hanno interessato questa struttura comunale, è il lassismo con cui l’Amministrazione barese ha gestito e continua a gestire questo “bene pubblico” avuto in dono circa sedici anni or sono. Infatti, il Comune di Bari ha impiegato quasi 14 anni per mettere la struttura del “Lascito Garofalo” in condizioni di fruibilità, dopo di che ha impiegato ben 21 mesi per decidere a chi darla in gestione. Periodo, quest’ultimo, durante il quale la struttura è stata lasciata in completo abbandono, perché priva di qualsiasi misura di prevenzione e protezione, tanto che nel corso di questi 21 mesi la quasi totalità delle attrezzature sportive è stata distrutta, i locali del complesso immobiliare sono stati ridotti a letamaio, con le porte d’accesso sfondate più volte e più volte fatte risistemare (in emergenza!) dal Comune. Per non parlare, poi,  dell’impianto fatto realizzare per l’irrigazione automatica del prato, degli alberi e delle siepi che è stato completamente vandalizzato. E tutto questo – fanno notare alcuni cittadini – senza che né dal Comune centrale, né dal locale organo di decentramento amministrativo, il V Municipio, siano stati presi adeguati provvedimenti, per evitare il protrarsi di atti di vandalismo che, nel “lascito Garofalo”, si sono susseguiti fino a qualche giorno fa. Ma non sono soltanto questi i motivi di indignazione per i tanti cittadini che frequentano l’area a verde del “Lascito” e quella attigua del “Monumento ai caduti”. Infatti, da quando l’intera area verde di via Duca D’Aosta angolo via Indipendenza di Palese è stata aperta al pubblico, vale a dire da circa due anni, molti dei frequentatori non si spiegano come mai il Comune non si è mai preoccupato di far effettuare l’ordinario servizio di pulizia dei vialetti e quello di svuotamento dei cestini presenti all’interno dell’area a giardino. Difatti, secondo quanto riferisce uno dei frequentatori, si deve solo all’opera di alcuni volontari che, accordatisi tramite il gruppo facebook “Sei di Palese se…”, si sono spesso adoperati per ripulire da carte ed altre immondizie almeno la zona riservata ai bambini. Infatti, – sempre secondo lo stesso informatore – il Comune, pur avendo da tempo aperto al pubblico quel giardino, non ha ancora provveduto ad affidare “in carico all’Amiu” le pulizie giornaliere di quell’area. E questo, se fosse vero, renderebbe ancor meglio l’idea di come l’Amministrazione barese provveda a curare taluni servizi essenziali a Palese. Ma ciò che è, forse, ancor più sconvolgente, se non addirittura scandaloso, nella storia dell’eredità Garofalo al Comune di Bari è il “mistero dei gioielli scomparsi”. Infatti, la giacenza ereditaria lasciata da Garofalo al Comune di Bari, oltre ai terreni ed al fabbricato, comprendeva anche alcuni gioielli di cospicuo valore. Gioielli che, a quanto pare, siano spariti nel gennaio del 2008 da un armadio della ripartizione Patrimonio, dove erano stati depositati  dopo che erano stati rimossi dalla cassetta di sicurezza della banca nella quale Garofalo li aveva lasciati. Ed anche la notizia di questo furto (come tutte quelle relative ai danni arrecati negli ultimi 21 mesi all’immobile ristrutturato  del “Lascito”)  è passata a suo tempo quasi sotto silenzio, tanto che nella cittadinanza palesina, ma anche tra gli stessi parenti del compianto Garofalo, in molti non ne erano tuttora a conoscenza. Ma a Palese, ora che si è diffusa la notizia che il Comune di Bari si è fatto rubare i gioielli lasciatigli in eredità da Garofalo, sono in molti ad essere sconcertati per come l’Amministrazione barese si sia finora presa cura dei beni mobili ed immobiliari di questo benefattore palesino. Infatti, non sono pochi i palesini che, venuti ora a conoscenza del furto dei gioielli, si chiedono sbigottiti: “Ma di chi sono le responsabilità dei danni patrimoniali arrecati all’Ente, prima per il furto dei gioielli e dopo per i ripetuti atti vandalici verificatisi all’immobile appena ristrutturato del Lascito di via Indipendenza?”. E dire che dal Comune, circa un mese fa, l’attuale responsabile del Patrimonio, nonché numero due della giunta Decaro, l’assessore Vincenzo Brandi, con un entusiastico comunicato annunciava l’avvenuta assegnazione agli unici partecipanti alla gara dei locali del “Lascito Garofalo” ? Altro che soddisfazione….per come il Comune di Bari ha finora gestito l’eredità di questo defunto palesino, oltre che, a suo tempo, cittadino benpensante sulle reali attenzioni che l’Amministrazione barese avrebbe avuto per il “bene comune” dei palesini  ed ad onore dei suoi benefattori.        

 

Giuseppe Palella    


Pubblicato il 13 Aprile 2016

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