Cultura e Spettacoli

L’aspide: prudenza, non terrore

Periodicamente si torna a parlare di vipere. Adesso l’allarme viene dalla Francia, dove si annuncia la fine delle scorte di antidoto. Intanto si segnalano presenze e morsicature in tutta l’Italia del nord. E da noi? L’ultimo caso di un pugliese morso da una vipera risale al 2016. Nella circostanza la vittima, un agricoltore di Grottaglie, ebbe la freddezza, prima di recarsi in ospedale, di afferrare l’animale e ficcarlo in una busta. E’ importante per i sanitari individuare la specie responsabile del morso ; ciò consente di decidere se è il caso di ricorrere al vaccino oppure se bastano cortisonici ed antistaminici. Quell’agricoltore se la cavò senza alcun danno, anche perché a colpirlo era stato un aspide, l’unico tipo di vipera che popola la Puglia, il meno pericoloso delle cinque specie presenti sul territorio nazionale. L’aspide non ha mai rappresentato una novità da noi. Addirittura, nel Salento, vicino Zollino, esisteva un villaggio, Apigliano, che si vuole abbandonato nel Cinquecento a causa di un’invasione di aspidi. Difficilmente il morso dell’aspide è letale per l’uomo adulto, potendo invece rappresentare un problema per bambini, anziani e ogni persona debilitata. Peraltro, come tutte le altre vipere e a meno di sentirsi minacciata, l’Aspis attacca ben di rado l’uomo, che preferibilmente evita, nascondendosi. E il morso a scopo di difesa è quasi sempre ‘a secco’, ovvero senza inoculazione di veleno, che invece l’animale  riserva, non potendo sprecarlo stante la sua laboriosa riproduzione, alle specie di cui si nutre (topi, piccoli uccelli e lucertole). Come spiegare questo massiccio ritorno della vipera? C’è chi dà la colpa all’abbandono delle campagne e al conseguente avanzare del bosco. Altri vogliono vederne la spiegazione nel diminuire dei falchi, storici predatori di questo rettile. Altri ancora si lasciano sedurre da una leggenda metropolitana che si affermò negli anni ottanta, quando invalse l’uso di liberare alcune specie animali in aree da cui le stesse specie erano sparite a causa di pesticidi, bracconieri e antropizzazione selvaggia. Una singolare diceria viene ripresa in ‘La famosa invasione delle vipere volanti’ (edizioni Sonzogno, 1994), un libro di Paolo Toselli, autore che spesso di è occupato di “bufale, menzogne clamorose e storie di ordinaria bugia”. La diceria ha per oggetto il presunto caso delle vipere paracadutate da elicotteri dentro ovuli di cartone che si aprivano a contatto col suolo. Una leggenda segnalata per la prima volta in Francia (ma guarda…) verso la fine degli anni settanta. I responsabili? Ambientalisti estremisti, branchi di irresponsabili, persino cacciatori nella necessità di tenere lontani i turisti dai boschi…

Italo Interesse

 


Pubblicato il 2 Giugno 2017

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