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L’assessore all’Agricoltura di Emiliano toglie il “disturbo” al centrosinistra

 

L’assessore all’Agricoltura della giunta Emiliano ha tolto il disturbo alla larga fetta del centrosinistra pugliese, ma anche del centrodestra, che da tempo, sia pur con diverse motivazioni, ne invocavano le dimissioni. Cosa che Di Gioia ha fatto ora con una missiva recapitata al governatore Michele Emiliano e con la quale ha comunicato di dimettersi dall’incarico a partire dal 5 luglio prossimo. “Tale termine differito –  ha spiega Di Gioia nella lettera – mi consente di partecipare a due audizioni presso la Camera dei Deputati per conto della Conferenza dei Presidenti delle Regioni su questioni agricole in programma domani (ndr – oggi, per chi legge mercoledì) e di salutare giovedì 4 il personale in assessorato”. Nella lettera Di Gioia ha ringraziato il presidente Emiliano per l’opportunità avuta con il ruolo ricoperto ed ha assicurato che continuerà “a lavorare per la Puglia con impegno e lealtà”.  Nei mesi scorsi Di Gioia – componente della giunta regionale di centrosinistra – era stato al centro di polemiche e attacchi trasversali dalle forze di opposizione e di maggioranza che ne avevano chiesto le dimissioni per il suo sostegno, dato pubblicamente alle scorse elezioni europee, al candidato leghista Massimo Casanova. Il governatore Emiliano ha prontamente risposto alla missiva dell’ormai ex assessore affermando: “Ringrazio Leonardo Di Gioia per il contributo importante che ha dato in questi anni alla nostra amministrazione alla guida dell’assessorato all’Agricoltura”. “Non sono stati anni facili, – ha sottolineato inoltre il governatore nella risposta –  ma sono stati affrontati sempre con grande spirito di servizio e attenzione.  Continueremo a lavorare con il comune obiettivo di completare l’attuazione del programma di governo”. Come si ricorderà, Di Gioia si era già dimesso dall’incarico lo scorso gennaio, ma qualche giorno dopo era stato convinto dal governatore Emiliano a riaccettare la delega all’Agricoltura. Questa volta, invece, le dimissioni dell’assessore Di Gioia – secondo quanto trapela da fonti interne al Palazzo della Regione – sarebbero irrevocabili e, quindi, prive di qualsiasi possibilità di ripensamento sia da parte dell’assessore che del Presidente della Giunta regionale che, a differenza dello scorso gennaio, le ha accolte immediatamente, senza alcun tentennamento, o colpo ferire, e quindi senza alcun invito all’interessato a ripensarci. E ciò lascia presumere che il recente “divorzio” politico tra l’assessore dimissionario Di Gioia ed il governatore Emiliano sia stato consensuale, a seguito di motivazioni al momento ufficialmente non note. Anche se, a detta di qualche bene informato, al centro delle recenti dimissioni dell’assessore pugliese all’Agricoltura potrebbero esserci le nomine di due sub commissari all’Arif (Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali). Secondo la stessa fonte, Di Gioia non avrebbe gradito i nomi (Vito Damiani e Francesco Ferraro) indicati dalla Giunta regionale a sub commissari di detta Agenzia, che è impegnata anche nella lotta alla Xylella, perché lo stesso Di Gioia aveva più volte espresso la volontà di nomine tecniche anziché di matrice esclusivamente politica, per tali ruoli. Infatti, Damiani è un consigliere del Pd al Comune di Conversano e Ferraro è un’ex sindaco di centrodestra di Acquarica del Capo (Le). Di Gioia, che nel 2015 è stato eletto con una delle civiche di Emiliano, comunque resta in Consiglio tra i banchi della maggioranza pur riservandosi, per il proprio voto, di valutare di volta in volta i provvedimenti che arriveranno in Aula. Le nomine di Damiani e Ferraro, però, potrebbero essere state solo un pretesto, provocato volutamente da Emiliano e, forse, anche in maniera concordata con Di Gioia, per evitare che giungesse al voto dell’Aula la mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore filo-leghista presentata dai sei consiglieri di maggioranza (Fabiano Amati, Sergio Blasi, Ruggiero Mennea, Donato Pentassuglia del Pd e Napoleone Cera dei “Popolari” ed il civico Gianni Liviano), che di recente si sono uniti per la costituzione dell’associazione “C-entra il futuro”. Mozione che, con la modalità di una quasi sicura votazione segreta, avrebbe certamente spaccato la maggioranza di centrosinistra e che inoltre, se verosimilmente approvata, di conseguenza avrebbe messo in difficoltà il governatore anche successivamente, in vista delle possibili primarie del centrosinistra per la scelta del prossimo candidato presidente alle regionali del 2020. Quindi, non è da escludere l’ipotesi di un “divorzio consensuale” tra Emiliano e Di Gioa, al fine di rendere più praticabile al governatore le trattative interne al centrosinistra e, più in particolare, al Pd sulle primarie, che dovrebbero verosimilmente riguardare anche il “recito” politico entro il quale si dovranno effettuare. Insomma, Emiliano potrebbe essersi sbarazzato volutamente  dell’assessore Di Gioia con la provocazione dell’indicazione non tecnica dei due sub commissari Arif , al fine di poter meglio gestirsi negli accordi interni al centrosinistra, sottraendo ai suoi detrattori interni qualsiasi pretesto sulla permanenza in Giunta del filo-leghista Di Gioia. Ed in tal senso un primo effetto positivo è stato già raggiunto da parte del governatore. Infatti, i sei consiglieri di “C-entra il futuro” con una nota hanno  annunciato: “È stato di fatto lo stesso Leo Di Gioia ad approvare la nostra mozione, anticipando molti nostri colleghi di maggioranza che in privato ci davano sostegno, ma in pubblico stentavano ad aderire. Per questi motivi annunciamo il ritiro della mozione, con riserva di ripresentarla qualora Di Gioia dovesse nuovamente ritirare le sue dimissioni”. Dimissioni che per il filo-leghista Di Gioia, invece, potrebbero essere state in realtà una vera e propria liberazione politica, considerato che tale gesto potrebbe presto spalancargli ancor di più le porte del partito di Matteo Salvini, che attraverso il ministro leghista alle Politiche agricole e forestali, Gian Marco Centinaio, potrebbe essere anche indicato al vertice nazionale dell’Ismea, e, quindi, non candidarsi più alle regionali del 2020. Ma alle prossime politiche con la Lega, che in Puglia gli potrebbe garantire anche un posto sicuro al Parlamento. E ciò contrariamente a quanto sul fronte per il Parlamento avrebbe potuto assicurargli sia Emiliano che l’intero centrosinistra locale. Ma questa è solo un’ipotesi tutta da verificare. Di certo, però, sulla “vicenda Di Gioia” si capirà di più con la nomina da parte di Emiliano del suo successore.

 

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 3 Luglio 2019

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