Cronaca

L’autogol di Emiliano sull’autonomia delle ex frazioni cittadine

 

La denegata autonomia comunale delle ex frazioni di Palese-Santo Spirito e Carbonara-Ceglie-Loseto da parte del Comune di Bari potrebbe rivelarsi uno degli autogol più clamorosi della gestione Emiliano. Infatti, il tentativo in corso della giunta Emiliano di ridurre il numero delle odierne nove circoscrizioni, accorpandone alcune ma mantenendo comunque distinte quelle relative alle realtà territoriali che nel 2009 volevano staccarsi da Bari, per diventare due entità comunali a se, rischia di rendere il nuovo assetto del decentramento amministrativo barese più fallimentare di quello che l’amministrazione Emiliano ora vuole riformare. La proposta di accorpamento a cinque municipi ha già creato contrasti e spaccature all’interno della maggioranza stessa che dovrebbe sostiene in Aula l’iniziativa di riforma del decentramento della giunta Emiliano. Dissidi, poi, apparentemente rientrati solo perché il sindaco Emiliano ha minacciato di dimettersi, qualora la sua maggioranza non accetti la suddivisione in cinque municipi del territorio comunale. Stadi fatto, però, che la proposta di suddividere la città di Bari in cinque municipi amministrativi, con il semplice criterio dell’accorpamento di alcune delle attuali circoscrizione, porta alla formazione di nuove realtà decentrate completamente disomogenee tra loro, sia per il numero degli abitanti che le ne farebbero parte, che per i diversi quartieri che dovrebbero poi costituire queste nuove entità di decentramento amministrativo. Ma vediamo nel dettaglio quali sono le ipotesi di accorpamento che l’amministrazione Emiliano si appresta a presentare con la proposta di deliberazione elaborata dopo le polemiche scoppiate all’interno della maggioranza sulla scelta del numero di municipalità, tre o cinque, da realizzare con il nuovo decentramento. Fatte salve le prime due municipalità, vale a dire quella di Palese-Santo Spirito, che costituirebbe il “Municipio 1”, e quella di Carbonara-Ceglie-Loseto, che costituirebbe il ”Municipio 2”, entrambe conserverebbero un assetto territoriale e, quindi, di popolazione identico a quello circoscrizionale, come vuole il sindaco Emiliano ed una parte della sua maggioranza, i restanti tre municipi dovrebbero accorpare però ben sette delle attuali circoscrizioni, secondo quanto stabilito con la nuova proposta di accordo all’interno della maggioranza,e sarebbero così formati: “Municipio 3” di circa 108mila abitanti, comprendente  i quartieri Murat-San Nicola-Libertà-Madonnella-Japigia-Torre a Mare; “Municipio 4” con poco più di 50mila abitanti, comprendente i quartieri San Paolo-Stanic-Marconi-San Girolamo-Villaggio lavoratori-Fesca; ed in fine il “Municipio 5” di oltre 92mila abitanti, che dovrebbe accorpare i quartieri di Poggiofranco-Carrassi-San Pasquale-Picone-Mungivacca. Accorpamenti questi che, come è noto, oltre a mettere insieme realtà cittadine fortemente diverse per problematiche e composizione del tessuto socio-economico, sarebbero inoltre fortemente squilibrate per estensione territoriale e per il numero degli abitanti da gestire. Ed una prima conseguenza di tale squilibri lo si evince dal numero dei consiglieri previsti per tali municipi, che va dai 6 di Palese-Santo Spirito, che così sarebbero gestite da un consiglio municipale paragonabile ad un cda aziendale, ai 9 di Carbonara, ai 25 consiglieri per il “Municipio 3”, a 12 per il “4” ed ai 21 per il “Municipio 5”. Insomma, un nuovo decentramento amministrativo che già nei numeri dei consiglieri da eleggere rappresenta lo stato di confusione in cui versa verosimilmente la maggioranza politica che al Comune vorrebbe attuarlo, pensando magari pure di razionalizzare l’attività amministrativa cittadina.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 28 Maggio 2013

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