Cultura e Spettacoli

L’avido Capitano sfidò il Cielo

Sabato prossimo, alle 19, nel foyer del Petruzzelli, Mauro Mariani terrà una conferenza di approfondimento dedicata a  ‘L’Olandese volante’ di Wagner. Con l’evento di dopodomani si entra nella ‘settimana ‘calda’ del politeama barese : l’inaugurazione della stagione d’opera è fissata per domenica 21 gennaio. Rappresentato per la prima volta il 2 gennaio 1843, il soggetto de ‘L’Olandese volante’ trae origine da una leggenda assai radicata nel folclore nord europeo e un tempo assai diffusa tra i marinai. L’Olandese Volante sarebbe un vascello fantasma che solca i mari in eterno senza una meta precisa e al quale un destino avverso impedisce di tornare a terra. Il vascello, il cui equipaggio è composto da fantasmi, verrebbe spesso avvistato da lontano, avvolto nella nebbia o emanante una luce spettrale. Il primo resoconto su questa leggenda si trova in un libro del 1795, ‘Voyage to Botany Bay’, di George Barrington. Secondo altre fonti, motivo ispiratore per questa leggenda fu la la figura del capitano olandese Bernard Fokke, che nel XVII secolo faceva spola tra i Paesi Bassi e l’isola di Giava a una velocità così sorprendente da essere sospettato di aver fatto un patto con il diavolo. Il tema del patto col diavolo ritorna in altro resoconto nel quale si ripercorre la storia di una nave partita da Amsterdam nel 1729 e ancora diretta a Giava. Il capitano, tale Willem Van der Decken, aveva la fama di esser temerario e risoluto al punto da non indietreggiare di fronte ad alcuna avversità. Avvicinandosi al Capo di Buona Speranza, una grande tempesta colpì la nave. Van der Decken udì una voce che lo implorava di invertire la rotta, ma aveva imbarcato anche della merce di sua proprietà che contava di vendere lucrando un’ingente somma nelle Indie Olandesi. L’avido Capitano invocò il Diavolo accordandosi che, se fosse riuscito a passare il Capo, gli avrebbe consegnato l’anima. La nave si spezzò in due tronconi e fece naufragio. L’intero equipaggio perì assieme al suo capitano, ma la morte rifiutò l’anima di Van der Decken che, solo, si mise al timone del relitto del vascello avvolto in una funerea bruma. Testimoni hanno giurato d’aver visto lo spettro del capitano intento a giocare a dadi col diavolo sul ponte del veliero. Secondo altre versioni anche l’equipaggio venne rifiutato dalla morte e condannato a errare in eterno in forma spettrale a bordo della nave fantasma, mentre il capitano vivrebbe una condizione intermedia tra vita e morte e destinata a restare tale sino al giorno del Giudizio.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 11 Gennaio 2018

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