Cronaca

“Lavoro e dignità”, l’appello dei 350 precari Arif

Angeli del territorio? No grazie, desidererebbero soltanto dignità e un briciolo di considerazione in più i circa trecentocinquanta forestali precari che da circa dieci anni sono al servizio dell’agenzia pugliese Irrigui e Forestali (Arif), mentre le amministrazioni pubbliche dovrebbero tendere al lavoro stabile, nell’interesse di tutti. Torna in argomento Antonio Gagliardi, segretario Flai-Cgil/Puglia, dopo un’assemblea sindacale con un gruppo di lavoratori precari dell’Agenzia. “Qualcuno li chiama angeli del territorio, loro chiedono molto meno, cioè un lavoro stabile che metta fine alle incertezze e alla provvisorietà. In termini spiccioli basterebbe che si affrontassero i problemi relativi alla precarietà nella quale vivono da tanti, troppi anni. Stiamo parlando di figure impiegate in Arif, l’Agenzia regionali per le attività irrigue e forestali della Regione Puglia che, con cadenza “stagionale”, si occupano di antincendio boschivo, attività silvicolturali, attività irrigue e, quando necessario, anche di protezione civile, alla pari dei loro colleghi assunti a tempo indeterminato”. “Fino a oggi – confermano da Flai/Puglia – sono circa 350 gli operai formati per sostenere il peso delle attività connesse ai problemi emergenti nei settori della tutela, della pianificazione e della valorizzazione del territorio agroforestale e del paesaggio”. Una platea di operatori per la quale si rende necessario mettere un punto fermo, stabilendo una sorta di cristallizzazione della storicità del rapporto di lavoro, dal momento che la stragrande maggioranza viene impiegata sin dal lontano 2011 senza aver previsto una prospettiva occupazionale stabile”. “Pochi giorni fa – incalza Gagliardi – la legge regionale della Puglia, la n. 3/2010, istituiva dell’ARIF, ha spento dodici candeline. In tutti questi anni gli operai precari di cui parliamo si sono occupati, oltre delle attività istituzionali, di manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti in capo all’Ente pubblico. Elemento che conferma, tra gli altri, l’abuso delle forme flessibili di lavoro per mascherare il carattere strutturale del lavoro attraverso la temporaneità e l’eccezionalità delle necessità lavorative dell’Agenzia, fino a giungere all’uso reiterato della somministrazione per supplire alla carenza di personale. Ci chiediamo a chi giova tutto ciò”. Insomma, per i sindacati è giunto il momento di porre un argine, costringendo la politica regionale ad assumersi la responsabilità di superare l’ambiguità di un fenomeno che regna da oltre un decennio in un’Agenzia pubblica che svolge un ruolo importante per dare risposte concrete alla tutela ambientale e di messa in sicurezza del nostro territorio. Oramai quei lavoratori forestali hanno accumulato specifiche conoscenze, capacità e abilità, frutto di esperienze sul campo per la tutela e difesa del nostro patrimonio ambientale. Continuare a rincorrere la progressiva esternalizzazione delle attività dell’Ente, disperdendo il patrimonio umano e lavorativo cresciuto all’interno dell’Agenzia di via delle Magnolie sarebbe un’ulteriore beffa a danno di quegli operai in somministrazione, che da ormai troppi anni lavorano in missione presso Arif e verso i quali dovrebbe essere finalmente garantita “”…continuità occupazionale e valorizzazione delle competenze e delle professionalità””, come reclamano invano i loro rappresentanti sindacali.

Francesco De Martino


Pubblicato il 28 Gennaio 2022

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