Cronaca

Le agenzie regionali alzano la voce: i precari più precari degli altri…

Sarà un altro anno di ansie, gioie e patimenti, per i quasi quattrocento lavoratori precari della Regione Puglia dopo l’ultima sentenza della Suprema Corte. Sentimenti che continuano, dunque, ad incrociarsi per chi da almeno cinque o sei anni –se non di più…- attende una sistemazione definitiva all’interno dell’ente e che dopo il ‘Sì’ della Consulta vorrebbe saperne di più sulla legittimità dell’articolo 2 della legge regionale di stabilizzazione, la n. 47/2014, in materia di organizzazione e dotazione organica del personale dell’ente Regione.

<<È la conferma che a suo tempo il Consiglio regionale ha portato a termine in questa parte un atto legislativo equo e ed equilibrato, compiendo un atto di buonsenso nei confronti dei dipendenti precari, i più giovani della nostra Amministrazione, le risorse per il futuro di questa Amministrazione>>è stato tra i primi a commentare Mario Loizzo, presidente del Consiglio Pugliese. Certo anche lui che il Governo regionale procederà senza indugi alla definizione delle posizioni individuali, trasformando i rapporti di lavoro da tempo determinato a indeterminato, dando priorità al personale delle ex Province (come prescrive la legge) ai vincitori di concorso e, appunto, al personale precario.

Sempre a proposito di reazioni dal Palazzo, più critico naturalmente il capogruppo regionale dei Conservatori e Riformisti, Ignazio Zullo. <

La Consulta ha dichiarato legittimo l’art. 2 della Legge regionale di stabilizzazione e questo articolo riserva il diritto ad essere stabilizzati a chi è entrato in Regione previo superamento di prove di selezione pubblica effettuate secondo il dettato dell’ art. 35 Decreto Legislativo 165/2001.Prove che solo poche unità di precari hanno effettivamente sostenuto mentre la maggior parte ha avuto la fortuna di entrare in shortlist non proprio trasparenti, imparziali ed eque. Credo che si inaugurerà in Puglia una nuova stagione di ricorsi giudiziari che la politica del centrosinistra con le sue leggi sempre equivoche favorisce>> E infatti in campo sono già scesi i lavoratori precari dell’Agenzia per la Tutela dell’Ambiente (Arpa) rimasti tagliati fuori dal processo di stabilizzazione come i tanti altri colleghi delle tante agenzie regionali pugliesi. Una “disparità di trattamento” che non si riesce a spiegare dalle norme censurate dalla Consulta. Infatti il comma 529 della Legge 27 dicembre 2013, n. 147 consente alle sole Regioni di procedere alla stabilizzazione del personale precario che abbia maturato 36 mesi di anzianità al 31.12.2015, così come richiamato dal comma 776 della Legge Finanziaria 2016. Con L. n.47 del 11/11/2014, la Regione Puglia ha recepito quanto disposto col suddetto comma 529, tentando di fornire una risposta al precariato esistente in seno alla stessa. Successivamente, questo provvedimento normativo è stato in impugnato in quanto alcune disposizioni in materia di stabilizzazione del personale sarebbero state contrastanti con i principi stabiliti dalla legislazione statale. Insomma, con la sentenza n.37, la Corte Costituzionale si è espressa nel merito, considerando incostituzionale l’articolo 4 della LR n.47/14 che estendeva anche «alle agenzie regionali, agli enti, all’Autorità di bacino e alle società in house della Regione Puglia» quanto previsto dalla disciplina statale sulla stabilizzazione del personale precario. Conclusione? I precari di ARPA Puglia sono pronti a lottare con tutte le loro forze e non comprendono quale sia la logica del legislatore. Una ‘ratio’ che ha consentito una sanatoria per il solo personale precario regionale, non considerando le altre amministrazioni pubbliche, che come ARPA, si avvalgono  di personale precario per l’espletamento di attività istituzionali. I precari dell’Agenzia ambientale reputano inaccettabile che lo Stato, che dovrebbe rappresentare l’intera cittadinanza e tutelare allo stesso modo tutti i lavoratori, senza disparità di trattamento, sia fautore della palese discriminazione tra i dipendenti delle Regioni (precari di serie A) e i dipendenti delle altre pubbliche amministrazioni (evidentemente precari di serie B). Forse è bene precisare che i dipendenti a tempo determinato di ARPA sono stati assunti a seguito di selezioni di evidenza pubblica, previsti nella dotazione organica dell’Agenzia, hanno ampiamente maturato i 36 mesi di servizio e svolgono attività, quasi esclusivamente, di carattere istituzionale, tra le quali le funzioni di monitoraggio e controllo ambientale necessarie per la tutela del territorio pugliese, affidatele dalla stessa Amministrazione regionale. E bisogna anche dire che il perpetrarsi di situazioni di disagio, quale è il precariato, risulta essere ancor più grave se collocato in un contesto più ampio. La Corte di Giustizia Europea, infatti, ha già ammonito il Legislatore Italiano per l’abuso di personale a tempo determinato. Ma da queste parti, campa cavallo….

 

Antonio De Luigi

 

 

 

 


Pubblicato il 27 Febbraio 2016

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