Le berte delle Tremiti, come sirene
Una leggenda avvicina la Berta Maggiore alle Tremiti
Racconta il mito che il canto delle sirene era talmente melodioso che i naviganti, intendendolo, non potevano trattenersi da mutare la rotta in direzione di queste letali donne-uccello marino, da cui erano divorati (è il caso di precisare che soltanto nei bestiari medievali le sirene si presentano come ibridi donna-pesce). Solo due eroi la fecero franca : Ulisse e Giasone. Il primo si fece legare all’albero della nave avendo avuto cura, prima, di tappare con la cera le orecchie dei compagni. In soccorso di Giasone intervenne Orfeo : il musico divino sovrappose l’irresistibile suono della propria lira al canto fatale, che nessuno degli Argonauti udì. Dietro ogni leggenda si nasconde sempre un fondo di verità. La Berta Maggiore, è un uccello che appartiene alla famiglia Procellariidae. Si distingue dalle altre specie pelagiche per il caratteristico, sgraziato verso, d’una tonalità più acuta nel maschio e roca nella femmina. C’è chi in esso trova un colore infantile, mentre ad altri questo richiamo torna lamentoso, quasi sinistro. Le colonie nidificanti, ascoltate da lontano, possono dare l’impressione di una folla di bambini che chiacchierano a voce alta. In un passato remotissimo qualche pescatore incuriosito da tale anomalo richiamo potrebbe essersi avvicinato troppo a scogliere pericolose finendo col naufragare. In casi come questi testimonianze enfatizzate possono fare di volatili innocenti, mostri mangia-marinai. La Berta Maggiore nidifica in tutto il Mediterrano, di cui predilige le isole più piccole e gli scogli isolati. La colonia più numerosa è insediata sulle Tremiti. Un’altra leggenda avvicina la Berta Maggiore all’arcipelago pugliese : Il nome scientifico di questo uccello è Calonectris Diomedea e le isole Tremiti sono chiamate anche Diomedee… Il mito di Diomede è strettamente legato alla Puglia. Alla fine della guerra di Troia, l’eroe non fece più ritorno ad Argo ma peregrinò lungo le coste adriatiche prima di sbarcare sulle Tremiti e di lì, poi, sul Gargano. Entrato in contatto col re Dauno, Diomede ne ebbe in sposa la figlia. Legatosi a quella terra, non volle più abbandonarla. Morì alle Tremiti, tra la disperazione dei suoi fedelissimi. Riferisce Strabone che Afrodite, toccata dalla costernazione di quegli uomini, volle trasformarli in uccelli (le Berte, appunto) affinché il loro richiamo lamentoso suonasse in eterno come canto funebre in memoria dell’eroe. – Nell’immagine, ‘Ulisse e le sirene’, olio su tela (442,5 x 297 cm.) dipinto da William Etty nel 1837, attualmente conservato presso la Manchester Art Gallery. Un particolare greve dell’opera : Al fine di meglio riprodurre i marinai divorati dalle sirene, Etty si recò in un obitorio per ritrarre salme decomposte ; la cosa venne stigmatizzata da una parte della critica.
Italo Interesse
Pubblicato il 17 Novembre 2023