Cronaca

Le bugie e i silenzi di Renzi

E – grege renzi,

in giro, quasi un tormentone, si sente dire, anche da parte di opinionisti di accertata credibilità, che non c’è alternativa alcuna a renzi, cioè a lei; che renzi, cioè lei, è il meglio che passi il convento. Di più: il direttore di un quotidiano “parrocchiale” regionale (definizione del foglio, in questione, non nostra, “sed” di un senatore “udicino” lucano, che per qualche tempo era stato provveditore agli studi di bari) s’è, perfino, spinto alla “nomination” di marchionne, quale di lei “alter”, nel governo del disastrato stivale. Povera italietta! Dalle mani di codesto abruzzese, con doppio passaporto canadese e italiettino, sarebbe di peso, tutta intiera, delocalizzata nelle mani di obama, come dalle medesime grinfie è stato fatto per la “fiat” e passerà non molto tempo che la “ferrari” subirà il destino medesimo della sorellastra maggiore, se dobbiamo tener conto della storia dell’italietta, del suo passato, del suo presente e della “minaccia del suo futuro”, per usare una sua espressione. E – grege renzi, ella non perde occasione di mostrarsi forte con una turba di “travet” statali, da 1300 euro in media mensili, offendendoli con un volgare adagio da macellaio in quanto, secondo lei, dal loro folto insieme ”colerebbe tanto e, forse, soltanto grasso”. Ella, in seguito all’alzata di scudi della maggioranza dei magistrati sul sentiero di guerra per la “orlandiana” riforma della giustizia, da loro definita punitiva, “mussoliniana”, li ha, infantilmente, sbeffeggiati con il verso: ”prprpr, che paura!”. Ella ha mostrato tutta la sua ingenerosa noncuranza nei riguardi dei convincimenti di politica economica di un suo compagno (????) di partito e viceministro nel governo letta, grugnendo: “fassina…chi ?”. Ella promette agli italiettini di andare in europa col sottofondo della “Cavalcata delle Valchirie” di Wagner (“Noi, ha detto sabato all’inaugurazione della “fiera de levante”, diamo all’Europa più soldi di quanti ne riceviamo. Urge rispettare il patto di stabilità; abbiamo i numeri per il rispetto del 3%, ma c’è la crescita, ci sono 300miliardi di euro promessi per gli investimenti; noi vogliamo sapere quando, come si spenderanno questi denari. In aggiunta, la “bce” ha elargito 200 miliardi di euro alle banche nazionali europee che hanno il dovere di immetterli nel ciclo produttivo, finanziando piccole e grandi intraprese, correndo, magari, qualche rischio, ma è contestuale al mestiere delle banche correrli), non per farsi dire, ma per dire ché ritiene di non dover prendere lezioni da nessuno. Sorprendentemente, tal scolaretto intimidito, s’è fatto bacchettare dall’a.d. della “fiat – chrysler”, il già citato, marchionne, che a cernobbio, dove si è radunato, ella assente ingiustificato, il “ghota” degli esperti di problemi economici e finanziari, capitani d’industria, boiardi pubblici e privati, di internazionale prestigio (non sappiamo, se meritato), le ha rimproverato di fare troppi annunci di cose prioritarie da fare (ad esempio, ella nel suo discorso di inaugurazione della “fiera del levante” nel canestro delle priorità del governo ha gettato anche il “dissesto idrogeologico” del territorio italiettino e l’annosa questione dell’alta velocità da bari a napoli), ingolfando “il fare”, col risultato  di non “fare” niente. Il marchionne, paternalisticamente, quindi, le ha consigliato di individuare tre problemi per volta, di concentrarsi su di essi fino alla risoluzione e, in seguito, passare alla individuazione di altri problemi. Ella alla romanzina di marchionne non ha replicato, né tanto meno gli ha, mai, contestato l’iniquità della lapalissiana, a conti fatti, fuga dall’italietta del centro direzionale della principale industria del fu “bel paese”, così come  il suo silenzio sulla defenestrazione di montezemolo con l’autocratica ascesa del “mezzo canadese” ai vertici della “ferrari” meriterebbe edoardiane pernacchie, ché non si capisce a cosa siano serviti i governi che hanno preceduto il suo e il suo, a cosa  siano serviti in questi ultimi anni, servano ministeri detti dello “sviluppo economico”, del “lavoro”, dell’ ”economia”, se hanno assistito, assistono imperterriti ad operazioni industriali, finanziarie, fiscali (sì, anche fiscali, ché la “fiat” pagherà le tasse a londra) che non tengono conto, ed è il meno che si possa dire, degli interessi generali dell’italietta. Se ella avesse studiato la Storia, e – grege renzi, sarebbe stato informato dalla “Magistra vitae” che la “fiat” fu fondata dall’artigiano meccanico, giovanni agnelli, ma la sua prosperità, il suo divenire la più importante industria italiettina galleggiano sul sangue di milioni di giovani italiani, mandati a morire sui campi di battaglia delle due grandi guerre mondiali volute, sponsorizzate dai “capitani delle ferriere”, tra cui giovanni agnelli, della nascente e, poi, floridamente, stabilizzatasi industria metallurgica e siderurgica italiettina,  grazie alla commesse statali (mezzi da trasporto militari, navi aerei, armi, ecc., ecc., ecc.) che lo stato italiettino pagava, ricattato dagli industriali, non a prezzo di mercato. La “fiat” all’inizio della prima guerra mondiale possedeva un capitale, interamente versato, di 15 milioni, alla fine della guerra, cioè dopo 4 anni, possedeva un capitale, interamente versato, di 200 milioni. E ruberie sulle commesse militari  furono perpetrate anche nella seconda guerra mondiale! Per non parlare dei miliardi che i governi democristiani, di centro, di centrosinistra hanno elargito, dalla caduta di mussolini fino a non pochi anni fa, agli agnelli che, continuamente, minacciavano licenziamenti massicci di operai che avrebbero messo a dura prova la stabilità politica, sociale della nazione. E beh, e – grege renzi, ella che ha avuto il grande ardire, si fa per dire, di sbertucciare l’inerme fassina, è possibile che non sia stato mosso da un acino di indignazione per il pulcinellesco “chi ha avut’, avut’. avut’…” degli agnelli, apostrofandoli con un laconico:”Vergognatevi!”? Anche a bari ella ha parlato della necessità del cambiamento che potrà essere realizzato attraverso ineludibili riforme, l’uno e le altre voluti, richiesti dagli italiettini; all’uno e alle altre non potrà non mettere la sua mano carismatica, ché nelle ultime elezioni europee ella, con orgoglio ha ribadito, è stato inghirlandato dal 41% dei consensi. NOI riteniamo che ella non abbia una prestigiosa preparazione culturale, a parte l’immensa capacità di essere un venditore ambulante delle sue “palle” che affascina  le matriarche, le nonne, le zie, in genere gli ignari, pur, laureati, ma non è un fesso, anzi, è un furbacchione di non poco momento. Infatti, quando parla di consensi dati a lei dell’entità del 41% non proclama  che oltre la metà degli italiettini nell’ultima tornata elettorale ha deciso di stravaccarsi davanti al televisore di casa; sorvola sulle schede bianche e nulle di coloro che, nonostante tutto, si sono recati ad un seggio elettorale. Così il 41 % dei consensi a lei dati, va calcolato sui voti validi espressi da 4 gatti tra gli aventi diritto al voto nell’italietta. Ancora: la Costituzione Italiana Stabilisce che la “Sovranità appartiene al Popolo”, “tamen”, la Sovranità, intesa dai Costituenti, da interminato Rigore Morale e Culturale Accumunati, ad onta della  loro appartenenza a diverse aree ideologiche, doveva essere Sostanziata dall’Intellettuale Volontà degli Italiani, Idealmente Concepiti, Immaginati, di Essere Liberi, Autonomi attraverso la Cultura, il Sapere nel Razionale Discernere tra le varie Proposte Politiche, che Li avrebbe Resi Artefici della loro Storia e della Storia dell’Italia. Quale Sovranità avrebbe potuto esercitare, all’atto della Promulgazione della Costituzione, un popolo con oltre il 60% di analfabeti e, attualmente, pur con la scolarizzazione, quasi, al 100% (gli investimenti per la Scuola devono servire a Formare i Cittadini, poi, i profili professionali di essi. Non avendo raggiunto siffatti Obiettivi, i pochi centesimi che lo stato ha speso per la scuola italiettina, sono stati inutilissimi), pur con moltissimi diplomati e laureati, lamenta un dilagante  analfabetismo, soprattutto, politico o nei fatti della politica, l’approfondimento dei quali trasforma la  condominialità vegetante, nella Cittadinanza Attiva degli “animalia” ? Pertanto la nostra democrazia, priva di un popolo, culturalmente, intellettualmente, sovrano e, di conseguenza, libero, autonomo, non può essere appellata Sostanziale, ma solo formale, cioè ogni condòmino italiettino è, formalmente, sovrano ché ha il diritto di voto, ma non è, sostanzialmente, sovrano in quanto fa un uso, spessissimo, inconsapevolmente, negativo dei suo diritto e, quindi, altrettanto inconsapevolmente, decide della sua rovina. L’oggi, il nostro oggi, la crisi morale, economica, forse, irreversibile della nostra società non è il frutto di 50 anni di malgoverno della dc ? Chi dava 300 mila voti di preferenza ad andreotti ? Chi ha rovesciato caterve di voti su berlusconi, chi, e – grege renzi, le ha dato il 41%  dei consensi che l’autorizza a consentire (bontà sua!), come ha fatto a bari, che ci siano oppositori alla realizzazione di certe opere pubbliche, utili agli interessi delle multinazionali dell’inquinamento, che Dicano : ”NO!” ad esse, senza avere la facoltà di Dire: ”Stop!” ad esse ? Se, inoltre, e – grege  renzi, vogliamo dire tutta la verità, lei non tollera, da buon scolaro dei cosiddetti “decisionisti” alla craxi, neanche il “NO!” lieve, appena, pronunciato, ché qualsiasi forma di dissenso viene da lei e dai suoi cortigiani tacciato di “tradimento del progetto”, così come i fascisti bollavano i dissenzienti delle loro escrementizie mene imperialistiche,” disfattisti” e gli stalinisti i loro “contra”, “controrivoluzionari”. A bari, ella, e – grege renzi, da buon chierico, da buon scoutista dell’ ”agesci”, si è speso, con intenti di infinocchiamento, data  l’importanza della “cathedra” da cui diramava i suoi apodittici cinguettii, nella definizione della politica, per niente, originale; infatti, i suoi maestri democattolici hanno tracimato senza pudore nella definizione della politica come la più alta forma di servizio. NOI non neghiamo che essa sia servizio, ma vogliamo sapere chi sono i beneficiari di codesto servizio, in quanto nello spazio e nel tempo mondani rare volte i politici si sono messi al servizio di chi non ha, mai, avuto voce in capitolo, bensì sono stati i servi non sciocchi delle loro smisurate ambizioni di potere e dei detentori, a dismisura, degli “sghei”. A bari, e – grege renzi, ha farcito il suo eloquio di sogni, di speranze, in quantità pari, se non superiore, ai sogni, alle speranze del ventennale personaggio – ingombro al normale svolgersi, evolversi della vita italiana con cui ella al “nazareno” in roma ha disegnato il futuro dell’italietta. Eh la miseria! Il futuro nostro composto da lei e da un pregiudicato! In soldoni, poi, quali i contenuti di codesti sogni e speranze ? Ce li spiega Angelo Orsi in un suo Scritto su “Micromega”: “Devastazione dell’impianto istituzionale della democrazia italiana e del welfare state; eliminare garanzie, sottrarre diritti, ridurre i margini di azione a chi pensa e la pensa diversamente; confinare nei ghetti le residue opposizioni; togliere di mezzo l’ostacolo principale, la Costituzione e le Leggi che l’hanno sostanziata”. Se non è la “P2” tutto codesto ben di licio gelli e del berluska, a sua insaputa di tanto indottrinato, cos’è fascismo, attenuato con un pizzico di craxismo ? In passato, Concordiamo con lei, ci sono stati tentativi di piantare siffatti alberi (massonici di stigma gelliano, fascisti in salsa craxiana?) ma sono stati esorcizzati, tenacemente, dall’elettorato pcinianopopolarcattolico, poi, confluito nel pd; ora che ella s’è impadronito “col gesso”, per usare una colorita espressione di  Machiavelli, riferita a carlo VIII di francia, dei 4/5 di esso, nel mentre l’altro quinto s’è dato all’agricoltura, il “blob” gelliano  con cui berlusconi non riusci a sporcare l’italietta,  ella ha innestato nell’azione del partito che ieri aveva impedito il nazionale, massonico scempio cambronniano, sì che tale partito, cioè il pd, oltre ad essere, finalmente, diventato, ufficialmente, di destra (ora sappiamo chi, cos’altro combattere), sta spedendo l’italietta verso la gelliana, berlusconiana, terza repubblica, stavolta presidenziale. E – grege renzi, a bari ella ha concluso il suo sproloquiare con un metaforico, quasi, “apoftegma”: ”Ora tocca a noi piantare questi alberi. Nessuno ci fermerà, non molleremo di un centimetro!”. Come il mussoliniano, famigerato: ”Noi tireremo diritto!”. Ave, renzi, che accidenti fausti per i Destini d’Italia la facciano, metaforicamente, rotolare per gli scalini di “palazzo chigi” ché, dopo essere NOI vissuti per 50 anni in un regime democattolico, morire in un regime, ancora, democattolico in versione renziana, è, sinceramente, troppo!

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano

pietroaretino38@alice.it               

 


Pubblicato il 16 Settembre 2014

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