Cronaca

Le contraddizioni accomunano gli schieramenti politici

L’annunciata soppressione dei passaggi a livello con la costruzione di muri, anziché l’eliminazione dei binari con l’interramento, è un tema che irrita gran parte dei residenti di Palese e Santo Spirito, che sono da sempre fortemente contrari a tale soluzione. Infatti, appena si è diffusa la notizia che il Comune di Bari, la Regione ed Rfi vorrebbero chiudere permanentemente i sette passaggi a livello presenti nel territorio della Prima circoscrizione amministrativa di Bari con la costruzione al loro posto di opere tampone, quali sottopassi pedonali e ciclabili, ecco che si è riaccesa rabbia e malumori tra i cittadini che vivono nelle ex frazioni a nord del capoluogo, che da oltre un secolo sono attraversate dalla tratta adriatica delle ex Ferrovie dello Stato. Una convivenza che per decenni è stata tollerata, perché accettabile quando i treni in transito erano meno veloci e frequenti. Ed anche i tempi di attesa dietro le sbarre abbassate erano quindi più accettabili. Ora che però non è più così, perché il numero di convogli è notevole, ed anche la velocità con cui sfrecciano sui binari è aumentata considerevolmente rispetto al passato, i disagi provocati alla popolazione residente non sono più accettabili, oltre che i rischi alla sicurezza, provocati dai passaggi a livello chiusi quando i pedoni impazienti di aspettare passano da sotto le sbarre, sono notevoli. Però, nonostante ciò, gran parte della popolazione residente è ancora fortemente contraria alla semplice soppressione dei passaggi a livello. Da non dimenticare, infatti, i passaggi ferroviari a raso di Palese e Santo Spirito sono tutt’ora privi di idonei sottopassi pedonali e ciclabili, tranne uno per soli pedoni (quello del passaggio a livello di via duca D’Aosta a Palese)  che, realizzato a metà degli anni Ottanta, quando piove si allaga e quando il tempo è sereno viene poco utilizzato, perché scomodo e poco sicuro soprattutto nelle ore serali e notturne. “E’ assurdo – esclamano molti residenti – pensare di risolvere, soprattutto a Palese, il problema dei passaggi a livello murandoli”. Infatti, rilevano sempre gli stessi residenti, in tal modo si realizzerebbe una sorta di spaccatura definitiva del paese, che comprometterebbe ulteriormente le condizioni di vivibilità del territorio, oltre che l’economia di molti esercenti commerciali presenti da un lato e l’altro del paese. In effetti, non si capisce perché palesini e santospiritesi per avere da Rfi ciò che in altre realtà esiste da anni, e ciò sottopassi pedonali e ciclabili nei pressi di ogni passaggio a livello presente in paese, debbano acconsentire alla chiusura permanente dei passaggi a raso, sancendo così una frattura permanente del territorio che sarebbe molto simile a quella di un immaginario “muro di Berlino”. Muro, quest’ultimo, che – rileva ironicamente qualche cittadino – a Berlino è caduto definitivamente nel 1989, mentre nella Prima circoscrizione di Bari voglio realizzare ora, a terzo millennio inoltrato. “Una decisione assurda, oltre che illogica – sostengono irritati alcuni cittadini del posto – perché a Palese e Santo Spirito la ferrovia comunque non dovrebbe più attraversare l’abitato, sia per l’elevato numero di treni che passano nelle 24 ore, sia per l’elevato inquinamento acustico che produce a causa delle sostenute velocità di transito, oltre che per i rischi ai passaggi a livello”. Infatti, come è noto, l’ultimo progetto sul nodo ferroviario barese prevedeva per la parte nord l’interramento dei binari nel tratto che attraversa l’abitato delle ex frazioni. Poi, però, sono state le stesse forze di centrosinistra che, avendo accolto l’appello ad eliminare i binari proveniente dalle comunità di Palese e Santo Spirito, avevano fatto elaborare tale progetto, ma alla fine lo hanno sabotato, facendo dirottare i fondi disponibili subito per l’eliminazione dei binari a Japigia, dove ci sono da soddisfare rilevanti interessi urbanistici, per suoli attigui alla ferrovia. Una scelta scellerata, quest’ultima, che ancora una volta va a discapito delle comunità delle ex frazioni a nord del capoluogo, privilegiando pochi speculatori edili e non gli interessi generali di sicurezza, vivibilità e sviluppo di popolose zone periferiche del capoluogo già fortemente penalizzate ad altri fattori negativi, come l’eccessiva vicinanza al centro abitato dell’aeroporto e della statale 16 bis. Ma ciò che più a sorpreso molti cittadini di Palese e Santo Spirito è stata la recente e paradossale presa di posizione delle forze comunali di opposizione, che sulla vicenda dei passaggi a livello ha condiviso la decisione annunciata lunedì scorso dal sindaco Michele Emiliano e dal governatore Nichi Vendola, rivendicando la paternità di tale soluzione, che in effetti risale ai tempi del sindaco Di Cagno Abbrescia. Una soluzione che, come si ricorderà, fu fortemente contestata in loco dai cittadini della Prima circoscrizione con le stesse motivazioni che vengono eccepite adesso. Ed è noto che alcuni esponenti locali del centrosinistra barese, all’epoca all’opposizione, cavalcando il malcontento dei cittadini di Palese e Santo Spirito sulle prospettate soluzioni dell’allora maggioranza di centrodestra al Comune, costruirono le loro successive fortune elettorali. Infatti, alle amministrative il centrodestra, sia nel 2004 che nel 2009, nella Prima circoscrizione ha perso molti consensi. Quindi, è paradossale che l’attuale opposizione comunale anziché evidenziare le contraddizioni del centrosinistra nella sua azione di governo, come è quella recentemente annunciata per i passaggi a livello di Palese e Santo Spirito, si fa avanti per riproporre una soluzione a cui queste due comunità sono fortemente contrarie. Un modo di fare opposizione, quello del centrodestra barese, che é chiaramente autolesionistico, perché non solo non recupera consensi in loco, ma da un lato aumenta la diffidenza e la sfiducia dei cittadini nei confronti delle forze politiche baresi e dall’altro fa sponda all’amministrazione Emiliano, che alla fine potrebbe dire di aver fatto comunque qualcosa, sia pur in negativo per la vivibilità del territorio circoscrizionale. Infatti, a Palese quando hanno appreso la notizia delle rivendicazioni del centrodestra per la messa in sicurezza dei passaggi a livello, in molti hanno commentato: “Forse l’opposizione comunale farebbe meglio a tacere sul problema perché, se effettivamente si murassero i passaggi a livello, metà paese subirebbe conseguenze peggiori di quelle provocate dalla soppressione di piazza Mercato”. Ed è noto che il progetto di cancellazione di piazza Mercato, l’unica area libera nel centro storico di Palese, fu un’iniziativa del centrodestra al tempo di Di Cagno Abbrescia. E, continuando nell’ironia, gli stessi cittadini anno poi concluso. “E se quelli del centrodestra barese proprio non sono convinti dello scempio fatto da loro a Palese nella ex piazza Mercato, allora venissero sul posto a rendersene conto”. Infatti, è davvero difficile non constatare come è cambiata in peggio la vivibilità in tutta la zona nei presi della nuova sede della Circoscrizione. Come dire che a Bari non c’è mai limite al peggio, sia da parte della maggioranza che dell’opposizione.  

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 2 Novembre 2013

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