Primo Piano

Le delusioni dei baresi sull’operato del sindaco Emiliano

 

 

 

Quando alle amministrative del 2004 divenne sindaco il pm Michele Emiliano, moltissimi baresi pensarono che a Bari il Comune sarebbe diventato una “casa di vetro”, come peraltro lo stesso Emiliano, da candidato Primo cittadino, prometteva in campagna elettorale. Infatti, dopo la sua prima elezione a sindaco, molti di coloro che lo avevano votato, soprattutto tra i meno giovani, pensavano che il governo cittadino era finalmente passato nelle mani di una  personalità della società civile particolarmente esperta e qualificata, come al tempo di precedenti sindaci che, essendo dei professionisti del Diritto, erano riusciti a portare nella gestione comunale un profilo in più nella trasparenza e legalità amministrativa, oltre che per l’esemplarità di stile e conduzione dell’incarico di Primo cittadino. Ed il ricordo inevitabilmente, tra i più anziani, andava al già magistrato e, poi, professore di Diritto, Renato dell’Andro (Dc), sindaco di Bari alla fine degli Anni Cinquanta. Oppure all’avvocato Giuseppe Papalia (Psi), anch’egli maestro del Diritto, Primo cittadino di Bari dopo Dell’Andro. Oppure ancora ad altri illustri personaggi, come Enrico Dalfino o Pietro Leonida Laforgia, entrambi uomini di Legge, che hanno ricoperto la carica di sindaco in periodi più recenti (inizi Anni Novanta), per cui il loro ricordo è più vivo dei citati predecessori, soprattutto in molti altri cittadini baresi meno anziani. Ora, però, dopo più di otto anni da quando Emiliano è stato eletto sindaco per la prima volta, la delusione di molti baresi per la sua gestione, e per tutto ciò che lo riguarda anche politicamente, è inesauribile. Infatti,  vicende giudiziarie come quelle della Dec della famiglia Degennaro, che vedono coinvolto il Comune, ed altre che riguardano, invece, aspetti di natura più personale, come quella della querela ad Emiliano del Presidente della circoscrizione Murat-San Nicola, Mario Ferorelli, non sono di certo un buon biglietto da vista né per un Sindaco (da non dimenticare!) pm in aspettativa, né per una città come Bari che, per numero di abitanti, nella classifica nazionale risulta decima, e terza nel Mezzogiorno d’Italia. I commenti di alcuni cittadini a queste vicende sono, a dir poco, non ragguardevoli nei confronti di un’Amministrazione, che rischia di fatto di ridicolizzare l’intera comunità barese a livello nazionale, come è avvento alcuni mesi fa con la vicenda delle cozze pelose ricevute in regalo dal sindaco dai titolari dell’impresa che detiene i maggiori rapporti contrattuali con il Comune di Bari, o come potrebbe accadere con la querelle giudiziaria Ferorelli-Emiliano, che vede il Primo cittadino di una grande città rinviato a giudizio per aver diffamato, forse, un suo presidente di circoscrizione nel corso di una conferenza stampa, che agli occhi di molti comuni cittadini appare più come polemica tra comari che un resoconto serio e responsabile sulla decisione dell’Amministrazione comunale di chiudere per un certo periodo un tratto del lungomare cittadino. Ancora più assurdo appare a molti la giustificazione che Emiliano ha dato alla scelta legittima di Ferorelli di sporgergli querela per le gravi accuse rivoltegli dal sindaco. Accuse che, se hanno prodotto un rinvio a giudizio, evidentemente avranno pure un “fumus” fondamentale, per cui difendersi semplicemente sostenendo che trattasi di “attacco politico” al Primo cittadino, da parte di un rappresentante istituzionale di segno politico opposto, appare alquanto riduttivo per un sindaco che, prima ancora che politico, è soprattutto un qualificato esperto in materia penale. Infatti, si chiedono alcuni baresi nella loro critica ad Emiliano, come mai il sindaco quando è lui a denunciare qualche politico con cui è entrato in conflitto non si tratterebbe di “attacco politico”, mentre quando viene denunciato lui i motivi sono solo di natura politica?  Ed al riguardo fanno riferimento alla vicenda giudiziaria dell’ex assessore comunale ai contratti ed appalti di Emiliano, Lino Pasculli, che di recente è reduce da un processo che lo ha interessato proprio a causa di una denuncia di Emiliano, per aver tentato di aiutare un “disperato” in cerca di un posto di lavoro. “Sostanzialmente Emiliano – dicono sempre quegli stessi cittadini – quando le ipotesi di reato lo riguardano, allora si tratterebbe soltanto di un complotto politico portato in sede giudiziaria. Mentre, se riguarda una denuncia a soggetto, verosimilmente a lui non gradito, allora in quel caso trattasi di possibile reato in cui la politica non c’entra nulla”. Però, sostiene ironicamente qualcun’altro, se fosse effettivamente questo il metro di giudizio del pm Emiliano, allora è davvero un bene per l’Ordinamento giudiziario che egli sia passato in politica. E, subito dopo, aggiunge: “Anche se per i baresi e per la politica, intesa come forma di tutela degli interessi collettivi,  questa sua scelta, probabilmente, non è affatto altrettanto positiva per i cittadini.”

Giuseppe Palella               


Pubblicato il 23 Novembre 2012

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio