Le dimissioni di Delle Noci potrebbero riaprire i giochi sul prossimo candidato governatore
La vicenda giudiziaria che ha interessato l'ex assessore allo Sviluppo economico della Regione mette a rischio l'ascesa di Decaro alla successione ad Emiliano
La vicenda giudiziaria che ultimamente ha interessato Alessandro Delli Noci, ormai ex assessore regionale alla Sviluppo economico della giunta Emiliano, sul fronte politico pugliese verosimilmente produrrà delle conseguenze nella coalizione di centrosinistra anche ai fini della scelta del nome da candidare a presidente alle prossime regionali. Infatti, le dimissioni di Delli Noci, oltre che da assessore, anche da consigliere regione eletto – come è noto – nella lista ‘Con’, rischiano di rappresentare una grana di fine legislatura per la maggioranza non soltanto numericamente, in quanto nell’Aula barese di via Gentile al suo posto subentra Antonio Raone (primo dei non eletti della lista ‘Con’ nella circoscrizione di Lecce), che nel frattempo è però passato a Forza Italia, facendo quindi restringere i numeri del centrosinistra, che potrà ora contare su appena 26 consiglieri compreso il presidente Emiliano, mentre il fronte ufficiale delle opposizioni, rappresentato da 5 rappresentanti del M5S, 2 del gruppo Misto e 18 del centrodestra, si estende complessivamente a 25 esponenti, perché la grana ancora più grossa potrebbe essere determinata da una necessaria e, forse, inevitabile riapertura dei giochi sul nome da candidare a governatore. Un nome che fino a qualche giorno fa nella coalizione larga di centrosinistra sembrava scontato (tranne per il M5S di Giuseppe Conte che in Puglia, invece, aveva già fatto sapere di non essere disponibile ad accettare una candidatura a presidente già predefinita dal Pd) e che corrisponde a quello dell’eurodeputato dem Antonio Decaro. Una scelta, questa, che negli ultimi tempi ha portato anche ad un drastico irrigidimento nei rapporti tra il governatore Emiliano (che notoriamente sponsorizza, a prescindere, la candidatura di Decaro) ed il M5S che invece punta ad una trattativa non solo programmatica, ma anche sul nome da indicare per la coalizione in cui dovrebbe entrare eventualmente a far parte alle prossime regionali. E la fine dell’idillio tra i “5 Stelle” ed Emiliano è stato forse anche alla base della mancata alleanza nel centrosinistra per le amministrative di Taranto, dove – come è noto –il M5S, al primo turno, si è presentato con una candidatura a sindaco di bandiera, anziché in coalizione con il Pd e le altre liste del centrosinistra. Il sostegno, senza apparentamento, dato al ballottaggio dai pentastellati ionici a Bitetti è stato fatto poi, evidentemente, più per una questione di coerenza politica di carattere nazionale, piuttosto che per un riavvicinamento di posizioni a livello locale tra M5S ed il governatore pugliese uscente. Tanto che i pentastellati ionici ci hanno tenuto a precisare, alla vigilia del secondo turno, che a Taranto il M5S sarebbe restato comunque all’opposizione anche, come è avvenuto, con l’elezione a sindaco di Bitetti. Quindi, il “gelo” tra Emiliano ed il M5S per le prossime regionali è destinato a permanere almeno fino a quando non sarò chiaro chi sarà effettivamente il candidato governatore scelto dal Pd. Anche l’apertura del dibattito nazionale sull’eventuale abolizione del limite dei due mandati consecutivi per i presidenti di Regione, avvenuta qualche giorno fa, ha infatti contribuito in Puglia a tenere i “5 Stelle” in posizione attendista nel centrosinistra, sapendo bene che nell’ipotesi (forse assai remota!) che tale probabilità possa avverarsi, i governatori uscenti che, oltre alla leghista Zaia, sicuramente si riproporrebbero sarebbero il campano Vincenzo De Luca ed il pugliese Emiliano. Ora, però, la recente vicenda (o, forse meglio, “tempesta”?) Delli Noci sul fronte politico pugliese del centrosinistra potrebbe quasi sicuramente rimettere in discussione anche quest’ultimo possibile scenario, considerato che quello che vedrebbe Decaro quasi certo candidato governatore, con le dimissioni di Delli Noci anche da consigliere regionale, è verosimilmente già in via di tramonto. Infatti, gli addetti a lavori della politica sanno bene che il principale dei “grandi elettori” di Decaro al Parlamento europeo nel Salento è stato proprio l’allora assessore Delli Noci, come pure è noto che nella Bat lo sorso anno il principale “grande elettore” dell’eurodeputato dem barese è stato il consigliere regionale Filippo Caracciolo, la cui consorte (Carmen Fiorella) – come si ricorderà – è reduce di uno scandalo per il posto vinto nella partecipata regionale “Aeroporti di Puglia”, oltre alla sospensione dal Pd dello stesso Caracciolo, per una vicenda giudiziaria che ancora lo riguarda direttamente. Ma le motivazioni politiche che potrebbero portare ad una decisa riapertura dei giochi all’interno del Pd pugliese (e nazionale), per la scelta del prossimo candidato governatore del centrosinistra nella nostra regione e, quindi, ad un’esclusione del nome di Decaro potrebbero essere anche di più delle due innanzi accennate. Infatti, non potrà di certo essere dimenticato, nè sottaciuto, lo sventato commissariamento del Comune di Bari, a seguito di quanto emerso dalla Commissione ministeriale di accesso agli atti sull’era dei dieci anni da sindaco di Antonio Decaro e che – come è noto – ha portato alla messa sotto tutela di ben tre partecipate comunali, oltre che all’avvio di alcuni licenziamenti in due partecipate baresi (Amiu ed Amtab), per assunzioni irregolari e, per questo, forse anche poco trasparenti. In definitiva, nel centrosinistra pugliese, dopo quest’ultima vicenda giudiziaria che ha interessato Delli Noci (autorevole esponente salentino di “Con”, ovvero della civica fondata nel 2020 dal governatore Emiliano), ma anche “grande elettore” alle europee di Decaro, la quasi certa e finora incontrastata proposizione di quest’ultimo a succedere al governatore uscente, nonché leader di “Con”, potrebbe quasi sicuramente subire ripensamenti, se non addirittura essere esclusa. Il M5S pugliese e f anche ai vertici del partito di piazza del Nazzareno forse non attendono altro.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 12 Giugno 2025