Cultura e Spettacoli

Le dodici scelleratezze di Federico

Quale uomo illuminato fu Federico II. Stupor mundi, stupore del mondo, così lo soprannominarono. Uomo d’arme ed abile uomo politico, lo Svevo non mancò di promuovere arti e scienze, sostenuto da un pensiero aperto e da un interesse autentico per le cose. Un interesse a volte malsano, sostennero i suoi immancabili detrattori. Fra questi un ruolo di primo piano è ricoperto da fra’ Salimbene da Parma, autore di una Cronica parzialmente mutila che ha per oggetto la vita religiosa e politica italiana dal 1168 al 1287. Una sezione di quest’opera è dedicata alle “dodici scelleratezze di Federico”. Una sezione ricca di toni polemici, malevoli e di parte, giustificabile solo alla luce della necessità da parte dell’autore di ossequiare il papato con una sorta di opuscolo di propaganda antimperiale. Va però anche detto che Salimbene, pur subendo il condizionamento del pregiudizio ideologico imposto dal Vaticano, in altri punti della sua Cronica non sfugge del tutto al fascino dello Svevo, da lui in passato conosciuto e stimato e del quale non manca di annotare le qualità. ‘Le dodici scelleratezze di Federico’ è un cumulo di invenzioni e sciocchezze. Ne scegliamo tre, corrispondenti ad altrettanti presunti e fatali esperimenti condotti da Federico per soddisfare la sua voglia di sapere. Una volta l’Imperatore – che parlava sei lingue – si pose un quesito : Quale l’archetipo della comunicazione verbale, ovvero quale lingua parlerebbe un essere umano non condizionato da modelli culturali? Per scoprire la possibile lingua di Adamo fece allevare dieci bambini da altrettante balie assolutamente silenziose. Il risultato? Tutti i bambini morti… Un’altra volta, volendo verificare l’esistenza dell’anima, fece rinchiudere un prigioniero in un botte che fece sigillare. Invano una settimana dopo cercò sul fasciame della botte fessure o buchi che segnalassero la via d’uscita aperta dall’anima del disgraziato… Anche i temi più prosaici lo appassionavano al punto da non guardare in faccia a niente e nessuno. Un giorno s’interrogò se, finito di mangiare, si digerisse meglio dormendo oppure dedicandosi ad un’attività fisica. A tale scopo fece servire ad altri due disgraziati un sontuoso pranzo, finito il quale al primo fu ingiunto di andare a letto e al secondo di recarsi a cacciare nel bosco più vicino. A sera, convocati i medici di corte, Federico fece sbudellare le due povere cavie. Ora toccava ai dottori stabilire dall’esame delle visceri quale dei due avesse digerito meglio. Dopo un lungo consulto il consesso si pronunciò : aveva digerito meglio quello che era andato a dormire… Federico ne tenne conto in seguito al termine dei suoi fastosi banchetti?

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 23 Settembre 2017

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