Cultura e Spettacoli

Le inspiegabili luci di Otranto

In ‘Historia della guerra di Otranto’ scritta da Michele Laggetto nel 1537 si legge a proposito della celebre strage : “…dopo che quelli beati corpi furono tagliati, di notte, si vedevano molti luminari accesi, quali vedevano anco li turchi da sopra le mura; e quelli barbari dicevano che le anime di quelli uccisi andavano errando per quel monte, e che li diavoli venivano con li lumi a pigliarli. E similmente, dopo che [i corpi] furono introdotti dentro la città e posti dentro la chiesa maggiore, per spazio di più lungo tempo si vedevano li detti luminari accesi; talché una volta, stando una nave dentro il porto, li homini di quella videro sopra la chiesa un grandissimo lume e, dubitando che la chiesa non s’abbrugiasse, vennero con la barca a terra a dare l’avviso, che commosse la città tutta in rumore : corse il popolo, e non si ritrovò cosa alcuna”. Si è parlato a tale proposito di fuochi fatui, ovvero di quelle fiammelle bluastre che episodicamente si manifestano al livello del terreno nei cimiteri, nelle paludi, negli stagni e nelle brughiere ; sono il prodotto della decomposizione dei resti organici, fenomeno dal quale si sviluppano due gas, metano e fosfina. Quest’ultimo gas, presentando la caratteristica di prendere fuoco a contatto con l’aria, incendia il metano e dà vita al fuoco fatuo. L’ipotesi dei fuochi fatui è inverosimile. I ‘luminari’ che dall’alto delle mura della città conquistata i turchi videro muoversi intorno al luogo (“quel monte”) dove avvenne la carneficina erano certamente le fiaccole o le lucerne dei parenti degli uccisi i quali col favore delle tenebre andavano a ricomporre i resti dei loro cari ; resti che per il fatto d’essere passate neanche ventiquattr’ore dall’eccidio non potevano essere andati in decomposizione. Quanto ai ‘luminari’ rimasti accesi dopo la deposizione delle salme dei Martiri dentro la chiesa maggiore si può pensare a lumini lasciati accesi a devozione dei Martiri. Resta infine da definire la faccenda del “grandissimo lume” scorto dall’equipaggio di una nave in porto “sopra” la chiesa maggiore in un epoca che il Laggetta non specifica (“una volta”…). Se il fenomeno descritto non è in stretta connessione temporale con l’eccidio degli ottocento Martiri e come tale non è riconducibile al caso sopra esposto di torce e lumini, a cosa si deve pensare, a un principio d’incendio ? Ma il nostro cronista riporta che il popolo, accorso, non trovò nulla… Allora un enorme, congiunto fuoco fatuo?… Ancora meno probabile. Per esclusione arriviamo all’Inspiegabile. Vogliamo parlare di ‘miracolo’?

Italo Interesse

 


Pubblicato il 2 Dicembre 2020

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