Le non-bombe risparmiarono la torre
A pochi chilometri da Porto Cesareo, si leva Torre Chianca o di Santo Stefano, una delle tante postazioni d’avvistamento costruite dagli Spagnoli nel Cinquecento a tutela del territorio. Alta 18 metri, è una delle più imponenti di Puglia. Non è dato sapere quante volte essa svolse la sua funzione, ovvero quanti segnali di fumo si levarono dalla sua sommità per allertare le popolazioni dell’entroterra ; chissà poi se dovette subire attacchi. Di sicuro Torre Chianca ritrovò la sua funzione militare secoli dopo, con la seconda guerra mondiale. Inizialmente ospitò un postazione antiaerea del Regio Esercito. Dopo l’Armistizio divenne bersaglio per l’addestramento dei piloti tedeschi di stanza alla base di Leverano L’addestramento avveniva impiegando cacciabombardieri Stuka e ordigni non esplosivi. Si deve al fatto che quelle bombe erano in cemento se la Torre è ancora in piedi. Sono ancora ben visibili le ammaccature lasciate da questi colpi sui fianchi della costruzione e i crateri lasciati sull’antistante Isola della Malva. Chi abbia vaghezza di vedere come fossero questi finti proiettili, può immergersi in quei fondali e a soli sei metri individuarne di ancora intatti. Delle stesse dimensioni e peso degli ordigni veri di cui erano rozze copie, queste non-bombe fanno ancora paura. Dovettero essere centinaia quelle andate a bersaglio e perciò finite in frantumi. Tutte lanciate secondo la tecnica ‘spettacolare’ del bombardamento in picchiata. A differenza dei bombardieri convenzionali che ancora oggi sganciano grappoli di bombe su un’area piuttosto vasta navigando in volo orizzontale, gli Stuka si dirigevano in picchiata verso l’obiettivo e giunti vicini ad esso sganciavano una sola bomba. Ciò consentiva la massima precisione, ideale nel caso di ponti, postazioni fortificate e obiettivi in movimento come navi e carri armati. Considerando che questo infernale apparecchio dall’inconfondibile configurazione ad ala di gabbiano rovesciata poteva caricare ordigni da 500 kg, non avessero i tedeschi adoperato finte bombe adesso non staremmo a parlare di Torre Chianca e dell’Isola della Malva. Ma perché la Luftwaffe non adoperò armi vere? Se i nazisti non intendevano danneggiare un monumento, neanche avrebbero dovuto bersagliare quella torre con proiettili sicuramente più dannosi delle palle di pietra sparate dalle antiche bombarde. Che si volesse invece evitare l’attenzione delle spie alleate? In ogni caso, anche senza azionare la devastante sirena che accompagnava la picchiata, uno Stuka in attacco non poteva passare inosservato. Non resta che pensare alla necessità di fare risparmio. Certo, fa ridere pensare i tedeschi a corto di bombe, loro che in fabbrica potevano premere come limoni centinaia di migliaia di prigionieri di guerra. Ma in quel momento l’aeroporto di Leverano era il più lontano dalla madrepatria. Allestita in tutta fretta, quella base forse era corto di materiali : pochi aerei, scarse provviste di combustibili, arsenali semi vuoti. Quell’aeroporto, difatti, funzionò solo per pochi mesi, nel corso dei quali ebbe un peso strategico piuttosto modesto.
Italo Interesse
Pubblicato il 9 Gennaio 2016