Cronaca

Le ombre della “luce perpetua” dei cimiteri baresi

Più che di “luce” per le lampade votive dei cimiteri del Comune di Bari si dovrebbe parlare delle “ombre” che gravano sul servizio di illuminazione votiva della necropoli cittadina e dei cimiteri delle ex frazioni di Palese, Santo Spirito, Torre a Mare, Carbonara, Ceglie del Campo e Loseto. Infatti, a far sorgere alcuni interrogativi su tale servizio pubblico da parte di molti cittadini baresi è la vicenda del raddoppio tariffario del canone annuale dell’energia elettrica per ciascuna lampada votiva che, a seguito della delibera di Consiglio comunale n. 45 del 29 luglio 2015, è passato da 8,14 a 16 euro l’anno. Ed addirittura con decorrenza retroattiva dal primo gennaio dello stesso anno. La delibera in questione è quella di approvazione del bilancio comunale di previsione del 2015 nelle cui pieghe l’amministrazione Decaro ha inserito la sgradita sorpresa per gli utenti dell’aumento di costo del canone della “luce perpetua” ai defunti sepolti in uno dei cimiteri cittadini. E la trovata di inserire tale decisione in una delle voci del bilancio di previsione, anziché con un apposito atto a se, è stata così sibillina che la vicenda – secondo quanto riferisce qualcuno degli addetti ai lavori – è passata quasi inosservata a molti componenti del consiglio, sia di opposizione che di maggioranza, quando nel luglio scorso la delibera è passata al vaglio dell’Aula. Infatti, adesso che il concessionario sta recapitando ai parenti dei defunti i bollettini con gli importi prestampati del canone per il 2016 più il conguaglio del 2015, unitamente ad una lettera con cui si rende nota la variazione del 100% della tariffa annuale, si stanno verificando le prese di posizione non solo dei cittadini interessati, ma anche di alcuni esponenti comunali di opposizione a cui evidentemente questa decisione dell’amministrazione Decaro era a suo tempo sfuggita. Una decisione di raddoppio del canone che – a detta di molti – appare esagerata, oltre che scandalosa, sia perché non graduale, ma soprattutto perché effettuata in un momento in cui il costo dell’energia elettrica al gestore del servizio è da qualche anno in diminuzione rispetto al passato, poiché è diminuito il costo del Kwh corrisposto ai grandi fornitori della rete elettrica. Ed a rendere ancor meno accettabile la nuova tariffa comunale delle lampade votive da parte degli abbonati a tale servizio che si lamentano per l’eccessivo aumento di costo, sono state le giustificazioni recentemente comunicate dall’assessore al Patrimonio del Comune nonché vice sindaco, Vincenzo Brandi,  attraverso i mezzi di stampa quotidiana, essendo stato a suo tempo proprio quest’ultimo a farsi carico dell’inserimento nel bilancio previsionale del 2015 della voce di raddoppio del canone delle lampade per i defunti. Infatti, a sollevare “ombre” sulla scarsa trasparenza del Comune per l’affidamento di tale servizio, e quindi per i suoi costi effettivi, sono le voci che si stanno susseguendo a seguito delle lamentele dei cittadini che hanno già ricevuto la lettera con l’unito bollettino di pagamento della società cooperativa Ariete, concessionaria del servizio dal 2010. Secondo qualche bene informato la ditta affidataria sarebbe subentrata non a seguito di una gara pubblica, come era avvenuto in precedenza con la ditta barese “Sme spa”, che nel 1994 si aggiudicò l’appalto per 15 anni con un ribasso del 78% sul prezzo a base di gara e che, a sua volta, era subentrata alla ditta “Luce perpetua srl” di Bologna, anch’essa vincitrice di gara, ma semplicemente attraverso un semplice affidamento provvisorio, poi rinnovato, in aggiunta ad altri servizi cimiteriali di cui all’epoca era titolare nelle necropoli baresi la stessa società attualmente concessionaria del servizio di illuminazione delle lampade votive. Un servizio, quest’ultimo, il cui introito complessivo annuale – sempre secondo indiscrezioni – doveva aggirarsi intorno alle 500/600 mila euro, in base alla vecchia tariffa di 8,14 euro a lampada, e che ora invece, stante il nuovo canone, dovrebbe essersi, quindi, raddoppiato. Vale a dire oltre il milione di euro l’anno, senza considerare poi i 250/300 mila euro di conguaglio retroattivo da riscuotere per il 2015. Infatti, se tali dati ed indiscrezioni fossero fondati la prima questione che bisognerebbe porsi è quella di chiedersi  “è mai possibile che per affidamenti con importi così elevati il Comune possa procedere senza aver mai effettuato una gara?”. Di fatti qualche addetto ai lavori nel settore dei servizi elettrici, sentendo parlare di tali cifre, si è chiesto sbigottito: “Ma che fa l’Anac (ndr. Autorità nazionale anticorruzione) presieduta dal garante Raffaele Cantone per affidamenti anomali così eclatanti?”. E lo stesso, continuando, aggiunge: “Anche questo genere di affidamenti dovrebbero essere portati all’attenzione dell’Autorità garante sugli appalti”. In effetti, si tratta di notizie ed interrogativi che scaturiscono in modo quasi spontaneo e scontato tra gli addetti ai lavori, oltre che tra i cittadini. Notizie che andrebbero comunque approfondite e verificate. Così come andrebbero pure approfondite e verificate talune voci secondo cui il concessionario del servizio di illuminazione votiva del Comune di Bari, beneficiario del recente raddoppio della tariffa, avrebbe accumulato anche ritardi e pendenze con i pagamenti del dovuto all’Amministrazione per tale concessione. Sarà vero? C’è da augurarsi di no. Altrimenti la voce di bilancio del luglio 2015 dell’amministrazione Decaro che ha raddoppiato il canone delle lampade votive sarebbe ancor più oscura ed opaca della “luce perpetua” che illumina le lapidi dei defunti sepolti in uno dei cimiteri  cittadini.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 22 Aprile 2016

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